Giustina De Iaco |
Anche Artemisia Gentileschi (Roma, 1597-Napoli, 1652) era bellissima, di un’intelligenza viva, scintillante. Visse al tempo di Caravaggio, con cui gareggiò nel catturare la luce violenta per imprigionarla sulla tela. Un damerino ben nato si invaghì di lei e la possedette con la forza. La pittrice lo denunciò, ci fu un processo. Alla fine Artemisia sposò un vecchio: un archetipo per le donne chiacchierate, fino a non molto tempo fa (o un vecchio o un invalido). Andò a vivere a Firenze, dove incontrò un suo coetaneo, Francesco Mario, e con lui si riprese la sua gioventù rubata, l’amore, il piacere.
L’attrice Marie Trintignant (1962-2003) era la figlia del grande Jean-Louis (“Il sorpasso”, Dino Risi). 41 anni, 3 mariti, 4 figli, fu uccisa a Vilnius a botte da Bertrand Cantat, leader/voce dei “Noir Desir”. Sono solo tre delle storie raccontate dallo spettacolo teatrale “Femminicidio”, ideato dalla regista pugliese Antonella Oceano e andato in scena con successo a Salve (nell’incantevole location di Palazzo Ramirez).
Una serata intensa di riflessione su un fenomeno del nostro tempo (ma diffuso anche nell’antica Roma). L’imperativo della regista era di volare alto, senza alcun riferimento a fatti avvenuti nel presente o nel passato prossimo e che tanto hanno colpito, sconvolto l’opinione pubblica. E ci è riuscita assemblando storie di donne di ogni tempo, latitudine, estrazione sociale e culturale: unite però da un denominatore comune: le protagoniste hanno subìto la violenza dell’uomo, che pure le aveva amate, ma anche di suggestioni culturali (in Africa, per esempio) dettate da una tradizione ormai destrutturata, negando la loro identità, il loro essere donna. Alcuni dei brani proposti sono stati ripresi, adattati e modificati dal libro di Serena Dandini “Ferite a morte”.
Elisa Maggio |
Il sedicenne prodigio Luca Raone ha eseguito Chopin (Notturno) e brani di Ennio Morricone, mentre il tenore ventenne Simon Dongiovanni ha chiuso lo spettacolo con “Malìa” di Francesco Paolo Tosti. Sipario e commozione generale. La bravura degli interpreti, la delicatezza del tema e la leggerezza con cui il tutto è stato decodificato hanno toccato il cuore e la mente degli spettatori. Meritata la standing ovation.