Energie rinnovabili: burden sharing o… 'bordello'?

di Antonio Negro - Ogniqualvolta torna di attualità il problema dell'energia da fonti rinnovabili, nella Regione Puglia scatta il meccanismo dello scaricabarile per quanto attiene le responsabilità del disastro che il territorio tutto ha subito in questi ultimi cinque anni.

   Il Presidente Nichi Vendola, col candore di sempre, continua a vantare la bontà delle scelte fatte dalla sua maggioranza e dai suoi amministratori. Se errori ci sono stati, questi parrebbero doversi addebitare agli altri: governo nazionale, province, comuni. A lui, invece, la palma del primato nazionale in materia di produzione di energia eolica e fotovoltaica in particolare.

   Tempo addietro, qualcuno scrisse che alla Puglia spetta anche il primato delle inchieste giudiziarie nel settore delle pale eoliche e dei pannelli fotovoltaici, e questo dato non venne mai smentito. Altri, negli anni dell'assalto precipitoso al territorio, specie quello di Brindisi e Lecce per il fotovoltaico selvaggio, scrissero che si era in pieno clima da Far West.

   La Commissione Parlamentare, di cui era presidente Beppe Pisanu, scendendo in  Puglia per delle audizioni, mise in guardia tutte le istituzioni interessate affermando che vi erano pericoli reali di infiltrazioni mafiose nel ricco business delle energie rinnovabili.

   Ma la macchina dell'arricchimento facile a spese della Puglia e delle sue bellezze territoriali, naturali era ormai partita e nessuno riusciva più a fermarla. Era partita, in particolar modo, per via della legge regionale 31 del 2008. Una legge varata in fretta e furia, forzando i limiti imposti dalla norma quadro nazionale e dalla direttiva europea, che erano e sono molto chiare in materia.

   Con una semplice Dia si potevano fare impianti fotovoltaici fino ad 1 MW di potenza. Da qui partì la corsa all'impianto facile. Scesero in campo i così chiamati  "sviluppatori", figure professionali che, al di là delle loro capacità, avevano il compito di riprodurre in fotocopie un unico progetto da far valere in tutti i comuni in cui riuscivano a sfondare con le loro argomentazioni. Il frazionamento delle particelle fece il resto.

   Questa legge ha prodotto, in poco tempo, risultati devastanti il cui conto viene a galla adesso. Nessuna previsione, nessuna programmazione, nessun censimento, nessuna visione complessiva di ciò che stava avvenendo e di ciò che sarebbe avvenuto.

   Nullo, o quasi, il ritorno in termini di benefici per il territorio pugliese e per i pugliesi. Solo danni e speculazione. Arricchimento facile per chi era già ricco. Si rubava a un territorio povero per dare ai ricchi.

   Per fortuna intervenne, purtroppo in ritardo, la Corte Costituzionale, che bocciò  nel 2010  quella legge sciagurata, ma il danno era ormai sotto gli occhi di tutti. Perché la Regione Puglia non ha imposto allora una moratoria e lo smantellamento degli impianti costruiti con una legge dichiarata illegittima dalla Suprema Corte?

   Non solo questo non fu fatto, ma qualcuno si adoperò perché il governo nazionale facesse una norma di sanatoria per salvare quella situazione che si era venuta a creare.

   Ancora oggi, che siamo al ridicolo della produzione oltre i consumi, si ripete lo stesso vizio, dicendo  che "il governo deve ascoltare il nostro appello altrimenti saremo costretti ad adottare nuovi provvedimenti di dubbia costituzionalità".

   Sfidare la Costituzione, che il giorno prima viene definita la migliore del mondo, e chiamare in causa il governo nazionale su problemi creati e voluti con i propri errori è un metodo che sembra piacere ai governanti di periferia. Salvo dire che sono cose gravi se vengono  fatte dagli altri.

   La responsabilità delle conseguenze nefaste derivanti dalla legge 31/2008 sono esclusivamente della Regione Puglia, e non serve nemmeno chiamare in causa i comuni e le province. La sovrapproduzione di energia è stato un errore madornale dovuto all'impreparazione e alla fretta, se non voluto apposta.

   E' possibile che la fretta di opporsi, ideologicamente e a tutti i costi, a un alquanto remoto pericolo del nucleare abbia portato alla situazione ridicola di oggi. Ed è bene ribadire che le norme nazionali sono chiare e precise.

   I criteri del 'Burden Sharing' che Vendola definisce insufficienti (si tratta del Dm Sviluppo del 15 marzo 2012) sono, al contrario, molto chiari e precisi. Basta avere la volontà, il coraggio e la responsabilità di metterli in atto.

Essi, quando stabiliscono compiti e competenze della Regione, parlano di:
- Possibilità di stabilire limiti massimi per le singole fonti
- Possibilità di sospensione dei procedimenti autorizzativi in corso.
   I pugliesi hanno bisogno di certezze e le norme nazionali ed europee in materia di energia da fonti rinnovabili sono precise e ben fatte.

   Non si può buttare l'energia al vento per un errore di calcolo. E' come voler sforare a tutti i costi il tetto del 3% : il danno e il debito ricadrebbero sui pugliesi tutti.

1 Commenti

  1. Ottimo articolo, che racconta in maniera sintetica ma precisa e cronologica, cosa e avvenuto in Puglia negli ultimi anni nel settore delle energie rinnovabili,ed in particolare dell'Eolico Industriale.
    In nome e per conto di queste energie, si sono permessi abusi e speculazioni, con la complicita'delle istituzioni, salvo poi prenderne le distanze pubblicamente quando scoppiavano scandali ed inchieste.
    Ma sempre con la solita ipocrisia, dentro la la stanza dei bottoni si facevano leggi che permettevano speculazioni e deturpamenti paesaggistici, alla faccia di uno sviluppo compatibile che questo settore se fosse davvero regolamentato da leggi che tutelano sia il territorio che gli abitanti,enon
    Da leggi che servono solo agli speculatori e lobby del settore, e la politica sempre in perenne conflitto d'interesse .
    E resta amara la consolazione, per chi in tempi non sospetti aveva osato fare delle osservazioni in questo settore, evidenziando il lato speculativo economico e le problematiche relative ad i grandi impianti eolici vicino alle case, inseriti in contesti territoriali assolutamente non idonei per careterrizzazione sia sociale che ambientale, ma siamo stati subito tacciuti come effetto Nimby, ho peggio contro le rinnovabili ed a favore del nucleare ho di
    energie inquinanti dalle potenti lobby del settore e da tutti quelli che da questo settore vedono solo l'aspetto economico.

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