Terapia del dolore e uso di farmaci derivati dalla cannabis: domani 15 marzo evento dell'Ordine Farmacisti Bari e Bat

BARI - “Terapia del dolore, i nuovi farmaci oppioidi: uso terapeutico dei derivati della cannabis” è il tema di stringente attualità al centro dell’evento formativo organizzato dall’Ordine interprovinciale dei Farmacisti di Bari e Bat, nell’ambito del programma nazionale di formazione degli operatori della sanità. Appuntamento per domani, 15 marzo, nell’auditorium della sede barese dell’Ordine, in via Devitofrancesco 4/c.

Dalle nove del mattino sino alle 14.00 si confronteranno sull’argomento - anche alla luce delle nuove disposizioni legislative, tra cui la legge approvata recentemente dal Consiglio regionale della Puglia che in sostanza dà il via libera all’uso della cannabis a fini terapeutici disciplinando l’accesso ai farmaci di derivazione galenica a base di questa sostanza – numerosi esperti del settore.

Tra i relatori Marcello Diego Lograno, docente di farmacologia e tossicologia del Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco dell’Università di Bari; Giuseppe Morea, presidente della Consulta degli Ordini dei farmacisti della Puglia e Filomena Puntillo, ricercatrice dell’Università di Bari e docente di Terapia del dolore nella facoltà di Medicina.

Ad aprire i lavori il presidente dell’Ordine dei Farmacisti Bari e Bat, sen. d’Ambrosio Lettieri.

“L’importanza del raggiungimento del traguardo - che definirei epocale - da parte del legislatore nel rendere legale l’uso terapeutico degli esocannabinoidi e nella possibilità di poter detenere e dispensare tali principi attivi in farmacia, dopo un programma terapeutico preciso e puntuale, operato e deciso dal medico specialista, rappresenta la reale novità nello scenario della sanità pubblica”, afferma d’Ambrosio Lettieri, “La nuova visione terapeutica della cannabis come farmaco ad attività sinergica con farmaci analgesici oppioidi, è finalmente razionalizzata al bisogno del malato grave. Riveste, dunque, un ulteriore coinvolgimento la figura del farmacista che deve dimostrare, ancora una volta, un valido supporto da professionista preparato e aggiornato in questa nuova visione farmaco-terapeutica, in stretta collaborazione con i medici e gli operatori sanitari interessati. Il farmacista, consapevole della delicatezza del nuovo traguardo farmacologico e terapeutico verso il quale è chiamato a rispondere con professionalità, è chiamato a fare sistema, forte di un bagaglio culturale sempre più aggiornato e puntuale, in quanto consapevole che tali principi attivi nell’uso cronico possono rappresentare dei presidi tossicologici legati ad effetti di dipendenza e tolleranza”.

Una cultura che evolve e si completa in momenti di confronto tra la figura del farmacista e quella del medico specialista volti alla completezza di acquisizioni scientifiche aggiornate, non può che essere di conforto per il paziente che vedrà il suo stato di sofferenza alleviato dall’uso del presidio innovativo che, sul piano della legalizzazione, sarà di minor ostacolo per i formalismi di utilizzo grazie alla sua ammissione legalizzata. “Una grande conquista di civiltà”, conclude d’Ambrosio Lettieri.

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