ROMA - Si allarga a macchia d'olio l'inchiesta sulle baby prostitute dei Parioli: tra i clienti della Roma da 'bere' figurerebbe anche il figlio di un parlamentare il cui nome però resta top secret come quelli degli altri circa 40 clienti delle studentesse romane.
Già alle cronache, invece, quello di Mauro Floriani, marito di Alessandra Mussolini che, da quanto si apprende, nell'interrogatorio davanti ai magistrati da lui stesso richiesto, avrebbe fatto alcune ammissioni: il manager avrebbe avuto due rapporti con una delle due ragazzine (la più grande, 15enne all'epoca dei fatti) ma avrebbe spiegato di non essere stato a conoscenza del fatto che questa fosse minorenne.
Floriani, indagato per prostituzione minorile, rischia 4 anni di carcere. Distrutta la moglie che sta ricevendo moltissimi messaggi di solidarietà dai colleghi parlamentari. Anche il Garante della Privacy è intervenuto chiedendo ai media, sia pur nel legittimo esercizio del diritto-dovere di cronaca, di non "ledere la riservatezza e la dignità dei familiari dell'indagato, specie se minori".
Gli inquirenti intanto continuano a indagare sui presunti clienti delle giovanissime prostitute: sarebbero ancora una ventina le persone da identificare. Nei tabulati telefonici infatti sono spuntate utenze riconducibili ad aziende, alcune anche molto importanti che hanno sede a Roma, un'agenzia dell'Onu o persino un comune della provincia di Alessandria. E resta in piedi anche l'ipotesi dei ricatti dopo il ritrovamento di un video, tra i file cancellati nel computer di uno degli arrestati, Mirko Ieni, ritenuto uno degli sfruttatori delle studentesse.
Già alle cronache, invece, quello di Mauro Floriani, marito di Alessandra Mussolini che, da quanto si apprende, nell'interrogatorio davanti ai magistrati da lui stesso richiesto, avrebbe fatto alcune ammissioni: il manager avrebbe avuto due rapporti con una delle due ragazzine (la più grande, 15enne all'epoca dei fatti) ma avrebbe spiegato di non essere stato a conoscenza del fatto che questa fosse minorenne.
Floriani, indagato per prostituzione minorile, rischia 4 anni di carcere. Distrutta la moglie che sta ricevendo moltissimi messaggi di solidarietà dai colleghi parlamentari. Anche il Garante della Privacy è intervenuto chiedendo ai media, sia pur nel legittimo esercizio del diritto-dovere di cronaca, di non "ledere la riservatezza e la dignità dei familiari dell'indagato, specie se minori".
Gli inquirenti intanto continuano a indagare sui presunti clienti delle giovanissime prostitute: sarebbero ancora una ventina le persone da identificare. Nei tabulati telefonici infatti sono spuntate utenze riconducibili ad aziende, alcune anche molto importanti che hanno sede a Roma, un'agenzia dell'Onu o persino un comune della provincia di Alessandria. E resta in piedi anche l'ipotesi dei ricatti dopo il ritrovamento di un video, tra i file cancellati nel computer di uno degli arrestati, Mirko Ieni, ritenuto uno degli sfruttatori delle studentesse.