BARI - "Sulla Pavoncelli bis è confortante sapere che il Ministro Lupi ha assicurato il suo interessamento. Ma ora il problema è che il 31 marzo si avvicina e non possiamo permetterci la sospensione dei lavori. Bisogna decidere presto e non è ammessa pigrizia".
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, con riferimento alla scadenza al 31 marzo 2014 del regime commissariale per la realizzazione della Pavoncelli bis, e del rischio molto concreto di sospensione dei lavori.
"Se si volesse davvero risolvere il problema i casi sono tre: o prorogare il regime commissariale, o passare la gestione dei lavori al Ministero delle Infrastrutture oppure ad Acquedotto pugliese.
Nel primo caso servirebbe un decreto legge, nel secondo la disponibilità delle strutture tecniche del Ministero delle Infrastrutture di farsi stazione appaltante (ma dubito fortemente perché già in passato fu opposto un cortese ma fermo rifiuto) e nel terzo caso sarebbe una sciocchezza perché l'opera è localizzata in Campania e la decisione attirerebbe su AQP tutte le controversie con i territori, perché nessuno sarebbe disponibile a riconoscergli un ruolo terzo ed imparziale.
E allora non c'è molto spazio alla fantasia. Si faccia qualcosa, si faccia presto e alla condizione irrinunciabile che il soggetto comunque individuato si impegni a non sospendere, nemmeno per un'ora i lavori".
La Pavoncelli bis è la più importante opera pubblica al servizio della Puglia, e dovrebbe sostituire la vecchia Pavoncelli, in gravi condizioni di stabilità strutturale a seguito del terremoto del 1980, e che nonostante tutto porta ancora l’acqua ad un terzo di pugliesi. Un qualsiasi problema che dovesse insorgere alla vecchia Pavoncelli, interromperebbe l'erogazione dell'acqua ad almeno un terzo della popolazione pugliesi.
Inoltre: i rischi di crolli della vecchia Pavoncelli sono allegati a studi specifici sul rischio sismico nell'area in cui è localizzata, realizzati dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia”.
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, con riferimento alla scadenza al 31 marzo 2014 del regime commissariale per la realizzazione della Pavoncelli bis, e del rischio molto concreto di sospensione dei lavori.
"Se si volesse davvero risolvere il problema i casi sono tre: o prorogare il regime commissariale, o passare la gestione dei lavori al Ministero delle Infrastrutture oppure ad Acquedotto pugliese.
Nel primo caso servirebbe un decreto legge, nel secondo la disponibilità delle strutture tecniche del Ministero delle Infrastrutture di farsi stazione appaltante (ma dubito fortemente perché già in passato fu opposto un cortese ma fermo rifiuto) e nel terzo caso sarebbe una sciocchezza perché l'opera è localizzata in Campania e la decisione attirerebbe su AQP tutte le controversie con i territori, perché nessuno sarebbe disponibile a riconoscergli un ruolo terzo ed imparziale.
E allora non c'è molto spazio alla fantasia. Si faccia qualcosa, si faccia presto e alla condizione irrinunciabile che il soggetto comunque individuato si impegni a non sospendere, nemmeno per un'ora i lavori".
La Pavoncelli bis è la più importante opera pubblica al servizio della Puglia, e dovrebbe sostituire la vecchia Pavoncelli, in gravi condizioni di stabilità strutturale a seguito del terremoto del 1980, e che nonostante tutto porta ancora l’acqua ad un terzo di pugliesi. Un qualsiasi problema che dovesse insorgere alla vecchia Pavoncelli, interromperebbe l'erogazione dell'acqua ad almeno un terzo della popolazione pugliesi.
Inoltre: i rischi di crolli della vecchia Pavoncelli sono allegati a studi specifici sul rischio sismico nell'area in cui è localizzata, realizzati dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia”.