SAN SEVERO (FG) - Sarà intitolato ad Isabella Vegliato, una delle donne che hanno fatto la storia della città, il nuovo consultorio familiare cittadino di via don Aldo Prato, 72. L’inaugurazione è in programma domani 8 marzo alle 17. La Asl di Foggia, su proposta del candidato sindaco Dino Marino, ha deciso infatti di dedicare la struttura, che per vocazione offre alla popolazione femminile un punto di riferimento fondamentale dal punto di vista sanitario, a Isabella Vegliato.
Dirigente storica del movimento dei lavoratori, prese parte agli scioperi e alle manifestazioni organizzate negli anni Cinquanta per denunciare le condizioni drammatiche dei braccianti di San Severo, così come accadeva contestualmente in tutto il territorio nazionale. Proprio in nome della sua battaglia per la democrazia, Isabella Vegliato fu arrestata, insieme ad altre quaranta donne, durante le manifestazioni del 23 marzo 1950, organizzate sull’onda dell’indignazione sollevata dall’uccisione di due manifestanti in provincia di Chieti, nei giorni precedenti, ad opera della polizia.
Fiera dirigente dell’Unione Donne Italiane, del PCI e del sindacato, è stata, alla fine degli anni Settanta, proprio tra le donne che con caparbietà hanno lottato per l’apertura del consultorio familiare in città. Il taglio del nastro avverrà alla presenza dell’assessore alle politiche della salute Elena Gentile, del direttore generale dell’Asl, Attilio Manfrini, del presidente della III commissione sanità, Dino Marino, del consigliere regionale Francesco Damone, del commissario prefettizio Nicolina Miscia, del direttore del distretto 51, Maurizio Leone e del dirigente dell’Urp, Rachele Cristino.
Dirigente storica del movimento dei lavoratori, prese parte agli scioperi e alle manifestazioni organizzate negli anni Cinquanta per denunciare le condizioni drammatiche dei braccianti di San Severo, così come accadeva contestualmente in tutto il territorio nazionale. Proprio in nome della sua battaglia per la democrazia, Isabella Vegliato fu arrestata, insieme ad altre quaranta donne, durante le manifestazioni del 23 marzo 1950, organizzate sull’onda dell’indignazione sollevata dall’uccisione di due manifestanti in provincia di Chieti, nei giorni precedenti, ad opera della polizia.
Fiera dirigente dell’Unione Donne Italiane, del PCI e del sindacato, è stata, alla fine degli anni Settanta, proprio tra le donne che con caparbietà hanno lottato per l’apertura del consultorio familiare in città. Il taglio del nastro avverrà alla presenza dell’assessore alle politiche della salute Elena Gentile, del direttore generale dell’Asl, Attilio Manfrini, del presidente della III commissione sanità, Dino Marino, del consigliere regionale Francesco Damone, del commissario prefettizio Nicolina Miscia, del direttore del distretto 51, Maurizio Leone e del dirigente dell’Urp, Rachele Cristino.