Fiera del Levante: la proposta, "sì a mutuo garantito dalla Regione Puglia"

BARI - “Un proposta a costo zero, in grado di rilanciare una risorsa socio economica storica e fondamentale del territorio barese e pugliese come la Fiera del Levante, destinata, in queste condizioni, a un inesorabile declino”.
Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia e di Bari e Giuseppe Zimmari, Segretario generale della UIL Tucs (Turismo, Commercio e Servizi) di Puglia e di Bari, sintetizzano così la proposta per il “salvataggio della Fiera del Levante” elaborata dalla UIL regionale avvalendosi della collaborazione di amministrativisti, economisti e esperti del settore fieristico locale e nazionale, presentata stamani nel corso di una conferenza stampa alla presenza dei lavoratori dell’Ente. Proposta che “sarà inoltrata ai soci della Fiera del Levante e al presidente della stessa per discuterla e, eventualmente, condividerla”.

“Innanzitutto – hanno spiegato nel dettaglio i due Segretari della UIL - occorrerebbe liberare il campo dall’ingombrante debito fin qui accumulato che, se fosse appena ridotto del 20-30 per cento, continuerebbe a far da zavorra ad un Ente che, a parole, si dice di voler rilanciare. Unico soggetto in grado di realizzare questa operazione sembra essere la Regione Puglia, che potrebbe contrarre o garantire un mutuo per la copertura dell’intera esposizione debitoria (preventivamente ed opportunamente verificata) da estinguere in un arco di tempo (25-30 anni) che comporti una rata annua inferiore al milione di euro. Quale contropartita la Regione otterrebbe la concessione almeno trentennale di tutta la parte del quartiere fieristico non destinata a ospitare manifestazioni fieristiche con facoltà (regolamentata) di modificare, edificare e locare. Lì – hanno chiarito Pugliese e Zimmari - abbandonando lo strumento del comodato gratuito, potrebbe allocare tutte le attività non istituzionali ad essa riconducibili, con precedenza ed obbligo per quelle culturali, in modo da costituire, dall’altra parte della città rispetto alla nuova sede di Japigia, un polo fortemente caratterizzato, in grado di ‘calamitare’ anche altre iniziative disperse nel territorio cittadino: gallerie, musei, teatri, mediateche”.

La stessa Regione potrebbe poi orientare l’insediamento nel “quartiere artistico” di istituzioni come l’Accademia BBAA ancora allocata in locali inidonei al “modico” costo di 600.000,00 euro all’anno.

“Una gestione unitaria ed autorevole dell’intera zona non destinata ad attività fieristiche – hanno proseguito - consentirebbe inoltre la certezza della copertura della rata annua del mutuo e la preservazione di una omogeneità delle attività insediate, con la conseguente valorizzazione del “quartiere” che, affidato a persone esperte e lungimiranti, attraverso un bando pubblico a scala internazionale, potrebbe costituire l’embrione per il recupero e lo sviluppo delle aree e degli immobili che circondano la stessa Fiera (ex Inail – Stadio, ecc.) secondo un progetto di respiro internazionale”.

Sistemato il debito e determinato l’utilizzatore “pubblico” del quartiere non fieristico con l’impegno della sola Regione Puglia, i soci dovrebbero “provvedere alla ricapitalizzazione dell’Ente con un versamento complessivo di 3 milioni di euro ed all’aumento del contributo ordinario da 220.000 a 330.000 euro all’anno”.

Quanto poi alle attività fieristiche, per non lasciarle in gran parte alla totale discrezione di coloro che avranno “a manifestare interesse” per la loro organizzazione, escludendo qualsiasi coinvolgimento e partecipazione del “territorio”, “sarebbe opportuno che la FdL faccia redigere da esperti del settore, entro il prossimo luglio, un progetto preliminare per le attività da realizzare per sottoporlo, nei successivi 30 giorni, alla valutazione, discussione ed eventuale integrazione da parte di tutte le Istituzioni ed Organizzazioni interessate. Il progetto definitivo, redatto entro il 30 settembre, potrà così riportare punti fermi e linee guida condivisi per la formulazione di un “calendario delle manifestazioni fieristiche della FdL”.

Su questa base si avvierebbe immediatamente la valutazione ed il confronto delle manifestazioni di interesse pervenute, con la determinazione che andrebbe evitata qualsiasi attività o iniziativa permanente, o per un tempo superiore a tre mesi, “che riproporrebbe, in maniera aggravata, il caso Eataly”.

Infine, il personale. “Occorrerebbe – hanno chiosato Pugliese e Zimmari - innanzitutto definire in maniera certa il numero degli eventuali pensionamenti, delle mobilità e delle diverse collocazioni assentite. Quindi, definito il nuovo organico dell’Ente, l’eventuale personale in esubero, appositamente formato e riqualificato, andrebbe distaccato presso una società strumentale di FdL per la fornitura, obbligatoria, di alcuni servizi ai Concessionari del “quartiere  fieristico” e del “quartiere artistico”.

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