MILANO - La Corte d'Appello di Milano ha assolto Ubs, Deutsche Bank, Depfa Bank e Jp Morgan imputate per la truffa dei derivati ai danni del Comune di Milano. I giudici hanno ribaltato la sentenza con cui in primo grado le quattro banche erano state condannate al pagamento di un milione di euro di multa e alla confisca di altri 89 milioni. "Il fatto non sussiste", hanno sostenuto i giudici. Le quattro banche estere e nove loro funzionari erano accusati di truffa aggravata ai danni del Comune, in relazione ad operazioni su contratti derivati, e di aver violato la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Si trattava di un bond trentennale da 1,68 miliardi sui quali il Comune aveva aperto nel 2005 una serie di derivati per garantirsi un tasso variabile.
Le operazioni erano state messe in piedi sotto le giunte Albertini e Moratti. Successivamente, sotto la gestione Pisapia, il Comune ha negoziato un accordo con le banche che ha permesso all'Ente di incassare 455 milioni di euro (40 subito e il resto in vent'anni) e di porre fine alla questione in sede civile. Una parte dei proventi il Comune li ha reinvestiti presso le stesse banche in Btp che frutteranno circa 200 milioni di interessi da qui al 2035. La procura generale di Milano, invece, aveva chiesto in sede penale la conferma del processo di primo grado, vinto dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo sostenendo che le banche avevano intascato "commissioni occulte" per 100 milioni di euro, truffando il Comune. Secondo la tesi dell'accusa, nessuna delle quattro banche, Deutsche Bank, Jp Morgan, Ubs e Depfa aveva evidenziato al consiglio comunale i costi per la chiusura di un derivato aperto con Unicredit legato a un mutuo precedente e i compensi "occulti" che si sarebbero riservate aprendo i nuovi contratti derivati.
In virtù della legge 231 che impone alle società la responsabilità per l'operato dei propri dipendenti, il giudice monocratico Oscar Magi aveva disposto la confisca «del profitto dei reati», un totale di 89,4 milioni (circa 24 milioni a testa per Depfa, Deutsche e Jp Morgan, 16,5 per Ubs), e aveva imposto la sanzione di un milione di euro per ogni banca.
Le operazioni erano state messe in piedi sotto le giunte Albertini e Moratti. Successivamente, sotto la gestione Pisapia, il Comune ha negoziato un accordo con le banche che ha permesso all'Ente di incassare 455 milioni di euro (40 subito e il resto in vent'anni) e di porre fine alla questione in sede civile. Una parte dei proventi il Comune li ha reinvestiti presso le stesse banche in Btp che frutteranno circa 200 milioni di interessi da qui al 2035. La procura generale di Milano, invece, aveva chiesto in sede penale la conferma del processo di primo grado, vinto dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo sostenendo che le banche avevano intascato "commissioni occulte" per 100 milioni di euro, truffando il Comune. Secondo la tesi dell'accusa, nessuna delle quattro banche, Deutsche Bank, Jp Morgan, Ubs e Depfa aveva evidenziato al consiglio comunale i costi per la chiusura di un derivato aperto con Unicredit legato a un mutuo precedente e i compensi "occulti" che si sarebbero riservate aprendo i nuovi contratti derivati.
In virtù della legge 231 che impone alle società la responsabilità per l'operato dei propri dipendenti, il giudice monocratico Oscar Magi aveva disposto la confisca «del profitto dei reati», un totale di 89,4 milioni (circa 24 milioni a testa per Depfa, Deutsche e Jp Morgan, 16,5 per Ubs), e aveva imposto la sanzione di un milione di euro per ogni banca.