Tensione nel Partito Democratico e nel governo sulla riforma del Senato, all'esame della Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Ci pensa Maria Elena Boschi a frenare sulle polemiche, che si dice certa della tenuta della maggioranza. "Non c'è un problema di numeri in Parlamento per l'approvazione delle riforme", chiarisce il ministro per le Riforme. "Forza Italia ha ribadito che gli accordi verranno rispettati noi sappiamo bene quali sono i pilastri di questo accordo, dopodiché sappiamo che c'è un confronto in corso ed è normale in un dibattito parlamentare che ci siano margini di cambiamento e miglioramento", spiega Boschi.
Parole che arrivano dopo quelle del presidente dei senatori azzurri Paolo Romani, che pur assicurando che "Forza Italia intende mantenere i patti", sottolinea come un'ulteriore riflessione sia necessaria sul sistema di elezione dei membri del Senato su base regionale".
"Insistere per l'elezione diretta di una piccola parte dei senatori assume le caratteristiche più di un tentativo di bloccare la riforma che non l'affermazione di un valore imprescindibile", aveva scritto l'esponente renziana, rivolta alla minoranza Pd, in una lettera al Corriere della Sera pubblicata mercoledì.
Proprio dalla minoranza Pd Stefano Fassina torna a chiedere di prendere in considerazione il ddl di Vannino Chiti, mai ritirato, che prevede l'elezione dei senatori. "Nessuno vuole bloccare le riforme. Invece di lanciare accuse di sabotaggio o ricerca di visibilità sarebbe utile che il governo facesse attenzione al merito dei problemi e delle soluzioni indicate da Chiti e da altri senatori del Pd", afferma in una nota l'ex sottosegretario. "Si possono trovare soluzioni - spiega Fassina - per arrivare a un Senato non elettivo in presenza di una legge elettorale che dia maggiori garanzie di rappresentanza e diprotagonismo dei cittadini nella scelta degli eletti".
Parole che arrivano dopo quelle del presidente dei senatori azzurri Paolo Romani, che pur assicurando che "Forza Italia intende mantenere i patti", sottolinea come un'ulteriore riflessione sia necessaria sul sistema di elezione dei membri del Senato su base regionale".
"Insistere per l'elezione diretta di una piccola parte dei senatori assume le caratteristiche più di un tentativo di bloccare la riforma che non l'affermazione di un valore imprescindibile", aveva scritto l'esponente renziana, rivolta alla minoranza Pd, in una lettera al Corriere della Sera pubblicata mercoledì.
Proprio dalla minoranza Pd Stefano Fassina torna a chiedere di prendere in considerazione il ddl di Vannino Chiti, mai ritirato, che prevede l'elezione dei senatori. "Nessuno vuole bloccare le riforme. Invece di lanciare accuse di sabotaggio o ricerca di visibilità sarebbe utile che il governo facesse attenzione al merito dei problemi e delle soluzioni indicate da Chiti e da altri senatori del Pd", afferma in una nota l'ex sottosegretario. "Si possono trovare soluzioni - spiega Fassina - per arrivare a un Senato non elettivo in presenza di una legge elettorale che dia maggiori garanzie di rappresentanza e diprotagonismo dei cittadini nella scelta degli eletti".