ROMA - Non ci sarà alcun intervento del governo sul canone Rai, "eventualità non prevista e notizia destituita di ogni fondamento".
Così fonti di palazzo Chigi smentiscono le notizie secondo le quali il governo starebbe studiando un provvedimento per il recupero dell'evasione del canone Rai, da inserire a copertura del decreto per il taglio Irpef in busta paga.
Secondo quanto riporta oggi "Il Fatto Quotidiano", inoltre, Palazzo Chigi avrebbe chiesto un contributo alla tv pubblica per finanziare i provvedimenti annunciati dal premier Matteo Renzi (primo fra tutti il taglio dell'Irpef e gli 80 euro in busta paga), pari al 10% del canone, cioè 170 milioni di euro.
Secondo quanto avevano raccontato giornali e siti on line, il governo sarebbe stato al lavoro su una rivoluzione riguardante la stessa tassa televisiva: legare il pagamento del canone Rai non più al possesso di una tv o di un altro dispositivo, ma alla presenza del contatore dell'elettricità . Una soluzione che consentirebbe di mettere in cassa una cifra intorno ai 300 milioni. Soldi che andrebbero per metà al Tesoro e per metà alla Rai.
Così fonti di palazzo Chigi smentiscono le notizie secondo le quali il governo starebbe studiando un provvedimento per il recupero dell'evasione del canone Rai, da inserire a copertura del decreto per il taglio Irpef in busta paga.
Secondo quanto riporta oggi "Il Fatto Quotidiano", inoltre, Palazzo Chigi avrebbe chiesto un contributo alla tv pubblica per finanziare i provvedimenti annunciati dal premier Matteo Renzi (primo fra tutti il taglio dell'Irpef e gli 80 euro in busta paga), pari al 10% del canone, cioè 170 milioni di euro.
Secondo quanto avevano raccontato giornali e siti on line, il governo sarebbe stato al lavoro su una rivoluzione riguardante la stessa tassa televisiva: legare il pagamento del canone Rai non più al possesso di una tv o di un altro dispositivo, ma alla presenza del contatore dell'elettricità . Una soluzione che consentirebbe di mettere in cassa una cifra intorno ai 300 milioni. Soldi che andrebbero per metà al Tesoro e per metà alla Rai.