BEIRUT - Marcello Dell'Utri si fa vivo. L'ex senatore Pdl, dichiarato latitante, spiega all'agenzia Ansa che non intende sottrarsi alla cattura. Parla anche il suo avvocato, Pino Di Peri, secondo il quale il suo assistito ha problemi di salute e si sta curando; lui non sa dove sia - anche se di recente è stato in Francia - , ma è sicuro che intende tornare quando ci sarà il verdetto della Cassazione.
"Tengo a precisare - si legge nella nota- che non intendo sottrarmi al risultato processuale della prossima sentenza della Corte di Cassazione; e che trovandomi in condizioni di salute precaria - per cui tra l'altro ho subito qualche settimana fa un intervento di angioplastica - sto effettuando ulteriori esami e controlli".
"Apprendo della aberrante richiesta di preventiva custodia cautelare mentre mi trovo già all'estero per il periodo di cura e riposo - spiega l'ex senatore -. Rimango tuttavia in attesa fiduciosa del risultato che esprimerà la Massima Corte che ha già rilevato incongruenze e fumus nella prima sentenza di appello, annullandola conseguentemente". "Mi auguro - conclude - quindi che un processo ventennale, per il quale ritengo di avere già scontato una grave pena, si possa concludere definitivamente e positivamente".
Secondo gli investigatori, che hanno cercato invano di eseguire la misura e da settimane monitorano le sue mosse, l'ex senatore avrebbe due passaporti diplomatici e dal Libano sarebbe pronto a spostarsi.
Il provvedimento é stato firmato martedì scorso,8 aprile,dalla terza sezione della Corte d'appello di Palermo su richiesta della Procura generale di Palermo.
Si tratta dell'ultimo capitolo di una vicenda che va avanti da anni tra condanne e annullamenti. L'ex manager di Publitalia fu condannato in primo e secondo grado: sette anni di carcere decisi in appello nel 2012, ma la sentenza fu annullata con rinvio dalla Cassazione. Ora si attende la parola definitiva sul caso.
"Tengo a precisare - si legge nella nota- che non intendo sottrarmi al risultato processuale della prossima sentenza della Corte di Cassazione; e che trovandomi in condizioni di salute precaria - per cui tra l'altro ho subito qualche settimana fa un intervento di angioplastica - sto effettuando ulteriori esami e controlli".
"Apprendo della aberrante richiesta di preventiva custodia cautelare mentre mi trovo già all'estero per il periodo di cura e riposo - spiega l'ex senatore -. Rimango tuttavia in attesa fiduciosa del risultato che esprimerà la Massima Corte che ha già rilevato incongruenze e fumus nella prima sentenza di appello, annullandola conseguentemente". "Mi auguro - conclude - quindi che un processo ventennale, per il quale ritengo di avere già scontato una grave pena, si possa concludere definitivamente e positivamente".
Secondo gli investigatori, che hanno cercato invano di eseguire la misura e da settimane monitorano le sue mosse, l'ex senatore avrebbe due passaporti diplomatici e dal Libano sarebbe pronto a spostarsi.
Il provvedimento é stato firmato martedì scorso,8 aprile,dalla terza sezione della Corte d'appello di Palermo su richiesta della Procura generale di Palermo.
Si tratta dell'ultimo capitolo di una vicenda che va avanti da anni tra condanne e annullamenti. L'ex manager di Publitalia fu condannato in primo e secondo grado: sette anni di carcere decisi in appello nel 2012, ma la sentenza fu annullata con rinvio dalla Cassazione. Ora si attende la parola definitiva sul caso.