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+ Cena Kerry-Renzi, rapporti eccellenti
Roma - prosegue il ministro - risponderà all’Ue con una strategia di crescita e risanamento. Bruxelles, infatti, chiede all’Italia di sostenere la crescita e fare le riforme e dà due mesi di tempo al nostro Paese per riparare agli squilibri eccessivi.
Parole che dovrebbero tranquillizzare, visto che Padoan è l'uomo scelto da Matteo Renzi anche per il credito che gode presso le istituzioni internazionali. Il ministro appare nelle ultime ore insolitamente "ciarliero". Interviene in radio, mentre una sua intervista è oggi sul Sole24ore: "Dobbiamo aggredire le cause di fondo della debole competitività delle imprese".
Secondo Padoan non ci sono dubbi: "Al primo punto c'è la questione dell'eccessivo cuneo fiscale che pesa su salari e costo del lavoro". Che fare? Per il ministro i casi limite sono due: concentrare tutti gli interventi sulle imprese "e quindi Irap e oneri sociali oppure tutto sui lavoratori, attraverso l'Irpef". Quanto costa tutto ciò? "Diciamo che 5 miliardi su base annua è una cifra non irragionevole" risponde Padoan. Questa è la cifra possibile da reperire per il 2014, "qualcosa in più rispetto ai 3 miliardi immaginati dal precedente governo". Per trovare le coperture "diventa essenziale la spending review, servono tagli strutturali". In attesa che i complessi meccanismi dei tagli di spesa diano il loro effetto, per Padoan "potremo anche utilizzare provvisoriamente per le coperture le risorse una tantum". Il ministro cita il rientro dei capitali, o un migliore utilizzo dei fondi europei.