BARI - Non solo "ai soggetti pubblici e ai policy-maker" è chiesto uno "sforzo di cambiamento". Il governatore di Bankitalia Visco chiede "un altrettanto profondo mutamento del settore privato", a imprese e lavoratori. La sfida per le imprese è "un salto di qualità di prodotto e di processo, che le porti a essere più grandi, più tecnologiche, più internazionalizzate".
Il governatore, inoltre, non molla insomma la presa e continua a spronare il sistema produttivo. "Attraverso una maggiore patrimonializzazione, anche con risorse proprie, gli imprenditori potranno dimostrare direttamente la fiducia nelle prospettive delle loro imprese", sottolinea ad esempio alla platea di industriali del convegno di Confindustria a Bari. La ripresa "richiede di affrontare i nodi strutturali", dice. Nel privato come nel pubblico, non solo bisogna agire su capitale umano e innovazione tecnologica, "sono necessari comportamenti e politiche volti a stimolare gli investimenti fissi e a innalzare le frontiere della conoscenza e della tecnologia, in ultima analisi, la crescita del Paese".
"Nel confronto con gli altri principali Paesi avanzati la struttura finanziaria delle imprese italiane è più sbilanciata verso l'indebitamento", ha aggiunto. "E' un tratto strutturale - ha spiegato - che dipende anche dalla scarsa propensione delle imprese ad aprire l'azionariato a investitori esterni".
E sul quadro macroeconomico c'è poco da stare allegri. Accanto ai "segni di ripresa", la situazione resta "fragile", avverte. "Riprendere una crescita robusta e bilanciata, in grado di creare occupazione stabile e accrescere la produttività del lavoro necessita inevitabilmente di azioni su vari fronti, inclusi il consolidamento fiscale e le riforme strutturali".
VENDOLA, OCCORRE SUBITO PIANO STRAORDINARIO PER IL LAVORO - "Abbiamo bisogno subito della possibilitá di aprire i cantieri. Abbiamo bisogno subito di un piano straordinario per il lavoro. Credo che il lavoro sia il grande tema al centro di questa riflessione e noi abbiamo Il diritto di vedere le carte di un piano straordinario per il lavoro che si può costruire solo se si mette a tema il riassetto idrogeologico del paese, il lavoro di cura del territorio, territorio significa coste, fiumi, montagne. Questo significa combattere contro una idea inerziale per cui noi investiamo sulle emergenze e non sulla prevenzione".
Cosí il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola parlando con i giornalisti questa mattina a margine del convegno di Confindustria che si è svolto in questi dei giorni a Bari.
"Possono partire subito centinaia di migliaia di cantieri che darebbero respiro ad un mondo che sta in apnea - ha aggiunto Vendola - quale é il mondo della domanda di lavoro, se solo si liberassero dai vincoli del patto di stabilitá tutte le spese per gli investimenti. Noi su questo abbiamo bisogno di risposte precise dal governo. I dati sulla ripresa economica sono dati di carta non riguardano la vita reale. Nella vita reale, in milioni di famiglie italiane, continuano a consumarsi ogni giorno le tragedie della precarietá, della disoccupazione, della paura del futuro". “Non sono un leghista del Sud – ha detto Vendola – e ne sono orgoglioso. Appartengo ad un Sud con ambizioni nazionali, sono per un Sud che vuole accettare le sfide della modernità, con la consapevolezza che non abbiamo nessuna possibilità di vincere le grandi sfide con l’economia del bricolage. Con un po' di turismo e di artigianato, di pizzica e di orecchiette, non si aprono le porte del futuro e non si vincono le sfide”. Per Vendola occorre “riprendere le progettazioni per rompere l’isolamento della Puglia, come ad esempio il progetto del treno veloce Bari-Napoli e il progetto del raddoppio del binario tra Termoli e Lesina. Una nazione è prima di tutto la sua ferrovia. E per noi queste sono battaglie fondamentali”. Sull'accordo siglato ieri a Bari tra il gruppo Finmeccanica e Confindustria e i ministeri del Lavoro e dell'Istruzione sul fronte delle azioni per promuovere l'occupazione giovanile, Vendola ha detto infine che si tratta "di un raggio di sole nell'acqua gelida" e che "naturalmente non ripara i danni fatti negli scorsi anni".
"Vorrei ricordare - ha detto Vendola - che sono stati tagliati dal governo Berlusconi 8 miliardi di euro alla scuola pubblica e un miliardo di euro all'universitá e che gli apparati della formazione in Italia sono in uno stato di agonia. C'é bisogno di far vivere il diritto allo studio come diritto fondamentale di cittadinanza e come principale contributo alla crescita economica. Per fare crescere l'industria - ha concluso Vendola - c'è bisogno di investire in cultura, di investire in talento e in educazione".
Il governatore, inoltre, non molla insomma la presa e continua a spronare il sistema produttivo. "Attraverso una maggiore patrimonializzazione, anche con risorse proprie, gli imprenditori potranno dimostrare direttamente la fiducia nelle prospettive delle loro imprese", sottolinea ad esempio alla platea di industriali del convegno di Confindustria a Bari. La ripresa "richiede di affrontare i nodi strutturali", dice. Nel privato come nel pubblico, non solo bisogna agire su capitale umano e innovazione tecnologica, "sono necessari comportamenti e politiche volti a stimolare gli investimenti fissi e a innalzare le frontiere della conoscenza e della tecnologia, in ultima analisi, la crescita del Paese".
"Nel confronto con gli altri principali Paesi avanzati la struttura finanziaria delle imprese italiane è più sbilanciata verso l'indebitamento", ha aggiunto. "E' un tratto strutturale - ha spiegato - che dipende anche dalla scarsa propensione delle imprese ad aprire l'azionariato a investitori esterni".
E sul quadro macroeconomico c'è poco da stare allegri. Accanto ai "segni di ripresa", la situazione resta "fragile", avverte. "Riprendere una crescita robusta e bilanciata, in grado di creare occupazione stabile e accrescere la produttività del lavoro necessita inevitabilmente di azioni su vari fronti, inclusi il consolidamento fiscale e le riforme strutturali".
Nichi Vendola |
"Possono partire subito centinaia di migliaia di cantieri che darebbero respiro ad un mondo che sta in apnea - ha aggiunto Vendola - quale é il mondo della domanda di lavoro, se solo si liberassero dai vincoli del patto di stabilitá tutte le spese per gli investimenti. Noi su questo abbiamo bisogno di risposte precise dal governo. I dati sulla ripresa economica sono dati di carta non riguardano la vita reale. Nella vita reale, in milioni di famiglie italiane, continuano a consumarsi ogni giorno le tragedie della precarietá, della disoccupazione, della paura del futuro". “Non sono un leghista del Sud – ha detto Vendola – e ne sono orgoglioso. Appartengo ad un Sud con ambizioni nazionali, sono per un Sud che vuole accettare le sfide della modernità, con la consapevolezza che non abbiamo nessuna possibilità di vincere le grandi sfide con l’economia del bricolage. Con un po' di turismo e di artigianato, di pizzica e di orecchiette, non si aprono le porte del futuro e non si vincono le sfide”. Per Vendola occorre “riprendere le progettazioni per rompere l’isolamento della Puglia, come ad esempio il progetto del treno veloce Bari-Napoli e il progetto del raddoppio del binario tra Termoli e Lesina. Una nazione è prima di tutto la sua ferrovia. E per noi queste sono battaglie fondamentali”. Sull'accordo siglato ieri a Bari tra il gruppo Finmeccanica e Confindustria e i ministeri del Lavoro e dell'Istruzione sul fronte delle azioni per promuovere l'occupazione giovanile, Vendola ha detto infine che si tratta "di un raggio di sole nell'acqua gelida" e che "naturalmente non ripara i danni fatti negli scorsi anni".
"Vorrei ricordare - ha detto Vendola - che sono stati tagliati dal governo Berlusconi 8 miliardi di euro alla scuola pubblica e un miliardo di euro all'universitá e che gli apparati della formazione in Italia sono in uno stato di agonia. C'é bisogno di far vivere il diritto allo studio come diritto fondamentale di cittadinanza e come principale contributo alla crescita economica. Per fare crescere l'industria - ha concluso Vendola - c'è bisogno di investire in cultura, di investire in talento e in educazione".