Crimea, Parlamento proclama indipendenza. Ue e Usa, referendum è illegale

KIEV - Il parlamento crimeano ha proclamato la Repubblica di Crimea come Stato sovrano indipendente nel quale la città di Sebastopoli ha uno status particolare.

L'autoproclamata Repubblica di Crimea si è poi rivolta "all'Onu e a tutti i Paesi del mondo con l'appello a riconoscere lo Stato indipendente creato dai popoli della Crimea". Il parlamento della Crimea ha quindi deciso di nazionalizzare le proprietà statali ucraine situate in Crimea.

Il risultato definitivo del referendum in Crimea per il ritorno in Russia è del 96,6% a favore: lo twitta il premier locale Serghiei Aksionov.

Intanto il presidente russo Putin ha firmato il decreto sull'indipendenza del Paese. Nel decreto fsi prende atto della "volontà espressa dal popolo del Crimea nel referendum del 16 marzo 2014" e si formalizza che da questo momento la Russia riconosce la penisola come "Stato indipendente e sovrano". 

Mosca riconosce inoltre "uno statuto speciale" per la città di Sebastopoli, dove si è tenuta una consultazione parallela. Pochi minuti dopo la firma a Sebastopoli è esplosa la gioia

LA CRIMEA SCEGLIE LA RUSSIA - La Crimea sceglie Mosca. Non desta molte sorprese il voto sull'annessione della penisola ucraina alla Russia. L'affluenza al referendum è stata del 75%. Il sì ha vinto con il 95%. Ma le urne in cui gli elettori depositavano la scheda erano di vetro, dunque trasparenti. Nessun osservatore indipendente ha vigilato sullo svolgimento della consultazione. Si votava invece sotto lo sguardo dei soldati di Putin o delle milizie filorusse. A tarda sera migliaia di persone sono scese in piazza nelle strade della capitale della Crimea, Simferopoli, e a Sebastopoli, per festeggiare.

Gli elettori erano chiamati a rispondere a due quesiti in tre lingue, russo, ucraino e tataro: "Sostieni la riunificazione della Crimea con la Russia?" e "Sostieni il ripristino della Costituzione della Repubblica di Crimea del 1992 mantenendo lo status della Crimea come parte dell’Ucraina?". Al voto oltre 1,5 milioni di persone.

Lunedì il parlamanento di Sinferopoli vota l'ingresso nella Federazione russa. Nello stesso giorno la riunione a Bruxelles dei ministri degli Esteri europei per ufficializzare le sanzioni economiche e diplomatiche contro Mosca. Sia l'Ue che gli Stati Uniti non riconoscono il risultato del referendum che sancisce la secessione dall'Ucraina di Kiev. Da Washington arriva un avvertimento: "Mosca affronterà costi crescenti per l'intervento militare e la violazione del diritto internazionale nella penisola ucraina". Ma il presidente russo Putin, durante una telefonata, ha detto al presidente americano Barack Obama, che il referendum rispetta perfettamente il diritto internazionale. I due leader hanno concordato che, nonostante le divergenze, c’è la necessita di trovare insieme una soluzione per stabilizzare la situazione.

Putin aveva ribadito anche alla cancelliere tedesca Angela Merkel che "Mosca rispetterà la scelta degli abitanti della Crimea, la cui volontà viene espressa nel pieno rispetto delle norme del diritto internazionale". Durante un colloquio telefonico hanno ipotizzato l’invio di una missione di osservatori Osce.

UE, REFERENDUM ILLEGALE - Il referendum" in Crimea "è illegale e illegittimo e il suo risultato non verrà riconosciuto". Così il presidente della Ue Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione Ue José Barroso in una dichiarazione congiunta.

"La soluzione alla crisi in Ucraina deve essere basata sull'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina, nel quadro della costituzione ucraina così come alla stretta aderenza degli standard internazionali", affermano Barroso e Van Rompuy, che definiscono il referendum in Crimea "contrario alla costituzione ucraina e al diritto internazionale". E, avvertono, "solo lavorando insieme attraverso il processo diplomatico, incluse le discussioni dirette tra i governi dell'Ucraina e della Russia, possiamo trovare una soluzione alla crisi".

Sulla stessa linea d'onda il segretario di Stato John Kerry, che ha chiamato il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov per ribadirgli la posizione degli Usa. "Gli Stati Uniti - ha detto - sono fortemente preoccupati per le continue provocazioni russe nell'est dell'Ucraina e per le attività militari in atto in alcune zone contigue alla Crimea".

Sono migliaia gli elettori che stanno votando a Sebastopoli: nel seggio 850098 a poca distanza dal centro della città si registrano code e sono oltre 2 mila quelli che hanno già votato. "Torniamo a casa", dice qualche elettrice mostrando la scheda prima di inserirla nell'urna trasparente.

AFFLUENZA AL 50% - Si attesta oltre il 50% il dato sull'affluenza al voto per il referendum di annessione alla Russia a Sebastopoli, la città più popolosa della Crimea. Lo annuncia il comitato elettorale centrale di Sebastopoli, a quattro ore e mezzo dall'apertura dei seggi.

Sale di ora in ora la tensione tra Ucraina e Russia alla vigilia del referendum di domenica sulla secessione della penisola ucraina della Crimea. Il ministro della Difesa di Kiev ha reso noto che è stato respinto un tentativo russo di infiltrarsi nel territorio nazionale oltre la Crimea. Aerei e paracadutisti ucraini hanno bloccato una tentativo da parte di truppe russe di invadere l'Arbatskaya Strelka, una striscia di terra lunga 112 km che corre parallela alla costa orientale della Crimea e fa parte della regione di Kherson.

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