La proposta degli imprenditori di Confindustria Lecce: riapriamo lo scalo di Surbo per uscire dall'isolamento

LECCE - Il presidente di Confindustria Lecce Piernicola Leone de Castris ed il vicepresidente con delega alla Logistica Vito Margiotta hanno scritto al ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi, al presidente della Regione Vendola, all’assessore regionale ai Trasporti Giannini ed all’assessore regionale allo Sviluppo Economico Capone, per sollecitare l’urgenza di ripristinare la fruibilità dello Scalo Merci di Surbo in un’ottica di coerente sviluppo del Salento e di un migliore collegamento del sistema pugliese nel contesto nazionale ed internazionale.

La Puglia e il Mezzogiorno scontano, infatti, un problema logistico che si ripercuote sulle condizioni e sui tempi di percorrenza e, di conseguenza, sulla competitività delle imprese e del territorio. Senza contare l’impatto ambientale del trasporto su gomma rispetto a quello su rotaia, che, con quest’ultimo, si ridurrebbe ad un decimo, nonché i gravissimi e tristemente noti problemi di sicurezza dovuti all’intasamento delle strade da parte dei mezzi pesanti.

La riapertura dello Scalo di Surbo, pertanto, è funzionale alla realizzazione della piattaforma logistica regionale che vede nell’hub di Taranto, negli snodi di Brindisi e di Bari, oltre che di Foggia (Incoronata) i punti fondamentali e strategici.

In tale ottica, da tempo, Confindustria Lecce ha fatto propria questa sfida, indispensabile per superare una volta per tutte l’isolamento rispetto alle direttrici nazionali, dovuto alle ataviche carenze infrastrutturali del territorio pugliese. Se tali ritardi non verranno rimossi, si comprometteranno definitivamente la ricostituzione ed il rilancio del nostro sistema economico.

Di qui la proposta, evidenziata nella lettera allegata, di consentire  ad un raggruppamento di imprenditori che fanno capo a Confindustria Lecce – laddove dovesse trovare conferma il disimpegno delle Ferrovie – la gestione dello Scalo di Surbo, per proporre finalmente in termini strategici l’intermodalità dei trasporti, privilegiando quello su rotaia per le merci che partono dall’estremo lembo del sud Italia verso l’Europa ed il mondo e viceversa.

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