L.elettorale: Camera dice no a quote rosa. Renzi, rispettare i patti

ROMA - Sulla legge elettorale "non c'è da mantenere un patto con Berlusconi, ma un impegno che come partito abbiamo preso profondo, netto, chiaro". Lo ha detto il premier Matteo Renzi parlando all'assemblea dei deputati Pd. Renzi esprime "marcato dissenso rispetto a chi ritiene " la legge elettorale che sta per essere approvata alla Camera incostituzionale. "Sarebbe positivo che si accelerasse la riforma del regolamento della Camera e si limitasse il ricorso al voto segreto". Afferma Renzi all'indomani della bocciatura degli emendamenti sulla parità di genere con voto segreto. E poi rassicura: "Se ci saranno le condizioni per discutere al Senato di parità di genere, riapriremo la discussione".

La Camera ieri ha bocciato a scrutinio segreto l'emendamento bipartisan alla legge elettorale che prevede l'alternanza dei sessi nei posti in lista. Il governo si era rimesso all'Aula.

BOLDRINI, AMAREZZA - "Come presidente della Camera rispetto il voto dell'Aula sugli emendamenti riguardanti la parità di genere. Ciò nonostante non posso negare la mia profonda amarezza perché una grande opportunità è stata persa, a detrimento di tutto il Paese e della democrazia". Così Laura Boldrini commenta il "no" alla norma sulla parità di genere

CAMUSSO VS RENZI - Nuovi fendenti, intanto, del segretario della Cgil contro il premier Matteo Renzi che, ha detto Susanna Camusso a Bari, "mi è parso disattento al fatto che c'è una parte del Paese che ha pagato un prezzo altissimo durante questa crisi, che ha più volte cercato di invertire le politiche economiche proprio perché la crisi non continuasse a precipitare'', una parte di Paese che attende ''una svolta''.

Renzi - secondo Camusso - ''deve sapere che quella parte del Paese e quella parte del mondo del lavoro e delle pensioni sta guardando ai suoi tanti annunci e alle coerenze che poi ci saranno tra gli annunci che fa e l'idea di avere una effettiva svolta di politica economica". E ancora "Renzi deve sapere che se risposte ai lavoratori non arrivano o se si tolgono risorse e si riduce la coperta degli ammortizzatori ci sarà un problema di risposta al mondo del lavoro".

'Il mondo non è fatto di derby' - "Capisco che Renzi abbia una visione calcistica ma il mondo non è fatto di derby. Il tema è a chi vuoi dare delle risposte" ha detto ancora Camusso riferendosi alle dichiarazioni fatte ieri dal premier sulla posizione dei sindacati e di Confindustria su Irpef e Irap.

Già ieri la Cgil era passata al contrattacco con il direttivo di Corso d'Italia che aveva fatto sapere che se il governo non darà le risposte necessarie per affrontare l'emergenza occupazione e far fronte alle esigenze dei lavoratori, il sindacato è pronto alla mobilitazione e non esclude anche il ricorso all'arma dello sciopero.

"SCUOLA PRIORITA'" - "La priorità del Paese è la scuola". Il premier Renzi torna in tv per ribadire ancora una volta la sua ricetta per il rilancio dell'Italia e risponde alle critiche per le canzoncine che gli studenti gli hanno dedicato. "A Palazzo Chigi ci sono dei sindaci", assicura il premier agli italiani spiegando che al governo che ci sono dei politici che vogliono uscire dal palazzo e andare sul campo per spendere dei soldi per la collettività, a partire dalla sistemazione degli edifici scolastici ("2,5 miliardi sono già pronti"). "Il governo deve tornare a parlare come parlano gli italiani tutti i giorni. E gli italiani parlano di cose concrete come le scuole", afferma Renzi che aggiunge: "Ho chiesto aiuto a Renzo Piano".

"Siamo a un passo dalla conclusione, si chiuderà martedì", promette il premier a proposito della votazione sull'Italicum. "Trovare una soluzione che vada bene a tutti", aggiunge sulla questione della parità di genere precisando comunque che "la parità vera non si possa ottenere per legge". Sull'abolizione del Senato dice: "Sarà privo di senatori pagati ed eletti". Poi rilancia: "Il 25 maggio non ci saranno più le Province". Renzi è determinato: "Piaccia o non piaccia si è capito che siamo veramente messi all'ultima chance e che la politica o cambia se stessa o l'antipolitica ci porta via tutti. Io rischio l'osso del collo perché o cambio il Paese o cambio mestiere"

"Mercoledì diamo avvio al percorso delle riforme che durerà tre mesi", ricorda il presidente del Consiglio che il 12 marzo presenterà il suo "Jobs Act". Renzi non entra nel merito del provvedimento, su cui si è registrata la levata di scudi della Cgil. Ma promette in merito al taglio di Irap e Irpef: "Ci impegnamo ad abbassare per la prima volta le tasse di 10 miliardi".

Al principale sindacato confederale e a Confidustria il premier chiede: "Cosa avete fatto negli ultimi 20 anni?". E rivendica: "Noi ascoltiamo tutti, ma cosa dobbiamo fare lo sappiamo: lo faremo non pensando alle associazioni di categoria ma alle famiglie e alle imprese".

Renzi accenna all'assegno di disoccupazione, un nuovo ammortizzatore sociale che superi la cassa integrazione. "Avremo i sindacati contro, ma ce ne faremo una ragione", dichiara il premier che sostiene la proposta del ministro del Lavoro Giuliano Poletti di coinvolgere chi è senza un posto in mansioni socialmente utili. Spiega Renzi: "Al disoccupato do il contributo,  ma lui non sta a casa o al bar, ma mi dà una mano per le cose che servono". E svela: il magistrato Raffaele Cantone sarà il presidente dell'autorità contro corruzione.

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