Dimora-cella, il caso finisce in Procura

BARI - Non si voleva arrivare a questo punto. Ma la scelta è stata quasi obbligata e questo è un ennesimo urlo di dolore. Nonostante la mobilitazione intorno al caso di Angelo Capriati, ipovedente, invalido al 100%, assegnatario di una casa-cella in strada Santa Chiara, 15 a Bari Vecchia, nulla è cambiato. Ed Angelo, da domani, sarà un senza tetto. Per lui questa è l’ultima notte in una vera dimora, in quella casa in cui ha vissuto in questi anni in una famiglia che però, per sopraggiunti motivi, non può più permettersi di ospitarlo. Il signor Capriati ha dunque deciso di rivolgersi alla Magistratura. E ad accompagnarlo ci sarà l’ex consigliere comunale Donato Cippone.

“Personalmente – dichiara Cippone - dopo aver fallito come politico, sto accompagnando Angelo alla Procura della Repubblica di Bari per avere Giustizia di quell'alloggio, un ex scantinato, senza servizi igienici e cucina, e pieno di barriere architettoniche. Un alloggio che non si doveva assegnare, tanto più facendo firmare ad Angelo l'accettazione dello stesso e facendogli dichiarare, al momento della consegna che non aveva "alcuna osservazione” da fare. Tutto ciò è una vergogna per Bari”. Il caso, nonostante i continui appelli, non ha avuto risposte dalle istituzioni preposte a trovare una soluzione al problema. E la cosa appare tanto più amara se si considera che è di oggi la notizia che Papa Francesco a Pasqua laverà i piedi a 12 disabili, tra cui un cieco.

“Angelo invece - conclude Cippone - da domani sarà un vagabondo, uno dei tanti, al quale magari non fare più caso. E invece no. Arriva il momento in cui fare i conti almeno con la propria coscienza”.
A riferirlo in una nota l'ufficio stampa dell'ex consigliere comunale Donato Cippone.

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