BARI - Il neo prefetto di Bari, Antonio Nunziante, è stato stamane in città. Impegnato in una serie di incontri con i rappresentanti delle istituzioni territoriali della provincia barese, il rappresentante del Governo ha inteso iniziare il suo tour proprio da Gravina in Puglia. Accolto in Comune dal sindaco Alesio Valente, Nunziante ha preso parte nei saloni dell’aula consiliare ad una riunione alla quale erano presenti diversi assessori e consiglieri comunali ed i rappresentanti delle forze dell’ordine: Carabinieri, Polizia di Stato, Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza, Polizia Municipale.
Nel saluto introduttivo, il primo cittadino ha inteso ringraziare «il prefetto per aver voluto che Gravina fosse una delle prime città nelle quali recarsi per conoscere ancor più da vicino e meglio il territorio, i suoi riferimenti istituzionali, le sue problematiche e, soprattutto, le molteplici potenzialità, molte delle quali inespresse, da tradurre in concretezza attraverso un lavoro sinergico tra le istituzioni. Segno, questo, di una grande attenzione all’area murgiana».
E’ seguito un confronto a più voci al quale hanno preso parte, tra gli altri, il presidente dell’assemblea consiliare, Giacinto Lupoli; il segretario generale, Teresa Gentile; l’assessore al bilancio, Nicola Lagreca; i consiglieri comunali Michele Lamuraglia, Leonardo Mandolino e Domenico Calderoni; il presidente della fondazione “Ettore Pomarici Santomasi”, Agostino Giglio; il dirigente del Commissariato di Polizia, Pietro Battipede; il comandante della stazione del Corpo Forestale, Carlo Moramarco. A tutti loro, ed alle loro osservazioni in fatto di tutela della legalità, prevenzione dei crimini e politiche di sviluppo culturale, sociale ed economico attraverso il contributo degli enti interessati, Nunziante ha risposto garantendo massimo impegno ed ampia disponibilità al dialogo. «In un mondo che cambia – ha detto – il prefetto deve essere il primo a cambiare. Per essere una persona che vive tra la gente, per ridurre fino ad azzerarlo il divario tra le istituzioni ed il Paese reale». Sottolineata la propria diffidenza nei riguardi delle gestioni commissariali, «dovendo preferirsi che le città siano governate dai loro rappresentanti, anche attraverso provvedimenti condivisi tra opposizioni e maggioranza almeno sulle grandi questioni», ha quindi aggiunto: «Molte sono le aspettative che gli amministratori locali, in genere, ripongono in noi. Sono prontissimo a fare la mia parte, poiché ritengo che il fare rete sia la soluzione migliore, e per molti versi necessaria, a tanti problemi. Ma a questo deve sommarsi la consapevolezza della propria forza: spesso noi meridionali non consideriamo con la dovuta attenzione le nostre capacità. Eppure, siamo proprio noi il motore e le menti dell’economia delle regioni del settentrione».
Concetti infine ripresi e condivisi dal sindaco, che ricordate le iniziative «portate avanti, soprattutto sul versante culturale e sociale, per dar vita ad una mentalità in cui l’interesse dei singoli ceda spazio alle ragioni della comunità», ha auspicato che «il già solido rapporto con la prefettura possa ora tradursi in costante ed incisiva collaborazione, per cambiare il senso e l’immagine della politica e delle istituzioni e per individuare e costruire assieme nuovi percorsi di speranza».
Nel saluto introduttivo, il primo cittadino ha inteso ringraziare «il prefetto per aver voluto che Gravina fosse una delle prime città nelle quali recarsi per conoscere ancor più da vicino e meglio il territorio, i suoi riferimenti istituzionali, le sue problematiche e, soprattutto, le molteplici potenzialità, molte delle quali inespresse, da tradurre in concretezza attraverso un lavoro sinergico tra le istituzioni. Segno, questo, di una grande attenzione all’area murgiana».
E’ seguito un confronto a più voci al quale hanno preso parte, tra gli altri, il presidente dell’assemblea consiliare, Giacinto Lupoli; il segretario generale, Teresa Gentile; l’assessore al bilancio, Nicola Lagreca; i consiglieri comunali Michele Lamuraglia, Leonardo Mandolino e Domenico Calderoni; il presidente della fondazione “Ettore Pomarici Santomasi”, Agostino Giglio; il dirigente del Commissariato di Polizia, Pietro Battipede; il comandante della stazione del Corpo Forestale, Carlo Moramarco. A tutti loro, ed alle loro osservazioni in fatto di tutela della legalità, prevenzione dei crimini e politiche di sviluppo culturale, sociale ed economico attraverso il contributo degli enti interessati, Nunziante ha risposto garantendo massimo impegno ed ampia disponibilità al dialogo. «In un mondo che cambia – ha detto – il prefetto deve essere il primo a cambiare. Per essere una persona che vive tra la gente, per ridurre fino ad azzerarlo il divario tra le istituzioni ed il Paese reale». Sottolineata la propria diffidenza nei riguardi delle gestioni commissariali, «dovendo preferirsi che le città siano governate dai loro rappresentanti, anche attraverso provvedimenti condivisi tra opposizioni e maggioranza almeno sulle grandi questioni», ha quindi aggiunto: «Molte sono le aspettative che gli amministratori locali, in genere, ripongono in noi. Sono prontissimo a fare la mia parte, poiché ritengo che il fare rete sia la soluzione migliore, e per molti versi necessaria, a tanti problemi. Ma a questo deve sommarsi la consapevolezza della propria forza: spesso noi meridionali non consideriamo con la dovuta attenzione le nostre capacità. Eppure, siamo proprio noi il motore e le menti dell’economia delle regioni del settentrione».
Concetti infine ripresi e condivisi dal sindaco, che ricordate le iniziative «portate avanti, soprattutto sul versante culturale e sociale, per dar vita ad una mentalità in cui l’interesse dei singoli ceda spazio alle ragioni della comunità», ha auspicato che «il già solido rapporto con la prefettura possa ora tradursi in costante ed incisiva collaborazione, per cambiare il senso e l’immagine della politica e delle istituzioni e per individuare e costruire assieme nuovi percorsi di speranza».
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