Renzi, i sottosegretari della 'discordia'
ROMA - Renzi ieri ha riempito tutte le caselle con viceministri e sottosegretari, ma alcune scelte hanno provocato non poche polemiche. Due le nomine giudicate da più parti come 'scomode': quella di Francesca Barracciu, sottosegretaria alla Cultura, e quella di Antonio Gentile, con lo stesso incarico ai Trasporti. La prime è colei che vinse le primarie del Pd in Sardegna, ma la cui candidatura alla presidenza fu ritirata per il suo coinvolgimento in un'indagine sulle spese pazze dei gruppi consiliari. Sarcastico il commento della scrittrice Michela Murgia, candidata alle regionali in Sardegna: "Troppo indagata per fare il governatore, ma sottosegretario è ok".
Il secondo è un importante esponente dell'Ncd in Calabria, sfiorato da un inchiesta sulla sanità, ma soprattutto protagonista di uno strano episodio avvenuto la notte tra il 18 e 19 febbraio, quando si ruppero le rotative del quotidiano L'Ora della Calabria che quindi non andò in stampa. Il giorno dopo il direttore del giornale Luciano Regolo denuncia le pressioni ricevute dall'editore per non far pubblicare un articolo che parla dell'indagine in corso sul figlio del senatore Gentile. Il direttore si oppone, ma a notte fonda viene avvisato di un "guasto alle rotative". Colui che poi sarebbe diventato sottosegretario alle Infrastrutture ha però negato un suo coinvolgimento minacciando azioni legali.
Matteo Renzi si trova però a fare i conti anche con un "caso Giustizia". In via Arenula infatti viene riconfermato l'ex magistrato (area centrodestra) Cosimo Ferri, amico di Denis Verdini (ex coordinatore di Forza Italia) e finito in alcune intercettazioni sulla P3 (ma mai indagato) e arriva come viceministro Enrico Costa (Ncd), che è stato il relatore del Lodo Alfano alla Camera, lo scudo per le più alte cariche dello Stato, bocciato dalla Consulta. Insomma due persone di area berlusconiana.
Il secondo è un importante esponente dell'Ncd in Calabria, sfiorato da un inchiesta sulla sanità, ma soprattutto protagonista di uno strano episodio avvenuto la notte tra il 18 e 19 febbraio, quando si ruppero le rotative del quotidiano L'Ora della Calabria che quindi non andò in stampa. Il giorno dopo il direttore del giornale Luciano Regolo denuncia le pressioni ricevute dall'editore per non far pubblicare un articolo che parla dell'indagine in corso sul figlio del senatore Gentile. Il direttore si oppone, ma a notte fonda viene avvisato di un "guasto alle rotative". Colui che poi sarebbe diventato sottosegretario alle Infrastrutture ha però negato un suo coinvolgimento minacciando azioni legali.
Matteo Renzi si trova però a fare i conti anche con un "caso Giustizia". In via Arenula infatti viene riconfermato l'ex magistrato (area centrodestra) Cosimo Ferri, amico di Denis Verdini (ex coordinatore di Forza Italia) e finito in alcune intercettazioni sulla P3 (ma mai indagato) e arriva come viceministro Enrico Costa (Ncd), che è stato il relatore del Lodo Alfano alla Camera, lo scudo per le più alte cariche dello Stato, bocciato dalla Consulta. Insomma due persone di area berlusconiana.