di Anna Maria De Giorgi (avvocato) - In occasione della XXII giornata mondiale del malato, si è tenuto presso l’Ospedale “Cardinale Panico” di Tricase un convegno sul tema della donazione nelle sue molteplici fattispecie, ossia degli organi, del midollo osseo, di cellule staminali e del sangue.
Il dott. Giancarlo Negro, dirigente medico U.O. rianimazione presso l’Ospedale “Francesco Ferrari” di Casarano, ha illustrato quale sia la realtà pugliese per la donazione degli organi e trapianti effettuati negli ultimi anni e sono emersi due dati rilevanti: in primo luogo il numero dei trapianti di organi effettuati è nettamente inferiore, rispetto al numero di persone che sono in attesa, e in secondo luogo in Puglia vi è un alto tasso di opposizioni, e quest’ultimo incide sul primo.
Ma cos’è l’opposizione?
È il rifiuto da parte di un parente a prestare il proprio consenso per l’espianto degli organi di una persona alla quale sia stata accertata la morte cerebrale.
Perché questo numero altissimo di opposizioni?
I motivi esposti sia dal dott. Negro che dal dott. Gaetano Iosa, dirigente medico U.O. rianimazione presso l’ospedale di Tricase sono molteplici: il disaccordo dei parenti e chi ha il dovere di decidere in merito, pur essendo favorevole all’espianto, pone un diniego pur di non creare dissapori in famiglia; una forma di sacralità del corpo oramai senza vita; una “non conoscenza” di quanto sia importante un organo per un malato che aspetta la vita.
In Puglia di fatto c’è una scarsa sensibilità alla problematica e come ha giustamente evidenziato il dott. Iosa per ogni cittadino è semplice, dal punto di vista burocratico, esprimere il proprio consenso o diniego per un’eventuale donazione degli organi a seguito di morte cerebrale.
Basta recarsi presso l’ufficio delle relazioni con il pubblico istituito presso l’Azienda Sanitaria Locale e compilare un modulo, nell’ipotesi in cui venga prestato il consenso, che può essere modificato in qualsiasi momento con le stesse modalità.
I dati del cittadino vengono inviati in database regionale del centro trapianti. Il medico rianimatore, qualora accerti la morte cerebrale di un paziente, deve verificare se il suo nominativo è inserito nel database regionale sopra indicato.
Se il paziente risulta essere un donatore si avvia la procedura di espianto alla quale i familiari possono opporsi rivolgendosi esclusivamente alla Magistratura; in caso contrario il medico rianimatore dovrà chiedere l’autorizzazione a chi per legge è autorizzato a prestare il consenso per procedere all’espianto.
Un malato che ha bisogno di un trapianto di midollo osseo, perché deve essere svantaggiato nel lungo percorso che deve intraprendere con traguardo incerto, dal fatto di non avere parenti che non siano compatibili per la donazione?
A che cosa serve il progresso della scienza se manca il “contributo” più importante da parte di cittadini sani, che è la volontà di donare?
Queste sono le domande che si sono posti tutti gli intervenuti al convegno e il dott. Vincenzo Pavone, direttore U.O. di ematologia e trapianti presso l’ospedale di Tricase, uno dei reparti più all’avanguardia della Puglia per il trapianto del midollo osseo, non si è soffermato in dati statistici, in lunghe descrizioni delle tecniche più innovative per il trapianto di midollo, ha semplicemente dichiarato che la strada che ha intrapreso come medico è fatta di successi e di insuccessi e ha fatto scorrere le foto dei “suoi” successi e insuccessi: un inno alla vita!
L’immagine più bella? Il ragazzo ripreso alla Maratona di New York: indossava con orgoglio una t-shirt con scritto “I’m here!” (Io sono qui!). Quindi sono guarito. Grazie a una donazione.
Il dott. Giancarlo Negro, dirigente medico U.O. rianimazione presso l’Ospedale “Francesco Ferrari” di Casarano, ha illustrato quale sia la realtà pugliese per la donazione degli organi e trapianti effettuati negli ultimi anni e sono emersi due dati rilevanti: in primo luogo il numero dei trapianti di organi effettuati è nettamente inferiore, rispetto al numero di persone che sono in attesa, e in secondo luogo in Puglia vi è un alto tasso di opposizioni, e quest’ultimo incide sul primo.
Ma cos’è l’opposizione?
È il rifiuto da parte di un parente a prestare il proprio consenso per l’espianto degli organi di una persona alla quale sia stata accertata la morte cerebrale.
Perché questo numero altissimo di opposizioni?
I motivi esposti sia dal dott. Negro che dal dott. Gaetano Iosa, dirigente medico U.O. rianimazione presso l’ospedale di Tricase sono molteplici: il disaccordo dei parenti e chi ha il dovere di decidere in merito, pur essendo favorevole all’espianto, pone un diniego pur di non creare dissapori in famiglia; una forma di sacralità del corpo oramai senza vita; una “non conoscenza” di quanto sia importante un organo per un malato che aspetta la vita.
In Puglia di fatto c’è una scarsa sensibilità alla problematica e come ha giustamente evidenziato il dott. Iosa per ogni cittadino è semplice, dal punto di vista burocratico, esprimere il proprio consenso o diniego per un’eventuale donazione degli organi a seguito di morte cerebrale.
Basta recarsi presso l’ufficio delle relazioni con il pubblico istituito presso l’Azienda Sanitaria Locale e compilare un modulo, nell’ipotesi in cui venga prestato il consenso, che può essere modificato in qualsiasi momento con le stesse modalità.
I dati del cittadino vengono inviati in database regionale del centro trapianti. Il medico rianimatore, qualora accerti la morte cerebrale di un paziente, deve verificare se il suo nominativo è inserito nel database regionale sopra indicato.
Se il paziente risulta essere un donatore si avvia la procedura di espianto alla quale i familiari possono opporsi rivolgendosi esclusivamente alla Magistratura; in caso contrario il medico rianimatore dovrà chiedere l’autorizzazione a chi per legge è autorizzato a prestare il consenso per procedere all’espianto.
Un malato che ha bisogno di un trapianto di midollo osseo, perché deve essere svantaggiato nel lungo percorso che deve intraprendere con traguardo incerto, dal fatto di non avere parenti che non siano compatibili per la donazione?
A che cosa serve il progresso della scienza se manca il “contributo” più importante da parte di cittadini sani, che è la volontà di donare?
Queste sono le domande che si sono posti tutti gli intervenuti al convegno e il dott. Vincenzo Pavone, direttore U.O. di ematologia e trapianti presso l’ospedale di Tricase, uno dei reparti più all’avanguardia della Puglia per il trapianto del midollo osseo, non si è soffermato in dati statistici, in lunghe descrizioni delle tecniche più innovative per il trapianto di midollo, ha semplicemente dichiarato che la strada che ha intrapreso come medico è fatta di successi e di insuccessi e ha fatto scorrere le foto dei “suoi” successi e insuccessi: un inno alla vita!
L’immagine più bella? Il ragazzo ripreso alla Maratona di New York: indossava con orgoglio una t-shirt con scritto “I’m here!” (Io sono qui!). Quindi sono guarito. Grazie a una donazione.