di Frédéric Pascali - Una lunga coda di curiosi e appassionati cinefili ha presidiato, fin dalla prima mattinata, l’ingresso del teatro Petruzzelli.
È iniziata così la giornata trionfale di Paolo Sorrentino al Bifest. Un entusiasmo incontenibile che ha un po’ intimidito lo stesso sorridente premio Oscar, già vincitore del numero zero del Festival barese, l’edizione “Per il cinema italiano”, con “Il Divo”. Il tanto affetto del pubblico è stato ripagato da un incontro all’insegna della schiettezza e della sincerità, moderato da Malcom Pagani, firma de “Il Fatto Quotidiano”, in cui il regista napoletano, tra le altre cose, ha raccontato la sua idea di cinema, il senso di un’ispirazione che esiste solo in quanto “sollecitazione di tante cose”, l’aspirazione atavica a fare un film su Roma fino all’evoluzione de “La grande bellezza” e la sua costante, ineludibile, intenzione di “concepire dei film che abbiano un certo appeal per il pubblico”.
A prolungare questa emozione ci ha pensato poi l’apertura del concorso della sezione “Panorama internazionale”. I primi due film in gara, nonostante la loro diversità storico – culturale, sono sembrati ispirati dalla stessa umanità. “Giraffada” di Rani Massalha, regista francese di origini palestinese, ripercorre la difficile questione dell’ Intifada attraverso gli occhi di un bambino di 10 anni, Ziad, molto legato alle giraffe dello zoo di cui il padre è veterinario. Un animale altamente simbolico nella sua placida alterità e imponenza, capace anche lui di sancire una piccola rivoluzione in nome della libertà. La stessa che insegue Nelly, la bravissima Jördis Triebel, in “West” di Christian Schwochow. Una storia ambientata nelle due Germanie della guerra fredda, raccontata senza enfasi, attenendosi all’osservazione della condizione umana costretta a un esile equilibrio di pensiero pur di poter vivere e, soprattutto, sopravvivere. Sullo sfondo l’intimo e delicato rapporto tra madre e figlio, il piccolo Alexej, intenti a sostenersi vicendevolmente.
Il programma odierno, dopo l’attesa lezione di cinema mattutina di Sergio Castellitto, brilla nel preserale del Petruzzelli, sempre per il “Panorama Internazionale”, con la proiezione del suggestivo, e surreale, “Onirica” del polacco Lech Majewski. Da non perdere anche la seconda serata del “Galleria” dove, per la sezione “Officina Puglia”, si proietta “Eppideis” di Matteo Andreolli.
È iniziata così la giornata trionfale di Paolo Sorrentino al Bifest. Un entusiasmo incontenibile che ha un po’ intimidito lo stesso sorridente premio Oscar, già vincitore del numero zero del Festival barese, l’edizione “Per il cinema italiano”, con “Il Divo”. Il tanto affetto del pubblico è stato ripagato da un incontro all’insegna della schiettezza e della sincerità, moderato da Malcom Pagani, firma de “Il Fatto Quotidiano”, in cui il regista napoletano, tra le altre cose, ha raccontato la sua idea di cinema, il senso di un’ispirazione che esiste solo in quanto “sollecitazione di tante cose”, l’aspirazione atavica a fare un film su Roma fino all’evoluzione de “La grande bellezza” e la sua costante, ineludibile, intenzione di “concepire dei film che abbiano un certo appeal per il pubblico”.
A prolungare questa emozione ci ha pensato poi l’apertura del concorso della sezione “Panorama internazionale”. I primi due film in gara, nonostante la loro diversità storico – culturale, sono sembrati ispirati dalla stessa umanità. “Giraffada” di Rani Massalha, regista francese di origini palestinese, ripercorre la difficile questione dell’ Intifada attraverso gli occhi di un bambino di 10 anni, Ziad, molto legato alle giraffe dello zoo di cui il padre è veterinario. Un animale altamente simbolico nella sua placida alterità e imponenza, capace anche lui di sancire una piccola rivoluzione in nome della libertà. La stessa che insegue Nelly, la bravissima Jördis Triebel, in “West” di Christian Schwochow. Una storia ambientata nelle due Germanie della guerra fredda, raccontata senza enfasi, attenendosi all’osservazione della condizione umana costretta a un esile equilibrio di pensiero pur di poter vivere e, soprattutto, sopravvivere. Sullo sfondo l’intimo e delicato rapporto tra madre e figlio, il piccolo Alexej, intenti a sostenersi vicendevolmente.
Il programma odierno, dopo l’attesa lezione di cinema mattutina di Sergio Castellitto, brilla nel preserale del Petruzzelli, sempre per il “Panorama Internazionale”, con la proiezione del suggestivo, e surreale, “Onirica” del polacco Lech Majewski. Da non perdere anche la seconda serata del “Galleria” dove, per la sezione “Officina Puglia”, si proietta “Eppideis” di Matteo Andreolli.