Fmi, "Economia italiana? Peggio di quella greca"
WASHINGTON - Ancora brutte notizie per il Belpaese dal Fmi. La crescita dell'economia italiana arranca e il prossimo anno la nostra economia sara' superata perfino dalla Grecia. Lo prevede il Fondo Monetario Internazionale nel World Economic Outlook indicando una chiave di volta nella maggiore offerta di credito che potrebbe far lievitare il Pil italiano di almeno il 2%. In Italia il tasso di sviluppo, tra i piu' bassi in Europa, e' stimato in aumento di appena lo 0,6% quest'anno (in linea con la Grecia) e dell'1,1% nel 2015 quando invece Atene volera' del 2,9%.
Nel 2014 e' inoltre previsto un aumento del tasso di disoccupazione in Italia al 12,4% dal 12,2% nel 2013. Solo nel 2015 la disoccupazione risultera' in diminuzione all'11,9%.
L'indice dei prezzi al consumo in Italia crollera' quest'anno allo 0,7% dall'1,3% del 2013 per risalire all'1% nel 2015, secondo le stime del Fondo che considera la bassa inflazione una seria minaccia per la ripresa.
"Ulteriori misure per far ripartire l'offerta di credito" in Italia, oltre che in Francia, Irlanda e Spagna, consentirebbero "un aumento del Pil del 2% o anche di piu'", avvertono gli economisti di Washington che hanno analizzato l'impatto sul tasso di creacita della contrazione dei prestiti bancari scatenata dal fallimento della Lehman Brothers. In Italia, ad esempio, "nel 2008 l'offerta di credito e' diminuita meno che in Francia e in Germania per la minor esposizione rispetto agli asset Usa e ha anche recuperato fino alla meta' del 2011 - si apprende nel rapporto - tuttavia le condizioni del credito risultano fortemente deteriorate alla fine del 2011, con una conseguente contrazione del Pil di circa il 2%".
Nel 2014 e' inoltre previsto un aumento del tasso di disoccupazione in Italia al 12,4% dal 12,2% nel 2013. Solo nel 2015 la disoccupazione risultera' in diminuzione all'11,9%.
L'indice dei prezzi al consumo in Italia crollera' quest'anno allo 0,7% dall'1,3% del 2013 per risalire all'1% nel 2015, secondo le stime del Fondo che considera la bassa inflazione una seria minaccia per la ripresa.
"Ulteriori misure per far ripartire l'offerta di credito" in Italia, oltre che in Francia, Irlanda e Spagna, consentirebbero "un aumento del Pil del 2% o anche di piu'", avvertono gli economisti di Washington che hanno analizzato l'impatto sul tasso di creacita della contrazione dei prestiti bancari scatenata dal fallimento della Lehman Brothers. In Italia, ad esempio, "nel 2008 l'offerta di credito e' diminuita meno che in Francia e in Germania per la minor esposizione rispetto agli asset Usa e ha anche recuperato fino alla meta' del 2011 - si apprende nel rapporto - tuttavia le condizioni del credito risultano fortemente deteriorate alla fine del 2011, con una conseguente contrazione del Pil di circa il 2%".