Milan, il Parma di Cassano banchetta a San Siro: tra proteste e scempi tattici, si stufa persino Berlusconi

di Luca Losito - Uno scempio. In campo e fuori. Ripensare alla traumatica domenica rossonera della sonora sconfitta col Parma, non è affatto facile. E' finita 4-2, con Cassano divertitosi come non mai e con un Milan che dopo l'ennesima batosta ha iniziato a considerare attentamente anche la posizione di Seedorf. Persino Berlusconi, suo garante, sarebbe stanco della scriteriata gestione dell'olandese. Inzaghi è già stato preallertato.

Il caos tattico si scatena dopo soli 5': Cassano buca la difesa rossonera con una semplice verticalizzazione, Schelotto si ritrova incredibilmente di fronte ad Abbiati che lo stende. Espulsione al portiere, calcio di rigore e vantaggio firmato da FantAntonio. La gara è appena iniziata, ma di fatto è già (quasi) finita. La gara prosegue, le occasioni degli emiliani fioccano. La squadra di Donadoni si muove armonicamente, evidenziando tutti i difetti dello sfilacciato Diavolo imbastito da Clarence. La reazione, di puro orgoglio, è tutta nel palo di Balotelli. Sull'altro fronte, però, si fatica persino a rendicontare tutte le occasioni create dagli ospiti. Il primo tempo finisce 1-0.

La ripresa non muta lo spartito del match: Parma a caccia del raddoppio, Milan in confusione. Dopo qualche altro affondo errato, il gol arriva: Acquah sfonda sulla destra, Cassano realizza con un rasoterra preciso la sua doppietta rossonera. Sembra finita, ma i rossoneri reagiscono con le ultime forze nervose rimaste: prima Ramì di testa, poi Balotelli su rigore procurato da Montolivo riagguantano il pareggio. Siamo al 75', ci sarebbe il tempo per l'”impresa” ma l'inesistente fase difensiva è pronta a rovinare tutto: galoppata di Schelotto e assist al centro, Amauri con il tacco ricaccia il Diavolo all'inferno. Non è finita qui, sembra un tiro al bersaglio: Biabiany, di testa, insacca anche il 4-2. Il punteggio finale va persino stretto agli emiliani, che si aggiudicano l'Europa.

Il tutto contornato da contestazioni prima, dopo e durante il match. Commentare questo sfacelo non è facile, ma la sensazione è questa: la squadra con Allegri aveva preso una brutta piega, è innegabile, ma affidare la panchina a Seedorf è stato un po' come assoldare il killer perfetto. I numeri parlano chiaro: 7 Ko in 11 gare, impossibile per chiunque fare peggio. Ora, a ragion veduta, bisogna riparare: le scelte sbagliate vanno in qualche modo corrette, cambiare guida tecnica adesso o a fine anno sembra l'unica cosa giusta da fare per ricreare qualcosa di pur lontanamente simile al Milan.

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