TARANTO - “Plaudo all’iniziativa di S.E. Rev. ma Monsignor Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto, di indire in Episcopio una pubblica assemblea per ascoltare le sofferenze, i bisogni e i desideri dalla viva voce dei cittadini del Centro Storico di Taranto.
Quale autentico interprete della parola di Papa Francesco per un nuovo umanesimo della società, S.E. Rev. ma Monsignor Filippo Santoro riporta così al centro del dibattito sul futuro dell’Isola i suoi abitanti, uomini e donne che ogni giorno rendono vivo e pulsante il quartiere più antico di Taranto.
Con Monsignor Filippo Santoro l’Episcopio, edificio-simbolo della Chiesa di Taranto, diventa così ‘punto di ascolto’ in grado di accogliere chi vive un disagio, chi vive una condizione meno fortunata rispetto a tante altre persone.
Condivido l’idea di S.E Rev. ma, Monsignor Filippo Santoro che, prima ancora di ristrutturare palazzi più o meno importanti nell’Isola, prima ancora di restaurare il suo inestimabile patrimonio edilizio che purtroppo cade a pezzi, è essenziale disegnare per il nostro Centro Storico un futuro che veda innanzitutto la soluzione dei problemi di natura sociale che l’attanagliano, un futuro in grado di garantire ai suoi abitanti le stesse condizioni di vivibilità di cui usufruiscono i Tarantini degli altri quartieri.
Per far ciò bisogna ascoltare gli abitanti dell’Isola e gli operatori culturali e sociali che vi lavorano quotidianamente, in modo da superare la limitata visione che vede il Centro Storico come una zona folkloristica su cui accendere i riflettori solo in alcune serate estive, un quartiere che deve invece vivere di luce propria e non di luce riflessa.
Se ciò non sarà compiuto, se nel prossimo futuro l’intervento nel Centro Storico si limiterà al solo recupero del patrimonio edilizio, che pur è necessario e va tenuto in debito conto, allora ogni azione rappresenterà, come accaduto in passato (via Cava docet), un inutile dispendio di risorse pubbliche che non risolveranno il problema ma, anzi, provocheranno una ulteriore frustrazione negli abitanti che, per l’ennesima volta, si sentiranno emarginati e vittime della ennesima strumentalizzazione per coprire speculazioni edilizie.
Allora bene fa il nostro Arcivescovo, quale Pastore del Suo gregge disorientato, a indicare la strada maestra da percorrere per vedere in futuro la luce: lo ha fatto sull’Ambiente con un convegno con il quale è riuscito a far arrivare a Taranto insieme due ministri, e bene fa ora insegnando a tutti noi ad ascoltare i cittadini del Centro Storico”. A riferirlo in una nota il consigliere regionale del Pdl –FI Arnaldo Sala.
Quale autentico interprete della parola di Papa Francesco per un nuovo umanesimo della società, S.E. Rev. ma Monsignor Filippo Santoro riporta così al centro del dibattito sul futuro dell’Isola i suoi abitanti, uomini e donne che ogni giorno rendono vivo e pulsante il quartiere più antico di Taranto.
Con Monsignor Filippo Santoro l’Episcopio, edificio-simbolo della Chiesa di Taranto, diventa così ‘punto di ascolto’ in grado di accogliere chi vive un disagio, chi vive una condizione meno fortunata rispetto a tante altre persone.
Condivido l’idea di S.E Rev. ma, Monsignor Filippo Santoro che, prima ancora di ristrutturare palazzi più o meno importanti nell’Isola, prima ancora di restaurare il suo inestimabile patrimonio edilizio che purtroppo cade a pezzi, è essenziale disegnare per il nostro Centro Storico un futuro che veda innanzitutto la soluzione dei problemi di natura sociale che l’attanagliano, un futuro in grado di garantire ai suoi abitanti le stesse condizioni di vivibilità di cui usufruiscono i Tarantini degli altri quartieri.
Per far ciò bisogna ascoltare gli abitanti dell’Isola e gli operatori culturali e sociali che vi lavorano quotidianamente, in modo da superare la limitata visione che vede il Centro Storico come una zona folkloristica su cui accendere i riflettori solo in alcune serate estive, un quartiere che deve invece vivere di luce propria e non di luce riflessa.
Se ciò non sarà compiuto, se nel prossimo futuro l’intervento nel Centro Storico si limiterà al solo recupero del patrimonio edilizio, che pur è necessario e va tenuto in debito conto, allora ogni azione rappresenterà, come accaduto in passato (via Cava docet), un inutile dispendio di risorse pubbliche che non risolveranno il problema ma, anzi, provocheranno una ulteriore frustrazione negli abitanti che, per l’ennesima volta, si sentiranno emarginati e vittime della ennesima strumentalizzazione per coprire speculazioni edilizie.
Allora bene fa il nostro Arcivescovo, quale Pastore del Suo gregge disorientato, a indicare la strada maestra da percorrere per vedere in futuro la luce: lo ha fatto sull’Ambiente con un convegno con il quale è riuscito a far arrivare a Taranto insieme due ministri, e bene fa ora insegnando a tutti noi ad ascoltare i cittadini del Centro Storico”. A riferirlo in una nota il consigliere regionale del Pdl –FI Arnaldo Sala.