BRUXELLES - "L'Italia ha fatto progressi verso il raggiungimento dell'obiettivo di medio termine" dei conti pubblici, ma nonostante questo "l'aggiustamento strutturale per il 2014 appare insufficiente", soprattutto alla luce della "necessità di ridurre il debito ad un passo adeguato". E' quanto scrive la Commissione Ue.
L'Italia ha "squilibri macroeconomici eccessivi" che richiedono uno "speciale monitoraggio" da parte dell'Ue che farà rapporto all'Eurogruppo sulle riforme italiane e a giugno "deciderà ulteriori passi": scrive sempre la Commissione Ue. Tra gli squilibri: debito alto, scarsa competitività, aggiustamento strutturale insufficiente.
Nella sua analisi approfondita degli squilibri macroeconomici effettuata su 17 Paesi, la Commissione Ue mette l'Italia assieme a Croazia e Slovenia nel gruppo di Paesi dove gli squilibri sono considerati "eccessivi". Tutti gli altri sono nel gruppo dove gli squilibri ci sono, ma non sono considerati gravi. "L'Italia deve affrontare il livello molto alto del debito e la debole competitività esterna, entrambi radicati nella protratta lenta crescita della produttività e richiedono politiche urgenti", scrive la Commissione secondo cui "la necessità di azione decisiva per ridurre il rischio di effetti avversi sul funzionamento dell'economia italiana e della zona euro è particolarmente importante data la dimensione dell'economia italiana". In particolare, prosegue l'analisi, "il debito elevato mette un grande peso sull'economia, in particolare nel contesto di cronica crescita debole e inflazione sommessa".
BARI - "L'Italia negli ultimi anni ha fatto tanti sacrifici e molti passi avanti. Certo, può fare ancora molto per ridurre la spesa pubblica e realizzare alcune riforme strutturali, ma alla luce dei progressi ottenuti fino ad oggi è giusto che chieda all'Europa maggiore flessibilità". Lo dice il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo commentando il rapporto pubblicato oggi dalla Commissione Ue nel quale si parla dell'Italia come di un Paese con "squilibri macro-economici eccessivi".
Bordo (Pd): Sforzi Italia inutili se Europa insiste con rigore cieco - "L'Europa deve abbandonare la politica del rigore e dell'austerità e puntare tutto sulla crescita - prosegue Bordo - altrimenti c'è il rischio che i nostri sforzi non producano alcun effetto sul Pil del nostro paese. L'Ue deve capire che al punto in cui siamo per far ripartire l'economia e' necessario allentare il patto di stabilità nei confronti dell'Italia e concederle più tempo per completare le riforme strutturali, come d'altronde è stato fatto negli anni scorsi per altri Stati europei".
"Non abbiamo intenzione di sottrarci agli impegni presi con i cittadini e con l'Europa: vogliamo ridurre la spesa e liberare le risorse per la crescita, creare lavoro, snellire la burocrazia e migliorare i servizi, tornare ad investire e a definire un nuovo patto Stato-Regioni, garantire una maggiore efficienza della Pubblica amministrazione. Ma la logica del 'tutto e subito' dell'Europa non funziona perché rischia di portare il percorso intrapreso dall'Italia con tanti sforzi e sacrifici al collasso” spiega Bordo.
“Abbiamo messo in campo misure per la crescita e continueremo a farlo ma abbiamo bisogno di rideterminare con l'Europa il patto di stabilità. L’Europa deve invertire la tendenza del rigore cieco ed essere più flessibile se vuole ottenere dei risultati positivi per l'Italia e l'intera Unione perché altrimenti il rischio e' che le tensioni e le scosse sociali già molto forti nel Paese possano diventare veramente ingovernabili".
L'Italia ha "squilibri macroeconomici eccessivi" che richiedono uno "speciale monitoraggio" da parte dell'Ue che farà rapporto all'Eurogruppo sulle riforme italiane e a giugno "deciderà ulteriori passi": scrive sempre la Commissione Ue. Tra gli squilibri: debito alto, scarsa competitività, aggiustamento strutturale insufficiente.
Nella sua analisi approfondita degli squilibri macroeconomici effettuata su 17 Paesi, la Commissione Ue mette l'Italia assieme a Croazia e Slovenia nel gruppo di Paesi dove gli squilibri sono considerati "eccessivi". Tutti gli altri sono nel gruppo dove gli squilibri ci sono, ma non sono considerati gravi. "L'Italia deve affrontare il livello molto alto del debito e la debole competitività esterna, entrambi radicati nella protratta lenta crescita della produttività e richiedono politiche urgenti", scrive la Commissione secondo cui "la necessità di azione decisiva per ridurre il rischio di effetti avversi sul funzionamento dell'economia italiana e della zona euro è particolarmente importante data la dimensione dell'economia italiana". In particolare, prosegue l'analisi, "il debito elevato mette un grande peso sull'economia, in particolare nel contesto di cronica crescita debole e inflazione sommessa".
BARI - "L'Italia negli ultimi anni ha fatto tanti sacrifici e molti passi avanti. Certo, può fare ancora molto per ridurre la spesa pubblica e realizzare alcune riforme strutturali, ma alla luce dei progressi ottenuti fino ad oggi è giusto che chieda all'Europa maggiore flessibilità". Lo dice il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo commentando il rapporto pubblicato oggi dalla Commissione Ue nel quale si parla dell'Italia come di un Paese con "squilibri macro-economici eccessivi".
Bordo (Pd): Sforzi Italia inutili se Europa insiste con rigore cieco - "L'Europa deve abbandonare la politica del rigore e dell'austerità e puntare tutto sulla crescita - prosegue Bordo - altrimenti c'è il rischio che i nostri sforzi non producano alcun effetto sul Pil del nostro paese. L'Ue deve capire che al punto in cui siamo per far ripartire l'economia e' necessario allentare il patto di stabilità nei confronti dell'Italia e concederle più tempo per completare le riforme strutturali, come d'altronde è stato fatto negli anni scorsi per altri Stati europei".
"Non abbiamo intenzione di sottrarci agli impegni presi con i cittadini e con l'Europa: vogliamo ridurre la spesa e liberare le risorse per la crescita, creare lavoro, snellire la burocrazia e migliorare i servizi, tornare ad investire e a definire un nuovo patto Stato-Regioni, garantire una maggiore efficienza della Pubblica amministrazione. Ma la logica del 'tutto e subito' dell'Europa non funziona perché rischia di portare il percorso intrapreso dall'Italia con tanti sforzi e sacrifici al collasso” spiega Bordo.
“Abbiamo messo in campo misure per la crescita e continueremo a farlo ma abbiamo bisogno di rideterminare con l'Europa il patto di stabilità. L’Europa deve invertire la tendenza del rigore cieco ed essere più flessibile se vuole ottenere dei risultati positivi per l'Italia e l'intera Unione perché altrimenti il rischio e' che le tensioni e le scosse sociali già molto forti nel Paese possano diventare veramente ingovernabili".