LECCE - “E’ stata necessaria una legge nazionale perché la Regione Puglia, socio di maggioranza della società di gestione, si accorgesse finalmente dell’esistenza delle terme di Santa Cesarea”. Così il vice presidente vicario del gruppo Pdl/Fi Erio Congedo critica la Regione Puglia per la gestione delle terme di Santa Cesarea, in occasione dell’invito che l’ufficio di presidenza regionale ha rivolto ai soci di Terme spa (la Provincia di Lecce e i Comuni di Santa Cesarea, Poggiardo, Minervino e Castro) di attivarsi per procedere alla dismissione delle quote, secondo quanto prevede la legge n. 147/2013 sulla privatizzazione delle società partecipate.
“In 9 anni di governo Vendola - prosegue - la gestione delle terme è stata a tratti superficiale, a tratti allegra. Basti pensare che non c’è traccia di una guida politica e quindi nemmeno di uno straccio di mission, che hanno comportato il mancato ammodernamento delle strutture, l’assenza di un progetto di sviluppo, la mancata valorizzazione delle professionalità interne (e locali), le controversie tra soci. Ecco perché sulle terme di Santa Cesarea la Regione ha perso un’occasione, avendo sotto-utilizzato uno strumento di attrattiva straordinario e quindi penalizzato uno dei comparti più importanti per il sistema turistico regionale. Ciò per pura sciatteria politica e amministrativa, dal momento che non è certo mancata la disponibilità di milioni di euro di finanziamenti destinati al potenziamento, persi in misteriosi rivoli di spese. Che, peraltro, sono tutte da verificare e che infatti hanno portato alla richiesta da parte del Comune di Santa Cesarea di un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori.
Se davvero lo scenario sarà quello tracciato dalla Legge n.147 - continua Congedo - chiediamo che la dismissione delle quote pubbliche e la successiva privatizzazione avvengano con la massima trasparenza e con garanzie molto forti sul futuro dei dipendenti e sul rilancio di una struttura fondamentale per il turismo e l’economia del Salento e della Puglia”.
“In 9 anni di governo Vendola - prosegue - la gestione delle terme è stata a tratti superficiale, a tratti allegra. Basti pensare che non c’è traccia di una guida politica e quindi nemmeno di uno straccio di mission, che hanno comportato il mancato ammodernamento delle strutture, l’assenza di un progetto di sviluppo, la mancata valorizzazione delle professionalità interne (e locali), le controversie tra soci. Ecco perché sulle terme di Santa Cesarea la Regione ha perso un’occasione, avendo sotto-utilizzato uno strumento di attrattiva straordinario e quindi penalizzato uno dei comparti più importanti per il sistema turistico regionale. Ciò per pura sciatteria politica e amministrativa, dal momento che non è certo mancata la disponibilità di milioni di euro di finanziamenti destinati al potenziamento, persi in misteriosi rivoli di spese. Che, peraltro, sono tutte da verificare e che infatti hanno portato alla richiesta da parte del Comune di Santa Cesarea di un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori.
Se davvero lo scenario sarà quello tracciato dalla Legge n.147 - continua Congedo - chiediamo che la dismissione delle quote pubbliche e la successiva privatizzazione avvengano con la massima trasparenza e con garanzie molto forti sul futuro dei dipendenti e sul rilancio di una struttura fondamentale per il turismo e l’economia del Salento e della Puglia”.