BARI - "Illudere i giovani pugliesi con la promessa di un posto di lavoro fisso presso la Regione Puglia è un fatto di gravità inaudita. Chiedere poi che ogni aspirante al posto versi nelle casse di via Capruzzi 20€ è cosa ancora peggiore, per certi versi inqualificabile. Anche perché le leggi finanziarie impongono dei tetti di spesa per le assunzioni negli enti pubblici, tetti che certamente verrebbero sforati se in Puglia si assumessero tutte le 200 persone come falsamente promesso.
Peccato che di ciò oggi in Consiglio non si sia potuto discutere a causa della indisponibilità al dialogo sotto forma di assenza da parte dell’assessore al Lavoro Leo Caroli. Ma ciò non sposta di una virgola la serietà del problema. Assistiamo lo stesso alla mostruosità per la quale si chiedono venti euro ai giovani che si illudono di partecipare ad un concorso per 200 posti quando, poi ,quelle caselle da riempire già sappiamo che saranno molto di meno di quella disponibilità.
Non è un caso che siano già pervenute circa 7mila domande, numero destinato ovviamente a crescere fino alla scadenza. La Regione si è messa in tasca così 140mila euro dei giovani pugliesi in cerca di lavoro pur sapendo che quelle assunzioni non saranno mai 200. E cosa ancora più grave il fatto che mentre nei concorsi pubblici, al fine di ottenere la partecipazione massima di concorrenti non si richiede più di applicare la marca da bollo sulla domanda, il governo regionale stabilisce l’esatto opposto chiedendo una gabella. E tralasciamo qui tutti i limiti del bando che prevede una nebulosa ricerca di figure che non si capisce poi come piazzare in organico, ricorrendo a prove selettive che molto poco selezionano, anche perché uguali ed indistinte per i diversi ruoli che si cercano. Per questo, insieme a molti colleghi consiglieri ho presentato mozione per chiedere l’immediata restituzione del balzello di 20 euro ai partecipanti, che di certo non da una buona immagine della Puglia nonché di revocare il bando e di rivisitarlo con più attenzione.
Peccato che oggi, però, non se ne sia potuto parlare". A riferirlo in una nota nota il consigliere Luigi Mazzei (FI).
Peccato che di ciò oggi in Consiglio non si sia potuto discutere a causa della indisponibilità al dialogo sotto forma di assenza da parte dell’assessore al Lavoro Leo Caroli. Ma ciò non sposta di una virgola la serietà del problema. Assistiamo lo stesso alla mostruosità per la quale si chiedono venti euro ai giovani che si illudono di partecipare ad un concorso per 200 posti quando, poi ,quelle caselle da riempire già sappiamo che saranno molto di meno di quella disponibilità.
Non è un caso che siano già pervenute circa 7mila domande, numero destinato ovviamente a crescere fino alla scadenza. La Regione si è messa in tasca così 140mila euro dei giovani pugliesi in cerca di lavoro pur sapendo che quelle assunzioni non saranno mai 200. E cosa ancora più grave il fatto che mentre nei concorsi pubblici, al fine di ottenere la partecipazione massima di concorrenti non si richiede più di applicare la marca da bollo sulla domanda, il governo regionale stabilisce l’esatto opposto chiedendo una gabella. E tralasciamo qui tutti i limiti del bando che prevede una nebulosa ricerca di figure che non si capisce poi come piazzare in organico, ricorrendo a prove selettive che molto poco selezionano, anche perché uguali ed indistinte per i diversi ruoli che si cercano. Per questo, insieme a molti colleghi consiglieri ho presentato mozione per chiedere l’immediata restituzione del balzello di 20 euro ai partecipanti, che di certo non da una buona immagine della Puglia nonché di revocare il bando e di rivisitarlo con più attenzione.
Peccato che oggi, però, non se ne sia potuto parlare". A riferirlo in una nota nota il consigliere Luigi Mazzei (FI).
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