di Antonio Antro - La conferenza presieduta dai due curatori fallimentari (e non solo) ha chiarito una serie di punti di notevole importanza. Con riferimento alla situazione contabile l'attivo della società biancorossa ha voci importanti: calciatori, compartecipazioni, immobilizzazioni immateriali e materiali, settore giovanile, indumenti, marchio sociale per un importo di 4,3 milioni di euro.
Base d'asta molto corposa. La famiglia Matarrese, stando alle perizie dei tecnici, avrebbe condotto operazioni di “maquillage contabile”, operazioni molto diffuse nel calcio moderno. Sono state contabilizzate plusvalenze necessarie a coprire le perdite, evitando così onerose ricapitalizzazioni. Altro aspetto da non sottovalutare è il debito sportivo di tre milioni di euro.
Ad aggravare la situazione per le numerose cordate c'è una cauzione piuttosto importante. Rassicurante le scelta dei due curatori di procedere all'asta a “buste chiuse” con i rilanci minimi di “trecentomila euro”; inoltre l'atto di vendita (sempre se l'asta non va deserta) dovrebbe essere perfezionato il 29 Aprile ore 17 .
Se l'asta dovesse andare deserta, i due curatori hanno previsto un meccanismo rapido ed efficiente: infatti si ripartirebbe addirittura il giorno seguente, con una base d'asta fissata dal giudice delegato Anna De Simone. Il debito sportivo andrà ripianato entro settembre, problemi di poco conto per la fideiussione e la mutualità . Dopo la conferenza “della rinascita” arrivano le prime critiche .
Galigani sostiene che la base d'asta sia troppo alta: in sostanza crisi finanziaria e controlli fiscali ostacolerebbero il buon esito dell'asta. Paparesta invece è sempre più convinto della bontà del suo progetto; l'ex arbitro si sta facendo portavoce di una cordata italo -russa . Gli imprenditori in questione sarebbero oligarchi russi molto vicini a Putin. Si tratta di soggetti che operano stabilmente nel settore energetico.
Il dirigente sportivo inoltre non esclude la partecipazione di imprenditori italiani. Questo dualismo pare essere la chiave di volta per un progetto innovativo. Gli investimenti riguarderebbero soprattutto infrastrutture quali: centro sportivo e stadio, le accademie sportive e una rete strutturata di scout .
Non è da trascurare il riassetto strutturale del Bari Calcio, un'industria che dovrà fatturare milioni di euro e avrà bisogno di specialisti di vario genere, pensiamo soprattutto alla “Comunicazione Social”. Il vero punto nodale resta lo stadio, infrastruttura che dovrà tenere conto dell'avvento delle Pay-tv ed Internet. Il nuovo stadio così concepito sarà un centro polifunzionale. Una pluralità di attività economiche che produrranno ricavi utili a mantenere il corretto equilibrio economico -finanziario del “Nuovo Bari Calcio”.
Base d'asta molto corposa. La famiglia Matarrese, stando alle perizie dei tecnici, avrebbe condotto operazioni di “maquillage contabile”, operazioni molto diffuse nel calcio moderno. Sono state contabilizzate plusvalenze necessarie a coprire le perdite, evitando così onerose ricapitalizzazioni. Altro aspetto da non sottovalutare è il debito sportivo di tre milioni di euro.
Ad aggravare la situazione per le numerose cordate c'è una cauzione piuttosto importante. Rassicurante le scelta dei due curatori di procedere all'asta a “buste chiuse” con i rilanci minimi di “trecentomila euro”; inoltre l'atto di vendita (sempre se l'asta non va deserta) dovrebbe essere perfezionato il 29 Aprile ore 17 .
Se l'asta dovesse andare deserta, i due curatori hanno previsto un meccanismo rapido ed efficiente: infatti si ripartirebbe addirittura il giorno seguente, con una base d'asta fissata dal giudice delegato Anna De Simone. Il debito sportivo andrà ripianato entro settembre, problemi di poco conto per la fideiussione e la mutualità . Dopo la conferenza “della rinascita” arrivano le prime critiche .
Galigani sostiene che la base d'asta sia troppo alta: in sostanza crisi finanziaria e controlli fiscali ostacolerebbero il buon esito dell'asta. Paparesta invece è sempre più convinto della bontà del suo progetto; l'ex arbitro si sta facendo portavoce di una cordata italo -russa . Gli imprenditori in questione sarebbero oligarchi russi molto vicini a Putin. Si tratta di soggetti che operano stabilmente nel settore energetico.
Il dirigente sportivo inoltre non esclude la partecipazione di imprenditori italiani. Questo dualismo pare essere la chiave di volta per un progetto innovativo. Gli investimenti riguarderebbero soprattutto infrastrutture quali: centro sportivo e stadio, le accademie sportive e una rete strutturata di scout .
Non è da trascurare il riassetto strutturale del Bari Calcio, un'industria che dovrà fatturare milioni di euro e avrà bisogno di specialisti di vario genere, pensiamo soprattutto alla “Comunicazione Social”. Il vero punto nodale resta lo stadio, infrastruttura che dovrà tenere conto dell'avvento delle Pay-tv ed Internet. Il nuovo stadio così concepito sarà un centro polifunzionale. Una pluralità di attività economiche che produrranno ricavi utili a mantenere il corretto equilibrio economico -finanziario del “Nuovo Bari Calcio”.
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