Santa Croce, la rinomata basilica barocca di Lecce «imbracata». 3 anni per il restauro

di Giuseppe Massari - Almeno tre anni di passione attendono la sontuosa facciata della basilica di Santa Croce che sarà schermata con teli e impalcature per i restauri necessari a fermare lo sbriciolamento di parte dei preziosi decori avvenuto a cominciare dal 2011. Al netto delle verifiche tecniche eseguite dai consulenti, lo annuncia l’architetta Giovanna Cacudi, della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, nelle sue vesti di responsabile del procedimento che riguarda gli interventi diagnostici e di monitoraggio della facciata con annesse opere di messa in sicurezza strutturale e delle superfici lapidee.

Il lavoro sin qui svolto dagli esperti conferma, nella sostanza, i timori iniziali secondo cui la facciata della basilica, simbolo della città con il suo grande rosone e i ricchi ricami scolpiti nella pietra leccese, non se la passa bene. Santa Croce è malata, ma per fortuna le sue condizioni non sono gravi o in pericolo di vita e possono essere curate con interventi minuziosi e appropriati, non facili, non rapidi.

“Ci vorrà del tempo - ammette Giovanna Cacudi - per rimettere a posto le cose, ma per fortuna i danni sono restaurabili. Da subito, occorrerà  fare ricorso a impalcature e teloni che, nella prima fase, saranno distesi sulla parte superiore che sarà interessata da lavori di restauro per circa un anno e mezzo», chiarisce l’architetta Cacudi mentre almeno un altro anno e mezzo sarà necessario per restaurare la sezione inferiore”. Per quanto concerne la spesa complessiva, la responsabile della Soprintendenza si sbilancia in questi termini: ”A disposizione noi abbiamo già circa 150.000 euro ai quali dovremo aggiungerne altrettanti per poter completare i lavori, tenendo conto  che ci sono dei problemi di natura strutturale nella parte alta e problemi di natura conservativa del paramento lapideo e ora si interverrà con le operazioni di risanamento. Ma il fatto che si possa intervenire è positivo, anche se è stato necessario del tempo per poter capire quale dovesse essere il giusto intervento. Andremo per gradi partendo dalla parte alta della facciata e ricorrendo a fondi ministeriali. Se dovessero concedere le somme richieste andremo avanti e comunque tutto dipende dai finanziamenti. Sicuramente entro questo mese dovrò consegnare il progetto. Una cosa è certa: i 150.000 euro di fondi ordinari a nostra disposizione inizieremo subito ad utilizzarli. Per tutto questo, almeno tre anni mi sembra un tempo ragionevole».

Tutto potrà essere concluso, si spera, per il 2019, anno in cui la città di Lecce potrebbe essere insignita del titolo di Capitale europea per la cultura, per la quale sta concorrendo, non demeritando il titolo, visto il traguardo già raggiunto di essere tra le sei città finaliste. Qualche sacrificio per i turisti, che saranno privati di un monumento di eccezionale pregio e valore artistico. Ma Lecce ha molto altro di cui vantarsi e che non mancherà di offrire.

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