di Vittorio Polito – Nel lontano 1968 il settimanale politico e di attualità «Il nuovo Risveglio» (anno II, n. 1), diretto da Mauro Spagnoletti (Responsabile Giovanni De Mattia), che si diffondeva a Bari, pubblicava una nota dal titolo «Studi e programmi per la circolazione a Bari». L’anonimo estensore segnalava la pubblicazione dell’Automobil Club d’Italia sull’argomento divenuto il ‘caput mortuum’ della vita cittadina (espressione che nel linguaggio degli alchimisti significa residuo di distillazione equivalente al nostro termine ‘scoria’).
Il presentatore dell’opera, il prof. Saverio Nisio, spiegava opportunamente le problematiche legate alla ferrovia ed a quello della riorganizzazione e della sosta nell’area murattiana ed allo snellimento del traffico extraurbano.
Il progetto fu redatto da: Claudio Podestà, Roberto D’Armini, Annamaria Cupo-Pagano, Luigi Quaglia, Alberto Luca, Salvatore Pace, Franco Santelli, Wilfredo Valmagli, Giovanni Bonaona, Giorgio Corso e Alfredo Totaro, mentre la segreteria era composta da Carlo Favale, Fiorella Fratini, Anna Pomus e Rosetta Zambrini. Collaborarono all’iniziativa l’ing. Domenico Volpe, capo Ufficio Traffico del Comune di Bari e l’ing. Francesco Jodice capo sezione del Servizio segnalazioni stradali.
Lo studio si articolava in due parti: nella prima erano descritte le indagini e le rilevazioni comparate, mentre nella seconda vi erano le conclusioni ed i suggerimenti all’Amministrazione Comunale per alcuni orientamenti operativi.
Da allora sono passati quasi 50 anni ed i problemi sussistono ancora, anzi sono aumentati con il conseguente vertiginoso aumento delle auto e quindi del traffico in una città che conserva, almeno nel borgo murattiano e da oltre due secoli, la stessa planimetria stradale, mentre nei nuovi quartieri si è fatto ben poco per dare più spazi ai parcheggi ed alla viabilità per migliorare la circolazione stradale nell’intera città.
Una curiosità: in quel periodo lo stesso studio dell’Automobile Club di Bari sul traffico barese registrò nel sottopassaggio di Piazza Luigi di Savoia in sole 24 ore ben centoventimila passaggi di auto.
Il presentatore dell’opera, il prof. Saverio Nisio, spiegava opportunamente le problematiche legate alla ferrovia ed a quello della riorganizzazione e della sosta nell’area murattiana ed allo snellimento del traffico extraurbano.
Il progetto fu redatto da: Claudio Podestà, Roberto D’Armini, Annamaria Cupo-Pagano, Luigi Quaglia, Alberto Luca, Salvatore Pace, Franco Santelli, Wilfredo Valmagli, Giovanni Bonaona, Giorgio Corso e Alfredo Totaro, mentre la segreteria era composta da Carlo Favale, Fiorella Fratini, Anna Pomus e Rosetta Zambrini. Collaborarono all’iniziativa l’ing. Domenico Volpe, capo Ufficio Traffico del Comune di Bari e l’ing. Francesco Jodice capo sezione del Servizio segnalazioni stradali.
Lo studio si articolava in due parti: nella prima erano descritte le indagini e le rilevazioni comparate, mentre nella seconda vi erano le conclusioni ed i suggerimenti all’Amministrazione Comunale per alcuni orientamenti operativi.
Da allora sono passati quasi 50 anni ed i problemi sussistono ancora, anzi sono aumentati con il conseguente vertiginoso aumento delle auto e quindi del traffico in una città che conserva, almeno nel borgo murattiano e da oltre due secoli, la stessa planimetria stradale, mentre nei nuovi quartieri si è fatto ben poco per dare più spazi ai parcheggi ed alla viabilità per migliorare la circolazione stradale nell’intera città.
Una curiosità: in quel periodo lo stesso studio dell’Automobile Club di Bari sul traffico barese registrò nel sottopassaggio di Piazza Luigi di Savoia in sole 24 ore ben centoventimila passaggi di auto.