OTRANTO (LE) - Dopo il parere negativo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e di Italia Nostra, anche la Sezione Regionale del WWF Italia chiede che venga rilasciato parere negativo di Valutazione di Impatto Ambientale e Valutazione di Incidenza sul progetto per la realizzazione del porto turistico di Otranto (LE), per carenze di studi ed incompleta valutazione dei reali impatti sui sistemi ambientali.
Nella lettera inviata al Servizio Ecologia della Regione , il WWF Puglia ha espresso il suo parere negativo in quanto la documentazione presentata dalla Società Italiana per Condotte d’Acqua S.p.a. è carente sulla valutazione complessiva degli impatti negativi possibili, probabili e/o certi, con altre opere/attività /piani, è insufficiente sugli studi approfonditi (e aggiornati) delle componenti ambientali fondamentali ed i dati scientifici a supporto di affermazioni fatte (uno per tutti: la distruzione del posidonieto) non sono esaustivi.
"Appaiono poi gravissime e al limite del codice penale – ha affermato Matteo Orsino, presidente del WWF Puglia – le dichiarazioni del sindaco di Otranto contro la funzionaria della Sovrintendenza che, esercitando il proprio dovere d'ufficio, ha espresso una valutazione negativa sugli aspetti paesaggistici dell'opera".
"E' inaccettabile – prosegue Orsino – che un sindaco possa rivolgere vere e proprie minacce ad un altro organo dello Stato il quale, in base alla legge, esercita la propria funzione di tutela su un bene costituzionalmente rilevante come il paesaggio e il patrimonio storico. Ed è poi ancora più grave che lo stesso sindaco invochi l'intervento di un parlamentare (l'ex assessore regionale Dario Stefano) per zittire questa stessa funzionaria alla quale va tutto il sostegno e l'apprezzamento del WWF".
Il nuovo Porto Turistico di Otranto avrà un impatto negativo sul Sito d'Importanza Comunitaria (SIC) “Laghi Alimini”, che ha un’estensione di 1044 ettari, come peraltro riconosciuto dalla stessa ditta proponente che ammette la “distruzione dello 0.238% della Posidonia oceanica del SIC Laghi Alimini”.
"A nostro avviso – dichiara Mauro Sasso, vicepresidente del WWF Puglia - le dinamiche ambientali non sono state indagate a sufficienza se non addirittura ignorate, per cui non sono stati valutati i danni che subirebbe la prateria di Posidonia oceanica anche a distanze relativamente prossime al sito di intervento. Si consideri che persino un danno fuori del perimetro del SIC “Laghi Alimini”, può compromettere il posidonieto al suo interno".
Sempre in riferimento al SIC “Laghi Alimini” e alla Posidonia oceanica è necessario attingere ai dati più aggiornati e recenti del progetto “BIOMAP” che informino circa la reale consistenza del posidonieto e la presenza di barriere coralligene.
Altro aspetto carente è la valutazione degli impatti cumulativi in area vasta. Per quanto riguarda gli aspetti ambientali l’istruttoria rileva una carenza della stima degli effetti sinergici e d’insieme delle opere di progetto con le infrastrutture esistenti (elettrodotto) e i gasdotti autorizzati e/o approvati e/o previsti.
Se vi è interferenza diretta con ambienti marini particolari, quel che si dovrebbe anche dire in uno studio di impatto ambientale è come si cumula tale impatto con altre attività . A tal proposito è necessario dedicare particolare attenzione agli impatti cumulativi sull’area vasta considerando anche il progetto “TAP”, su cui questa Associazione si è già espressa in termini negativi, ed i permessi di ricerca di idrocarburi nel mar Adriatico.
Così come non si viene rassicurati per nulla dal fatto che la Caretta caretta ha nidificato sulla costa salentina. Sono animali che tornano anche dopo decenni dove sono nati, e come accaduto in Sicilia quest’anno, possono anche nidificare in zone non note in assoluto negli ultimi 20/30 anni (le ricerche e le attenzioni alla specie sono relativamente recenti).
Altri dubbi e perplessità riguardano il potenziale impatto sulle piante marine del dragaggio, dello scavo, del movimento di navi, delle operazioni di ormeggio e di quelle di scarico. Il rischio potrebbe comprendere la rimozione fisica o l'interramento della vegetazione e gli effetti indiretti dovuti agli aumenti temporanei della torbidità .
A regime, inoltre, è previsto l’incremento di 337 posti barca stanziali e di 80 transiti nel sistema portuale di Otranto. Non possiamo assolutamente immaginare che l’impatto sia pari a zero, se non altro per la previsione in base alla quale, nello stesso progetto, sono contemplati sistemi di intercettazione, convogliamento e trattamento delle acque reflue generate dalle lavorazioni in area portuale.
Necessari, infine, ulteriori approfondimenti in merito all’impatto sull’habitat per la conservazione di avifauna (IBA) in quanto non ci conforta la circostanza che “si prevede una minima perdita diretta dell’habitat, (….) e che la perdita indiretta di habitat, dovuta al disturbo, si prevede medio bassa in periodo estivo, in relazione alla fruizione dell’opera e minima negli altri mesi dell’anno”. In altre parole la stessa Società Italiana per Condotte d’Acqua S.p.a. ammette la distruzione di habitat, minimizzandone ancora una volta la portata, così come quando ridimensiona l’evento della distruzione di una parte del posidonieto, ma tutto questo è inaccettabile.
“Congedo, c'è volontà politica di realizzarlo?” - Il vice presidente vicario del gruppo PdL/FI alla Regione Puglia Erio Congedo irrompe nel dibattito sulla realizzazione del porto turistico a Otranto (un progetto stoppato dall’Arpa e dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici dopo quasi 8 anni di lungaggini burocratiche) e chiede al Governo nazionale e alla Regione una presa di posizione politica sulla questione.
“Questa storia - evidenzia - è un capolavoro dei paradossi, visto che dopo quasi 8 anni di pareri di varia natura, valutazioni di impatto ambientale, conferenze di servizi, modifiche e ricorsi giudiziari, l’Arpa e la Soprintendenza hanno demolito tutto quanto con i loro pareri negativi. Premesso che non ho alcun dubbio sul fatto che lo sviluppo non possa prescindere dal rispetto dell’ambiente, la vicenda apre un paio di profili problematici. Il primo è la capacità del territorio pugliese di attrarre investimenti, considerata la clamorosa stravaganza di una iniziativa privata che dopo tutto questo tempo e questo dispendio di risorse è, di fatto, al punto di partenza, senza sbocchi. Una iniziativa che avrebbe potuto cambiare le sorti del territorio, rivoluzionando il comparto nautico del Salento e rinforzando in misura inimmaginabile la sua potenzialità turistica. Il secondo profilo è quello che inevitabilmente porta a chiedersi quanto incida la burocrazia sull’autodeterminazione dei propri percorsi di sviluppo da parte di un territorio.
E’ necessario allora - aggiunge Congedo - che sulla vicenda del porto turistico di Otranto si vada oltre i meri pareri dell’Arpa e della Soprintendenza e si pretendano le prese di posizione politiche del Governo, attraverso il Ministero dei Beni Culturali, e della Regione Puglia. Lo sviluppo o non-sviluppo del Salento, le scelte strategiche di un territorio, gli investimenti e la libertà di iniziativa di un privato, non possono dipendere esclusivamente da procedure burocratiche ingessate e da un sistema pachidermico. A meno che dietro ai dinieghi non ci sia una chiara volontà politica che non può esplicitarsi e che pone per altre vie ostacoli di natura tecnica. Se fosse così, sarebbe stato utile capirlo prima, per risparmiare tempo e risorse e per mettersi in pace l’anima e le velleità di sviluppo e di crescita del Salento”. /comunicato
Nella lettera inviata al Servizio Ecologia della Regione , il WWF Puglia ha espresso il suo parere negativo in quanto la documentazione presentata dalla Società Italiana per Condotte d’Acqua S.p.a. è carente sulla valutazione complessiva degli impatti negativi possibili, probabili e/o certi, con altre opere/attività /piani, è insufficiente sugli studi approfonditi (e aggiornati) delle componenti ambientali fondamentali ed i dati scientifici a supporto di affermazioni fatte (uno per tutti: la distruzione del posidonieto) non sono esaustivi.
"Appaiono poi gravissime e al limite del codice penale – ha affermato Matteo Orsino, presidente del WWF Puglia – le dichiarazioni del sindaco di Otranto contro la funzionaria della Sovrintendenza che, esercitando il proprio dovere d'ufficio, ha espresso una valutazione negativa sugli aspetti paesaggistici dell'opera".
"E' inaccettabile – prosegue Orsino – che un sindaco possa rivolgere vere e proprie minacce ad un altro organo dello Stato il quale, in base alla legge, esercita la propria funzione di tutela su un bene costituzionalmente rilevante come il paesaggio e il patrimonio storico. Ed è poi ancora più grave che lo stesso sindaco invochi l'intervento di un parlamentare (l'ex assessore regionale Dario Stefano) per zittire questa stessa funzionaria alla quale va tutto il sostegno e l'apprezzamento del WWF".
Il nuovo Porto Turistico di Otranto avrà un impatto negativo sul Sito d'Importanza Comunitaria (SIC) “Laghi Alimini”, che ha un’estensione di 1044 ettari, come peraltro riconosciuto dalla stessa ditta proponente che ammette la “distruzione dello 0.238% della Posidonia oceanica del SIC Laghi Alimini”.
"A nostro avviso – dichiara Mauro Sasso, vicepresidente del WWF Puglia - le dinamiche ambientali non sono state indagate a sufficienza se non addirittura ignorate, per cui non sono stati valutati i danni che subirebbe la prateria di Posidonia oceanica anche a distanze relativamente prossime al sito di intervento. Si consideri che persino un danno fuori del perimetro del SIC “Laghi Alimini”, può compromettere il posidonieto al suo interno".
Sempre in riferimento al SIC “Laghi Alimini” e alla Posidonia oceanica è necessario attingere ai dati più aggiornati e recenti del progetto “BIOMAP” che informino circa la reale consistenza del posidonieto e la presenza di barriere coralligene.
Altro aspetto carente è la valutazione degli impatti cumulativi in area vasta. Per quanto riguarda gli aspetti ambientali l’istruttoria rileva una carenza della stima degli effetti sinergici e d’insieme delle opere di progetto con le infrastrutture esistenti (elettrodotto) e i gasdotti autorizzati e/o approvati e/o previsti.
Se vi è interferenza diretta con ambienti marini particolari, quel che si dovrebbe anche dire in uno studio di impatto ambientale è come si cumula tale impatto con altre attività . A tal proposito è necessario dedicare particolare attenzione agli impatti cumulativi sull’area vasta considerando anche il progetto “TAP”, su cui questa Associazione si è già espressa in termini negativi, ed i permessi di ricerca di idrocarburi nel mar Adriatico.
Così come non si viene rassicurati per nulla dal fatto che la Caretta caretta ha nidificato sulla costa salentina. Sono animali che tornano anche dopo decenni dove sono nati, e come accaduto in Sicilia quest’anno, possono anche nidificare in zone non note in assoluto negli ultimi 20/30 anni (le ricerche e le attenzioni alla specie sono relativamente recenti).
Altri dubbi e perplessità riguardano il potenziale impatto sulle piante marine del dragaggio, dello scavo, del movimento di navi, delle operazioni di ormeggio e di quelle di scarico. Il rischio potrebbe comprendere la rimozione fisica o l'interramento della vegetazione e gli effetti indiretti dovuti agli aumenti temporanei della torbidità .
A regime, inoltre, è previsto l’incremento di 337 posti barca stanziali e di 80 transiti nel sistema portuale di Otranto. Non possiamo assolutamente immaginare che l’impatto sia pari a zero, se non altro per la previsione in base alla quale, nello stesso progetto, sono contemplati sistemi di intercettazione, convogliamento e trattamento delle acque reflue generate dalle lavorazioni in area portuale.
Necessari, infine, ulteriori approfondimenti in merito all’impatto sull’habitat per la conservazione di avifauna (IBA) in quanto non ci conforta la circostanza che “si prevede una minima perdita diretta dell’habitat, (….) e che la perdita indiretta di habitat, dovuta al disturbo, si prevede medio bassa in periodo estivo, in relazione alla fruizione dell’opera e minima negli altri mesi dell’anno”. In altre parole la stessa Società Italiana per Condotte d’Acqua S.p.a. ammette la distruzione di habitat, minimizzandone ancora una volta la portata, così come quando ridimensiona l’evento della distruzione di una parte del posidonieto, ma tutto questo è inaccettabile.
“Congedo, c'è volontà politica di realizzarlo?” - Il vice presidente vicario del gruppo PdL/FI alla Regione Puglia Erio Congedo irrompe nel dibattito sulla realizzazione del porto turistico a Otranto (un progetto stoppato dall’Arpa e dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici dopo quasi 8 anni di lungaggini burocratiche) e chiede al Governo nazionale e alla Regione una presa di posizione politica sulla questione.
“Questa storia - evidenzia - è un capolavoro dei paradossi, visto che dopo quasi 8 anni di pareri di varia natura, valutazioni di impatto ambientale, conferenze di servizi, modifiche e ricorsi giudiziari, l’Arpa e la Soprintendenza hanno demolito tutto quanto con i loro pareri negativi. Premesso che non ho alcun dubbio sul fatto che lo sviluppo non possa prescindere dal rispetto dell’ambiente, la vicenda apre un paio di profili problematici. Il primo è la capacità del territorio pugliese di attrarre investimenti, considerata la clamorosa stravaganza di una iniziativa privata che dopo tutto questo tempo e questo dispendio di risorse è, di fatto, al punto di partenza, senza sbocchi. Una iniziativa che avrebbe potuto cambiare le sorti del territorio, rivoluzionando il comparto nautico del Salento e rinforzando in misura inimmaginabile la sua potenzialità turistica. Il secondo profilo è quello che inevitabilmente porta a chiedersi quanto incida la burocrazia sull’autodeterminazione dei propri percorsi di sviluppo da parte di un territorio.
E’ necessario allora - aggiunge Congedo - che sulla vicenda del porto turistico di Otranto si vada oltre i meri pareri dell’Arpa e della Soprintendenza e si pretendano le prese di posizione politiche del Governo, attraverso il Ministero dei Beni Culturali, e della Regione Puglia. Lo sviluppo o non-sviluppo del Salento, le scelte strategiche di un territorio, gli investimenti e la libertà di iniziativa di un privato, non possono dipendere esclusivamente da procedure burocratiche ingessate e da un sistema pachidermico. A meno che dietro ai dinieghi non ci sia una chiara volontà politica che non può esplicitarsi e che pone per altre vie ostacoli di natura tecnica. Se fosse così, sarebbe stato utile capirlo prima, per risparmiare tempo e risorse e per mettersi in pace l’anima e le velleità di sviluppo e di crescita del Salento”. /comunicato