di Giovanni Mercadante - Domenica 30 marzo 2014 alle ore 10:00 (ora legale) nella sede dello stabilimento sito nella zona industriale di Bari, sarà presentato il volume dedicato alla figura del Cav. Giuseppe Calabrese, Presidente dell’omonimo Gruppo Industriale, curato dal giornalista e traduttore Giovanni Mercadante, dal titolo “Sul filo dei ricordi”.
L’autore traccia la storia della straordinaria figura dell’industriale barese scomparso nel 1998 con cui ha collaborato per circa vent’anni come interprete-traduttore personale interessandosi tra l’altro di ricerche di mercato per l’acquisizione di nuovi “know-how” industriali.
Un self-made-man stimato dall’avv. Gianni Agnelli della FIAT quale carrozziere di autocabinati della Casa torinese. Corteggiato da fornitori nazionali e stranieri; riverito da imprese pubbliche e private per la fornitura di veicoli industriali e attrezzature per la raccolta dei rifiuti come primo costruttore nazionale. Gli anni 1970-80 sono il periodo più esaltante del Gruppo Calabrese, il cui parco tecnologico raggiunge il massimo della competitività. Al vertice è lui il “deus ex machina” impareggiabile negoziatore anche con uomini di Stato stranieri per portare commesse alle sue aziende.
Un potenziale produttivo da far invidia alle grandi case di veicoli industriali: rimorchi, semirimorchi, ribaltabili, dumpers, cisterne carburanti e acque potabili; assali per i propri veicoli; cilindri oleodinamici per i ribaltabili; veicoli municipali: compattatori, spazzatrici, veicoli satelliti per la raccolta di rifiuti domestici nei centri storici, contenitori in lamiera zincata per rifiuti, spurgo-pozzi neri; stazioni di transfert, progetti chiavi in mano per discariche controllate e tanto altro ancora.Fornitore tra l’altro anche della TRA.DE.CO. di Altamura di veicoli municipali e di moltissime municipalità italiane e straniere.
Un impero industriale cresciuto nel tempo sotto la spinta dinamica del suo condottiero. G. Mercadante esalta le eccezionali doti imprenditoriali e il carisma umano del suo datore di lavoro. Una biografia caratterizzata su più piani. Come nelle leggende, il suo mito si infrange contro le avversità della natura umana. Primo fornitore di Gheddafi di veicoli industriali, subisce il blocco dei pagamenti a seguito dell’embargo disposto dalla NATO e dagli U.S.A. contro il paese libico.
E’ il punto di non ritorno per il colosso industriale pugliese, forte di 4.500 dipendenti distribuiti tra le aziende satelliti operanti nell’area industriale di Bari e stabilimenti a Torino, Brescia, Tripoli (Libia), Spinazzola, nonché filiali a Napoli, Palermo, Francia, Germania. Un pachiderma industriale congelato dalla crisi economica, “cannibalizzata” dalle banche e da altri episodi contingentali.
Oggi un gruppo di coraggiosi ex dipendenti mantiene acceso il “lumicino” Calabrese grazie alla curatela fallimentare che ha permesso di costituire una cooperativa all’interno dello stabilimento per continuare l’attività.
Le ricche e significative immagini fotografiche che accompagnano la monografia, anche se sbiadite dal tempo, raccontano la sua grande avventura imprenditoriale e umana, la cui cornice è testimoniata soprattutto da maestranze, dirigenti e impiegati che hanno amato il loro Presidente.
La gigantesca struttura, abbandonata al destino crudele del fallimento, potrebbe essere rivitalizzata dalle istituzioni pubbliche per adibirla a museo archeologico industriale o per la formazione con stage che potrebbero proporre il Politecnico di Bari o altri istituti tecnici con indirizzo metalmeccanico. Un’occasione ghiotta per gli interessati se vorranno fare sistema.
Tutti gli ex dipendenti e interessati sono invitati alla cerimonia.
L’autore traccia la storia della straordinaria figura dell’industriale barese scomparso nel 1998 con cui ha collaborato per circa vent’anni come interprete-traduttore personale interessandosi tra l’altro di ricerche di mercato per l’acquisizione di nuovi “know-how” industriali.
Un self-made-man stimato dall’avv. Gianni Agnelli della FIAT quale carrozziere di autocabinati della Casa torinese. Corteggiato da fornitori nazionali e stranieri; riverito da imprese pubbliche e private per la fornitura di veicoli industriali e attrezzature per la raccolta dei rifiuti come primo costruttore nazionale. Gli anni 1970-80 sono il periodo più esaltante del Gruppo Calabrese, il cui parco tecnologico raggiunge il massimo della competitività. Al vertice è lui il “deus ex machina” impareggiabile negoziatore anche con uomini di Stato stranieri per portare commesse alle sue aziende.
Un potenziale produttivo da far invidia alle grandi case di veicoli industriali: rimorchi, semirimorchi, ribaltabili, dumpers, cisterne carburanti e acque potabili; assali per i propri veicoli; cilindri oleodinamici per i ribaltabili; veicoli municipali: compattatori, spazzatrici, veicoli satelliti per la raccolta di rifiuti domestici nei centri storici, contenitori in lamiera zincata per rifiuti, spurgo-pozzi neri; stazioni di transfert, progetti chiavi in mano per discariche controllate e tanto altro ancora.Fornitore tra l’altro anche della TRA.DE.CO. di Altamura di veicoli municipali e di moltissime municipalità italiane e straniere.
Un impero industriale cresciuto nel tempo sotto la spinta dinamica del suo condottiero. G. Mercadante esalta le eccezionali doti imprenditoriali e il carisma umano del suo datore di lavoro. Una biografia caratterizzata su più piani. Come nelle leggende, il suo mito si infrange contro le avversità della natura umana. Primo fornitore di Gheddafi di veicoli industriali, subisce il blocco dei pagamenti a seguito dell’embargo disposto dalla NATO e dagli U.S.A. contro il paese libico.
E’ il punto di non ritorno per il colosso industriale pugliese, forte di 4.500 dipendenti distribuiti tra le aziende satelliti operanti nell’area industriale di Bari e stabilimenti a Torino, Brescia, Tripoli (Libia), Spinazzola, nonché filiali a Napoli, Palermo, Francia, Germania. Un pachiderma industriale congelato dalla crisi economica, “cannibalizzata” dalle banche e da altri episodi contingentali.
Oggi un gruppo di coraggiosi ex dipendenti mantiene acceso il “lumicino” Calabrese grazie alla curatela fallimentare che ha permesso di costituire una cooperativa all’interno dello stabilimento per continuare l’attività.
Le ricche e significative immagini fotografiche che accompagnano la monografia, anche se sbiadite dal tempo, raccontano la sua grande avventura imprenditoriale e umana, la cui cornice è testimoniata soprattutto da maestranze, dirigenti e impiegati che hanno amato il loro Presidente.
La gigantesca struttura, abbandonata al destino crudele del fallimento, potrebbe essere rivitalizzata dalle istituzioni pubbliche per adibirla a museo archeologico industriale o per la formazione con stage che potrebbero proporre il Politecnico di Bari o altri istituti tecnici con indirizzo metalmeccanico. Un’occasione ghiotta per gli interessati se vorranno fare sistema.
Tutti gli ex dipendenti e interessati sono invitati alla cerimonia.