ROMA - La Crimea mette decisamente il piede sull'acceleratore sul suo distacco dall'Ucraina: il Parlamento regionale ha votato la piena indipendenza dall'Ucraina, ancor prima del referendum in cui il 16 marzo si chiedera' ai cittadini se vogliono unirsi alla Russia. Kiev ha gia' dichiarato la mossa "illegittima". Ma il ministero degli Esteri russo, in una nota ha ribadito che la dichiarazione di indipendenza "e' assolutamente legittima".
Il 16 marzo si terra' un referendum, nel quale i cittadini della penisola ucraina dovranno esprimersi sull'annessione alla Russia. Nell'ennesimo colloquio telefonico con il collega americano John Kerry, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha sottolineato che "bisogna rispettare il diritto dei cittadini della Crimea a determinare da soli il proprio futuro.
Il voto, praticamente all'unanimita', del Consiglio Superiore (il Parlamento regionale) della Crimea e' solo l'ultimo capitolo della peggiore crisi degli ultimi decenni in Europa; e ha seguito di soli pochi minuti la ricomparsa sulla scena di Viktor Yanukovich: con aria di sfida, l'ex uomo forte di Kiev e' riapparso in Russia meridionale, dalla citta' di Rostov sul Don, per sostenere che e' ancora il presidente legittimo dell'Ucraina, il capo del suo esercito e che tornera' a Kiev, "non appena le circostanze lo permettono". Yanukovich ha aggiunto che le elezioni presidenziali ucraine previste per il 25 maggio sono "assolutamente illegittime e illegali" e che il Paese adesso e' in mano "a una banda di ultranazionalisti e neofascisti" che vogliono scatenare "una guerra civile".
Il 16 marzo si terra' un referendum, nel quale i cittadini della penisola ucraina dovranno esprimersi sull'annessione alla Russia. Nell'ennesimo colloquio telefonico con il collega americano John Kerry, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha sottolineato che "bisogna rispettare il diritto dei cittadini della Crimea a determinare da soli il proprio futuro.
Il voto, praticamente all'unanimita', del Consiglio Superiore (il Parlamento regionale) della Crimea e' solo l'ultimo capitolo della peggiore crisi degli ultimi decenni in Europa; e ha seguito di soli pochi minuti la ricomparsa sulla scena di Viktor Yanukovich: con aria di sfida, l'ex uomo forte di Kiev e' riapparso in Russia meridionale, dalla citta' di Rostov sul Don, per sostenere che e' ancora il presidente legittimo dell'Ucraina, il capo del suo esercito e che tornera' a Kiev, "non appena le circostanze lo permettono". Yanukovich ha aggiunto che le elezioni presidenziali ucraine previste per il 25 maggio sono "assolutamente illegittime e illegali" e che il Paese adesso e' in mano "a una banda di ultranazionalisti e neofascisti" che vogliono scatenare "una guerra civile".