ROMA - L'Aula della Camera ha concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno alla riforma elettorale. La seduta è stata convocata per oggi alle 9,30 quando si procederà alle dichiarazioni di voto da parte dei gruppi e al voto finale.
Si va con il brivido verso il voto finale di Montecitorio, con numeri sempre più esili e che lasciano presagire nuove complesse trattative al Senato ed una sorta di redde rationem nel Pd, il partito del premier. Si assottiglia ancora di più la maggioranza che sostiene il patto Pd-Fi sulla legge elettorale ma arriva il via libera su due pietre angolari dell'Italicum: l'emendamento che prevede la soglia di sbarramento al 37% per ottenere il premio di maggioranza al 15% (315 sì, 237 no), la soglia di ingresso del 4,5% per i partiti in coalizione, dell'8% per i partiti non coalizzati e del 12% per le coalizioni. Passano anche il ballottaggio tra le due coalizioni che ottengono più voti ma non superano la soglia del 37% ed i criteri ed algoritmi per la ripartizione dei seggi.
L'Aula della Camera ha bocciato l'emendamento al testo dell'Italicum che mira ad introdurre le preferenze. L'emendamento, a prima firma La Russa, era stato precedentemente accantonato. Governo e commissione hanno dato parere contrario. Gia' nella seduta notturna di giovedi' scorso, l'Assemblea di Montecitorio aveva bocciato alcuni emendamenti sulle preferenze.
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Il voto di ieri conferma la tenuta del patto politico tra Renzi e Berlusconi, che non prevede le preferenze ma le liste bloccate con collegi plurinominali. Regge il patto sull'Italicum Renzi-Berlusconi, ma la maggioranza 'politica' che lo sostiene traballa e evita il passo falso per soli 35 voti.
I voti favorevoli all'emendamento sulle preferenze sono stati infatti 264 contro i 299 contrari.
Bindi, liste bloccate inaccettabili
INSORGE LA BINDI, E' INACCETTABILE - "Credo che le liste bloccate siano inaccettabili. Nella percezione dei cittadini, corrispondono al Porcellum". Lo ha detto Rosy Bindi conversando con i giornalisti a Montecitorio.
"L'ideale sarebbero i collegi uninominali con primarie obbligatorie per legge. Ma se non c'e' questa possibilita' non capisco perche', soprattutto dopo la bocciatura di ieri della norma anti discriminatoria, non si possa prendere in considerazione la doppia preferenza", ha aggiunto Bindi che poi ha ricordato: "Noi avevamo ritirato emendamenti", come quello sulla rappresentanza di genere e sulle preferenze, "che poi abbiamo ritirato perche' c'erano degli impegni che, poi, non sono stati rispettati".
SI' A SOGLIE DI SBARRAMENTO - Si registra intanto il sì dell'Aula della Camera all'emendamento della Commissione alla legge elettorale che contiene il cosiddetto "algoritmo", ovvero la formula matematica che trasforma i voti in seggi, e le soglie di sbarramento. L'emendamento è passato a scrutinio segreto con 315 sì e 237 no. L'emendamento rappresenta il cuore dell'Italicum. Prevede la soglia di sbarramento al 37% per ottenere il premio di maggioranza; quella del 4,5% di ingresso per i partiti in coalizione; quella dell'8% per i partiti non coalizzati e quella del 12% per le coalizioni. Il premio di maggioranza viene fissato al 15%. L'emendamento introduce, inoltre, il ballottaggio per le due coalizioni che ottengono più voti ma non superano la soglia del 37%.
Rispettati i tempi stretti chiesti da Matteo Renzi sulla legge elettorale che arriva all'esame finale di Montecitorio senza le quote rose, dopo la bocciatura degli emendamenti che le prevedevano. "Sarebbe positivo che si accelerasse la riforma del regolamento della Camera e si limitasse il ricorso al voto segreto", dice a questo proposito il premier parlando all'assemblea dei deputati Pd. E promette: "Se ci saranno le condizioni per discutere al Senato di parità di genere, riapriremo la discussione".
Il Partito democratico però è spaccato: "Il Pd è stato ferito dai 100 voti che sono mancati per far passare la norma antidiscriminatoria. Noi abbiamo un'idea diversa della democrazia di un uomo solo che fa le cose buone. E se oggi abbiamo un segretario e un premier che crede alla parità , domani potrebbe non essere così", protesta Rosi Bindi. Si dimette da capogruppo in commissione Bilancio Maino Marchi: "Voto ma da soldato semplice". Renzi tuttavia promette: "In questa sala si è detto che il Pd farà 50 e 50 - ha detto durante l'assemblea al Nazareno - un impegno preso per la prima volta nella storia".
Il numero uno di Palazzo Chigi esprime poi "marcato dissenso rispetto a chi ritiene" la legge elettorale che sta per essere approvata alla Camera sia incostituzionale. "Se qualcuno non vuole votare oggi, lo deve spiegare bene fuori da qui", aggiunge. Sull'asse con Berlusconi afferma: "Sulla legge elettorale non c'è da mantenere un patto, ma un impegno che come partito abbiamo preso profondo, netto, chiaro". Montecitorio nel frattempo si è espresso a favore del cosiddetto "algoritmo", cioé la formula matematica che trasforma i voti in seggi, e le soglie di sbarramento. L'emendamento della Commissione alla legge elettorale, frutto dell'accordo Renzi-Berlusconi e pilastro del provvedimento, è passato a scrutinio segreto con 315 sì e 237 no. Ok dell'assemblea quindi alla soglia del 37% per ottenere il premio di maggioranza.
Si va con il brivido verso il voto finale di Montecitorio, con numeri sempre più esili e che lasciano presagire nuove complesse trattative al Senato ed una sorta di redde rationem nel Pd, il partito del premier. Si assottiglia ancora di più la maggioranza che sostiene il patto Pd-Fi sulla legge elettorale ma arriva il via libera su due pietre angolari dell'Italicum: l'emendamento che prevede la soglia di sbarramento al 37% per ottenere il premio di maggioranza al 15% (315 sì, 237 no), la soglia di ingresso del 4,5% per i partiti in coalizione, dell'8% per i partiti non coalizzati e del 12% per le coalizioni. Passano anche il ballottaggio tra le due coalizioni che ottengono più voti ma non superano la soglia del 37% ed i criteri ed algoritmi per la ripartizione dei seggi.
L'Aula della Camera ha bocciato l'emendamento al testo dell'Italicum che mira ad introdurre le preferenze. L'emendamento, a prima firma La Russa, era stato precedentemente accantonato. Governo e commissione hanno dato parere contrario. Gia' nella seduta notturna di giovedi' scorso, l'Assemblea di Montecitorio aveva bocciato alcuni emendamenti sulle preferenze.
+ Taglio cuneo, il Governo: "Trovati i 10 mld"
Il voto di ieri conferma la tenuta del patto politico tra Renzi e Berlusconi, che non prevede le preferenze ma le liste bloccate con collegi plurinominali. Regge il patto sull'Italicum Renzi-Berlusconi, ma la maggioranza 'politica' che lo sostiene traballa e evita il passo falso per soli 35 voti.
I voti favorevoli all'emendamento sulle preferenze sono stati infatti 264 contro i 299 contrari.
Bindi, liste bloccate inaccettabili
INSORGE LA BINDI, E' INACCETTABILE - "Credo che le liste bloccate siano inaccettabili. Nella percezione dei cittadini, corrispondono al Porcellum". Lo ha detto Rosy Bindi conversando con i giornalisti a Montecitorio.
"L'ideale sarebbero i collegi uninominali con primarie obbligatorie per legge. Ma se non c'e' questa possibilita' non capisco perche', soprattutto dopo la bocciatura di ieri della norma anti discriminatoria, non si possa prendere in considerazione la doppia preferenza", ha aggiunto Bindi che poi ha ricordato: "Noi avevamo ritirato emendamenti", come quello sulla rappresentanza di genere e sulle preferenze, "che poi abbiamo ritirato perche' c'erano degli impegni che, poi, non sono stati rispettati".
SI' A SOGLIE DI SBARRAMENTO - Si registra intanto il sì dell'Aula della Camera all'emendamento della Commissione alla legge elettorale che contiene il cosiddetto "algoritmo", ovvero la formula matematica che trasforma i voti in seggi, e le soglie di sbarramento. L'emendamento è passato a scrutinio segreto con 315 sì e 237 no. L'emendamento rappresenta il cuore dell'Italicum. Prevede la soglia di sbarramento al 37% per ottenere il premio di maggioranza; quella del 4,5% di ingresso per i partiti in coalizione; quella dell'8% per i partiti non coalizzati e quella del 12% per le coalizioni. Il premio di maggioranza viene fissato al 15%. L'emendamento introduce, inoltre, il ballottaggio per le due coalizioni che ottengono più voti ma non superano la soglia del 37%.
Rispettati i tempi stretti chiesti da Matteo Renzi sulla legge elettorale che arriva all'esame finale di Montecitorio senza le quote rose, dopo la bocciatura degli emendamenti che le prevedevano. "Sarebbe positivo che si accelerasse la riforma del regolamento della Camera e si limitasse il ricorso al voto segreto", dice a questo proposito il premier parlando all'assemblea dei deputati Pd. E promette: "Se ci saranno le condizioni per discutere al Senato di parità di genere, riapriremo la discussione".
Il Partito democratico però è spaccato: "Il Pd è stato ferito dai 100 voti che sono mancati per far passare la norma antidiscriminatoria. Noi abbiamo un'idea diversa della democrazia di un uomo solo che fa le cose buone. E se oggi abbiamo un segretario e un premier che crede alla parità , domani potrebbe non essere così", protesta Rosi Bindi. Si dimette da capogruppo in commissione Bilancio Maino Marchi: "Voto ma da soldato semplice". Renzi tuttavia promette: "In questa sala si è detto che il Pd farà 50 e 50 - ha detto durante l'assemblea al Nazareno - un impegno preso per la prima volta nella storia".
Il numero uno di Palazzo Chigi esprime poi "marcato dissenso rispetto a chi ritiene" la legge elettorale che sta per essere approvata alla Camera sia incostituzionale. "Se qualcuno non vuole votare oggi, lo deve spiegare bene fuori da qui", aggiunge. Sull'asse con Berlusconi afferma: "Sulla legge elettorale non c'è da mantenere un patto, ma un impegno che come partito abbiamo preso profondo, netto, chiaro". Montecitorio nel frattempo si è espresso a favore del cosiddetto "algoritmo", cioé la formula matematica che trasforma i voti in seggi, e le soglie di sbarramento. L'emendamento della Commissione alla legge elettorale, frutto dell'accordo Renzi-Berlusconi e pilastro del provvedimento, è passato a scrutinio segreto con 315 sì e 237 no. Ok dell'assemblea quindi alla soglia del 37% per ottenere il premio di maggioranza.