Proposta delle norme per i terreni sottoposti a vincolo idrogeologico
BARI - In una missiva indirizzata all’Assessore alle Risorse Agroalimentari, Agricoltura Alimentazione, Riforma Fondiaria, Caccia e Pesca e Foreste Fabrizio Nardoni, il WWF Puglia ha manifestato forti perplessità sulla coerenza sulla proposta avanzata dalla Regione Puglia con gli indirizzi di tutela della Rete Natura 2000 sanciti dall'Unione europea.
Il Regolamento proposto si prefigge di dettare “norme sui terreni vincolati e perimetrati per scopi idrogeologici di qualsiasi natura individuati a norma del Regio Decreto Legge 30 dicembre 1923, n. 3267 “Legge Forestale” e del suo Regolamento di applicazione ed esecuzione R.D. n. 1126 del 16 maggio 1926, Regolamento Forestale e successive integrazioni e modificazioni”.
Benché all'art. 3 si premetta che <<gli interventi in ambiti sottoposti a vincolo idrogeologico devono essere progettati e realizzati in funzione della salvaguardia e della qualità dell’ambiente e dell’assetto idrogeologico, senza alterare in modo irreversibile l’ecosistema in cui vengono eseguiti...>> , le successive misure di semplificazione contenute nel provvedimento fanno temere che si dia il via ad una nuova massiccia distruzione di habitat preziosi e ormai rari per la Puglia, come quella che ha coinvolto una decina d'anni fa i pascoli dell'Alta Murgia.
Ci riferiamo, ad esempio, al contenuto dell'art. 12 che consentirebbe in linea generale la trasformazione di pascoli in terreni coltivabili, previo nulla osta regionale o, nel caso di terreni di estensione inferiore a 2 ettari o con pendenza non superiore al 25%, addirittura con una semplice comunicazione.
“Questa previsione – ha dichiarato l’ng. Matteo Orsino, Presidente regionale WWF Puglia - va contro tutte le norme comunitarie che impongono la tutela dei pascoli naturali in Europa, sia quelle relative alla Direttiva Habitat che le misure di condizionalità della nuova PAC”.
Né tantomeno si può pensare che l'attività di rimboschimento consentita in queste 2 aree possa essere assimilabile ad una tutela ambientale, atteso che si tratta di habitat diversi e non sostituibili l'uno con l'altro. Ma anche la formulazione dell'art. 11, relativa alla trasformazione dei boschi, appare del tutto oscura, lasciando intendere che sia possibile il cambio di destinazione d'uso del suolo boschivo.
Il WWF approfondirà gli ulteriori elementi del testo proposto, auspicando che si attui un'attenta revisione del regolamento e che lo stesso venga coordinato con le misure comunitarie, nazionali e regionali di tutela e salvaguardia degli habitat già in vigore, anche al fine di evitare di esporre la Regione ad una procedura di infrazione comunitaria.
Il Regolamento proposto si prefigge di dettare “norme sui terreni vincolati e perimetrati per scopi idrogeologici di qualsiasi natura individuati a norma del Regio Decreto Legge 30 dicembre 1923, n. 3267 “Legge Forestale” e del suo Regolamento di applicazione ed esecuzione R.D. n. 1126 del 16 maggio 1926, Regolamento Forestale e successive integrazioni e modificazioni”.
Benché all'art. 3 si premetta che <<gli interventi in ambiti sottoposti a vincolo idrogeologico devono essere progettati e realizzati in funzione della salvaguardia e della qualità dell’ambiente e dell’assetto idrogeologico, senza alterare in modo irreversibile l’ecosistema in cui vengono eseguiti...>> , le successive misure di semplificazione contenute nel provvedimento fanno temere che si dia il via ad una nuova massiccia distruzione di habitat preziosi e ormai rari per la Puglia, come quella che ha coinvolto una decina d'anni fa i pascoli dell'Alta Murgia.
Ci riferiamo, ad esempio, al contenuto dell'art. 12 che consentirebbe in linea generale la trasformazione di pascoli in terreni coltivabili, previo nulla osta regionale o, nel caso di terreni di estensione inferiore a 2 ettari o con pendenza non superiore al 25%, addirittura con una semplice comunicazione.
“Questa previsione – ha dichiarato l’ng. Matteo Orsino, Presidente regionale WWF Puglia - va contro tutte le norme comunitarie che impongono la tutela dei pascoli naturali in Europa, sia quelle relative alla Direttiva Habitat che le misure di condizionalità della nuova PAC”.
Né tantomeno si può pensare che l'attività di rimboschimento consentita in queste 2 aree possa essere assimilabile ad una tutela ambientale, atteso che si tratta di habitat diversi e non sostituibili l'uno con l'altro. Ma anche la formulazione dell'art. 11, relativa alla trasformazione dei boschi, appare del tutto oscura, lasciando intendere che sia possibile il cambio di destinazione d'uso del suolo boschivo.
Il WWF approfondirà gli ulteriori elementi del testo proposto, auspicando che si attui un'attenta revisione del regolamento e che lo stesso venga coordinato con le misure comunitarie, nazionali e regionali di tutela e salvaguardia degli habitat già in vigore, anche al fine di evitare di esporre la Regione ad una procedura di infrazione comunitaria.