di Andrea Stano - Un Real fantastico disintegra un Bayern di Monaco bollito. Finale raggiunta per i galacticos che adesso attendono di conoscere la loro rivale che verrà fuori dall’altra semifinale, quella tra Chelsea e Atletico Madrid che si disputerà domani sera allo Stamford Bridge.
L’ossessione per la “decima” da una parte, i campioni in carica dall’altra.
E’ una partita unica, il lasciapassare per la finale più bella del mondo. Ancelotti ritrova Bale e Ronaldo assieme dal primo minuto con Benzema, eroe dell’andata, che completa il tridente offensivo. Il Bayern deve ritrovare la cattiveria invocata da tutti in Germania. Insomma, meno narcisismo e più cinismo.
L’Allianz Arena che regala una coreografia da brividi, l’atmosfera elettrica, la tensione vivida e palpabile; è una gara che tutti gli appassionati di calcio sognano di poter giocare. Ma prima di iniziare, lo stadio si ammutolisce (parzialmente in verità) per il doveroso minuto di silenzio che omaggia due uomini che ci hanno lasciato in settimana: l’ex tecnico del Barcellona Tito Vilanova, storico vice proprio di Guardiola ai tempi degli azulgrana, e Vujadin Boskov che portò il Real in finale di Champions nel 1981 oltre a vincere con i blancos la Liga nella stagione 1979/80. Ancelotti imposta benissimo la gara. Il Real pressa altissimo, morde le caviglie degli avversari concedendo pochissimo agli addetti all’impostazione, e alla prima occasione punisce gli avversari. Su corner di Modric svetta più alto di tutti Sergio Ramos che incorna perfettamente siglando l’ a 0 al 16esimo.
Quattro minuti più tardi lo stesso difensore spagnolo punisce nuovamente Neur sugli sviluppi di un calcio piazzato; Pepe la spizza e Ramos infila ancora di testa. Bayern attonito così come il pubblico a vederlo giocare così. Si risveglierà timidamente solo sul finale del primo tempo. La partita, già ipotecata, viene serrata dal solito Cristiano Ronaldo che al 34’ chiude un eccellente contropiede e appoggia in rete l’assist di Gareth Bale. Ma non sono tutte rose e fiore per il Real perché Xabi Alonso si fa ammonire ingenuamente stendendo in scivolata Aryen Robben. Il regista di Tolosa era diffidato e salterà la finale.
Una perdita immensa per Carlo Ancelotti che dovrà fare a meno del suo formidabile metronomo di centrocampo nella partitissima di Lisbona. Nel secondo tempo il Real amministra saggiamente il vantaggioso parziale. Il Bayern gioca la sua gara, spinto più che altro dagli indomiti tifosi di casa, e sfiora il gol della bandiera prima con Gotze da dentro l’area di rigore, poi con Kross con una conclusione dalla distanza. Ancelotti si cautela sostituendo Ramos, anche lui diffidato, col francese Varane. Ospiti sempre sul pezzo e molto attenti, lasciano pochissimi spazi ai tedeschi cercando di pungere in contropiede per siglare la quarta rete che arriva, però, su calcio di punizione.
E a segnarla è guarda caso il mostro Cristiano Ronaldo che, all’89esimo, fa passare la palla sotto la barriera trafiggendo un Neur incolpevole. Rete numero 250 di Ronaldo con la maglia del Real Madrid e sedicesimo gol in questo torneo, record assoluto di tutti i tempi Finisce dunque 0 a 4. Il Real Madrid è la prima finalista della Champions League 2013/14.
E’ una partita unica, il lasciapassare per la finale più bella del mondo. Ancelotti ritrova Bale e Ronaldo assieme dal primo minuto con Benzema, eroe dell’andata, che completa il tridente offensivo. Il Bayern deve ritrovare la cattiveria invocata da tutti in Germania. Insomma, meno narcisismo e più cinismo.
L’Allianz Arena che regala una coreografia da brividi, l’atmosfera elettrica, la tensione vivida e palpabile; è una gara che tutti gli appassionati di calcio sognano di poter giocare. Ma prima di iniziare, lo stadio si ammutolisce (parzialmente in verità) per il doveroso minuto di silenzio che omaggia due uomini che ci hanno lasciato in settimana: l’ex tecnico del Barcellona Tito Vilanova, storico vice proprio di Guardiola ai tempi degli azulgrana, e Vujadin Boskov che portò il Real in finale di Champions nel 1981 oltre a vincere con i blancos la Liga nella stagione 1979/80. Ancelotti imposta benissimo la gara. Il Real pressa altissimo, morde le caviglie degli avversari concedendo pochissimo agli addetti all’impostazione, e alla prima occasione punisce gli avversari. Su corner di Modric svetta più alto di tutti Sergio Ramos che incorna perfettamente siglando l’ a 0 al 16esimo.
Quattro minuti più tardi lo stesso difensore spagnolo punisce nuovamente Neur sugli sviluppi di un calcio piazzato; Pepe la spizza e Ramos infila ancora di testa. Bayern attonito così come il pubblico a vederlo giocare così. Si risveglierà timidamente solo sul finale del primo tempo. La partita, già ipotecata, viene serrata dal solito Cristiano Ronaldo che al 34’ chiude un eccellente contropiede e appoggia in rete l’assist di Gareth Bale. Ma non sono tutte rose e fiore per il Real perché Xabi Alonso si fa ammonire ingenuamente stendendo in scivolata Aryen Robben. Il regista di Tolosa era diffidato e salterà la finale.
Una perdita immensa per Carlo Ancelotti che dovrà fare a meno del suo formidabile metronomo di centrocampo nella partitissima di Lisbona. Nel secondo tempo il Real amministra saggiamente il vantaggioso parziale. Il Bayern gioca la sua gara, spinto più che altro dagli indomiti tifosi di casa, e sfiora il gol della bandiera prima con Gotze da dentro l’area di rigore, poi con Kross con una conclusione dalla distanza. Ancelotti si cautela sostituendo Ramos, anche lui diffidato, col francese Varane. Ospiti sempre sul pezzo e molto attenti, lasciano pochissimi spazi ai tedeschi cercando di pungere in contropiede per siglare la quarta rete che arriva, però, su calcio di punizione.
E a segnarla è guarda caso il mostro Cristiano Ronaldo che, all’89esimo, fa passare la palla sotto la barriera trafiggendo un Neur incolpevole. Rete numero 250 di Ronaldo con la maglia del Real Madrid e sedicesimo gol in questo torneo, record assoluto di tutti i tempi Finisce dunque 0 a 4. Il Real Madrid è la prima finalista della Champions League 2013/14.
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