ROMA - La Camera ha approvato con la fiducia il decreto lavoro: 344 i sì, 184 i no. Il provvedimento in scadenza il 19 maggio ora passa al Senato.
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Il premier Matteo Renzi aveva invocato la maggioranza a "chiudere l'accordo", nonostante le divergenze su alcuni punti della riforma.
Al Nuovo centrodestra e a Scelta civica non sono gradite né le sanzioni sull'apprendistato né la minore possibilità di prorogare i contratti a termine rispetto alla versione originaria del decreto.
Il ministro dell'Interno ha comunque rassicurato il governo anche su Palazzo Madama: "Non è a rischio". Resta sulle barricate invece il Movimento 5 Stelle che martedì ha parlato di "Vietnam".
Ieri, intanto, in un lungo vertice alla Camera, il ministro Poletti ha provato a mediare tra le posizioni del Pd e di Ncd. Ma non è stato possibile arrivare ad un'intesa. Il governo si è visto costretto a blindare il provvedimento con la fiducia. Ncd e Sc, quindi, hanno annunciato che diranno sì per un senso di responsabilità, ripromettendosi di dare battaglia al Senato. "Sui dettagli discutano quanto vogliono, ma alla fine si chiuda l'accordo", ha detto il premier Matteo Renzi. Le polemiche, ha osservato in un'intervista al Tg1, sono "tipiche di un momento in cui si fa campagna elettorale". Ma "con rispetto della campagna elettorale, noi vogliamo governare", afferma. E "non è accettabile non affrontare il dramma della disoccupazione. Stiamo discutendo se le proroghe debbano essere cinque o otto, sono dettagli. Con tutto il rispetto per chi deve fare campagna elettorale, noi pensiamo agli italiani".
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