LECCE - Cos’è la bellezza oggi? Ne abbiamo ancora bisogno? Essa costituisce ancora un valore o uno strumento per gli individui e per la produzione artistica contemporanea? La filosofia occidentale dall’antica Grecia ad oggi, cerca ancora delle risposte e questo progetto costituisce una riflessione consapevolmente parziale su un termine così carico di storia e di diverse attribuzioni culturali.
“Beauty is the eye of the beholder” (la bellezza è nell’occhio dell’osservatore) è una mostra d’arte contemporanea curata da Dores Sacquegna per lo spazio della galleria Primo Piano LivinGallery di Lecce (inaugurazione sabato 3 maggio alle ore 19.00, resterà aperta sino al 29 maggio).
Questo evento nasce in collaborazione con una nuova realtà associativa culturale leccese: la PP Progetti interdisciplinari e Servizi per l’Arte Contemporanea, di Lecce, fondata ad aprile e pronta a creare sinergie e progetti con tutto il mondo.
Per questa mostra che indaga il concetto del bello, del sublime e dello sguardo riflesso, l’Associazione Culturale propone al pubblico un interessante momento di dialogo, partecipazione e ascolto con l’artista francese ARNAUD CANIZARÈS (Toulouse, 1986) vive tra Toulouse e Berlino e ha bagaglio di esperienze internazionali.
Un’intervista e dialogo tra il curatore e l’artista, tra le opere nello spazio e il pubblico che osserva, per diffondere nuove modalità di educazione alla vita. Nell’arte contemporanea il bello continua a destare sospetto intellettuale e a costituire una sorta di tabù per curatori e artisti. Il mondo attuale è erede di un processo del pensiero filosofico e artistico che ha portato alla crisi della nozione tradizionale di “bellezza dell’opera d’arte” in quanto valore inadeguato a esprimere il sentire dell’uomo moderno.
La sua nozione classica intesa come armonia o equilibrio era stata messa in discussione già nella filosofia estetica ottocentesca e, in modo ancora più definitivo, nel Novecento con il ripudio dei canoni estetici tradizionali nelle avanguardie storiche. Dagli anni ’60 a oggi, l’arte contemporanea è arrivata a una definitiva messa in discussione del confine tra arte e realtà, minando indissolubilmente l’idea di bellezza come proprietà artistica.
Ecco che questa mostra si presta a restituire (attraverso una selezione di opere di pittura, scultura, fotografie e video) una nuova ed entusiasmante visione del “bello” non solo come produzione legata alle discipline artistiche, ma anche a quelle concettuali, alla fusione tra arte e pensiero; un “Sehnsucht “ per la bellezza, un sentimento di nostalgia e desiderio di vivere un’esperienza estetica veritiera, trasformativa, intesa come momento di connessione straordinaria tra il singolo individuo e l’essenza delle cose.
Volti ibridi che emergono da una luce quasi caravaggesca nella pittura ad olio del giovane artista messicano KAMALKY LAUREANO.
Perfezione, rappresentazione, trasfigurazione del mito greco di Ares e Artemide nelle fotografie del pugliese COSIMO BELLANOVA.
Incarnazione del sublime nell’eterno ritorno al ventre materno con la scultura-installazione di MARIA LUISA IMPERIALI.
Sensualità, cromia, purezza, materia nelle pitture del venezuelano ASTOLFO FUNES e del pugliese ALESSANDRO PASSARO.
Feticismo e sublimazione con MASSIMILIANO MANIERI, il quale mette a nudo il suo corpo manifestando l'aspetto peculiare di un'estetica che supera la concezione tecnicista del bello e la sua aspirazione a definire canoni oggettivi.
Fenomenalogia del sublime nelle opere di ARNAUD CANIZARÈS, che prende in prestito i titoli e la costruzione delle opere di grandi maestri rinascimentali per produrre nuove visioni estetiche del contemporaneo, rivelando una concezione del bello connesso alla dimensione esistenziale più profonda dell’uomo e del suo rapporto con il mondo.
Da Burke a Kant, la concezione del bello e del sublime si distingue e si contrappone, ampliandone i significati e proprio nella “Critica della ragion pura” di Kant, il concetto di sublime è l’espressione della potenza annientatrice della natura, di fronte alla quale l'uomo prende coscienza del limite (Sublime dinamico), mentre la contemplazione della natura immobile e fuori dal tempo è riferita al sublime matematico.
Entrambi i concetti si manifestano nel video “Morocho” di GABRIELA MORAWETZ, nella scultura di STUART ROSS SNIDER e nelle tecniche miste di TERESA OLABUENAGA e infine nella pittura del giovane e brillante artista pugliese ORONZO DE STRADIS.
ARNAUD CANIZARÈS (Toulouse, Francia 1986) artista, fotografo e grafico pubblicitario francese, vive tra Toulouse e Berlino e ha bagaglio di esperienze internazionali. Dopo il Diploma di maturità scientifica lascia la sua città natale e inizia a viaggiare. Ha vissuto e studiato a La Souterraine, in Orléans, Fr, ottenendo il Diploma Nazionale in Art Practice (DNAP) e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, dove ha sostenuto la tesi su "La miseria del mondo, Arte e Utopia", con il filosofo e critico d'arte Federico Ferrari, diplomandosi in Pittura con il massimo dei voti nel 2011.
Nel suo background ci sono partecipazioni a mostre in Italia, con la galleria di Enzo Cannaviello, Assab One di Milano e la doppia personale “DUEL IV-Dobbiamo cambiare il mondo" con Formentini, sempre a Milano. Nel 2012 è stato selezionato (su oltre 2000 studenti dell’Accademia di Brera) per Art Basel e la Biennale Mulhouse 012 in Francia. Nel giugno del 2011 a Milano costruisce un gruppo di nove artisti internazionali per lavorare per un mondo più sano, creando un progetto “Make your space/Fai il tuo spazio" che viene lanciato per la prima volta al centro d'arte contemporanea Fabrica del Vapore a Milano.
Canizares scandaglia due percorsi, uno è una ricerca formale e poetica che porta avanti con la propria arte, l'altro è un progetto per il progresso sociale sull’esperienza estetica delle immagini e sulla creazione di un centro mondiale di informazione per educare "alla vita" (cioè come aiutare se stesso, come aiutare gli altri e su cosa riposa la complessità del mondo).
E proprio su questo progetto che l’autore, co-fondatore di AWA un Organizzazione Non Governativa (NGO) for educational images a Berlino, Germania, ha riunito intorno a questa visione professionisti internazionali per diffondere un ideale di bellezza e di educazione alla vita.
“Beauty is the eye of the beholder” (la bellezza è nell’occhio dell’osservatore) è una mostra d’arte contemporanea curata da Dores Sacquegna per lo spazio della galleria Primo Piano LivinGallery di Lecce (inaugurazione sabato 3 maggio alle ore 19.00, resterà aperta sino al 29 maggio).
Questo evento nasce in collaborazione con una nuova realtà associativa culturale leccese: la PP Progetti interdisciplinari e Servizi per l’Arte Contemporanea, di Lecce, fondata ad aprile e pronta a creare sinergie e progetti con tutto il mondo.
Per questa mostra che indaga il concetto del bello, del sublime e dello sguardo riflesso, l’Associazione Culturale propone al pubblico un interessante momento di dialogo, partecipazione e ascolto con l’artista francese ARNAUD CANIZARÈS (Toulouse, 1986) vive tra Toulouse e Berlino e ha bagaglio di esperienze internazionali.
Un’intervista e dialogo tra il curatore e l’artista, tra le opere nello spazio e il pubblico che osserva, per diffondere nuove modalità di educazione alla vita. Nell’arte contemporanea il bello continua a destare sospetto intellettuale e a costituire una sorta di tabù per curatori e artisti. Il mondo attuale è erede di un processo del pensiero filosofico e artistico che ha portato alla crisi della nozione tradizionale di “bellezza dell’opera d’arte” in quanto valore inadeguato a esprimere il sentire dell’uomo moderno.
La sua nozione classica intesa come armonia o equilibrio era stata messa in discussione già nella filosofia estetica ottocentesca e, in modo ancora più definitivo, nel Novecento con il ripudio dei canoni estetici tradizionali nelle avanguardie storiche. Dagli anni ’60 a oggi, l’arte contemporanea è arrivata a una definitiva messa in discussione del confine tra arte e realtà, minando indissolubilmente l’idea di bellezza come proprietà artistica.
Ecco che questa mostra si presta a restituire (attraverso una selezione di opere di pittura, scultura, fotografie e video) una nuova ed entusiasmante visione del “bello” non solo come produzione legata alle discipline artistiche, ma anche a quelle concettuali, alla fusione tra arte e pensiero; un “Sehnsucht “ per la bellezza, un sentimento di nostalgia e desiderio di vivere un’esperienza estetica veritiera, trasformativa, intesa come momento di connessione straordinaria tra il singolo individuo e l’essenza delle cose.
Volti ibridi che emergono da una luce quasi caravaggesca nella pittura ad olio del giovane artista messicano KAMALKY LAUREANO.
Perfezione, rappresentazione, trasfigurazione del mito greco di Ares e Artemide nelle fotografie del pugliese COSIMO BELLANOVA.
Incarnazione del sublime nell’eterno ritorno al ventre materno con la scultura-installazione di MARIA LUISA IMPERIALI.
Sensualità, cromia, purezza, materia nelle pitture del venezuelano ASTOLFO FUNES e del pugliese ALESSANDRO PASSARO.
Feticismo e sublimazione con MASSIMILIANO MANIERI, il quale mette a nudo il suo corpo manifestando l'aspetto peculiare di un'estetica che supera la concezione tecnicista del bello e la sua aspirazione a definire canoni oggettivi.
Fenomenalogia del sublime nelle opere di ARNAUD CANIZARÈS, che prende in prestito i titoli e la costruzione delle opere di grandi maestri rinascimentali per produrre nuove visioni estetiche del contemporaneo, rivelando una concezione del bello connesso alla dimensione esistenziale più profonda dell’uomo e del suo rapporto con il mondo.
Da Burke a Kant, la concezione del bello e del sublime si distingue e si contrappone, ampliandone i significati e proprio nella “Critica della ragion pura” di Kant, il concetto di sublime è l’espressione della potenza annientatrice della natura, di fronte alla quale l'uomo prende coscienza del limite (Sublime dinamico), mentre la contemplazione della natura immobile e fuori dal tempo è riferita al sublime matematico.
Entrambi i concetti si manifestano nel video “Morocho” di GABRIELA MORAWETZ, nella scultura di STUART ROSS SNIDER e nelle tecniche miste di TERESA OLABUENAGA e infine nella pittura del giovane e brillante artista pugliese ORONZO DE STRADIS.
ARNAUD CANIZARÈS (Toulouse, Francia 1986) artista, fotografo e grafico pubblicitario francese, vive tra Toulouse e Berlino e ha bagaglio di esperienze internazionali. Dopo il Diploma di maturità scientifica lascia la sua città natale e inizia a viaggiare. Ha vissuto e studiato a La Souterraine, in Orléans, Fr, ottenendo il Diploma Nazionale in Art Practice (DNAP) e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, dove ha sostenuto la tesi su "La miseria del mondo, Arte e Utopia", con il filosofo e critico d'arte Federico Ferrari, diplomandosi in Pittura con il massimo dei voti nel 2011.
Nel suo background ci sono partecipazioni a mostre in Italia, con la galleria di Enzo Cannaviello, Assab One di Milano e la doppia personale “DUEL IV-Dobbiamo cambiare il mondo" con Formentini, sempre a Milano. Nel 2012 è stato selezionato (su oltre 2000 studenti dell’Accademia di Brera) per Art Basel e la Biennale Mulhouse 012 in Francia. Nel giugno del 2011 a Milano costruisce un gruppo di nove artisti internazionali per lavorare per un mondo più sano, creando un progetto “Make your space/Fai il tuo spazio" che viene lanciato per la prima volta al centro d'arte contemporanea Fabrica del Vapore a Milano.
Canizares scandaglia due percorsi, uno è una ricerca formale e poetica che porta avanti con la propria arte, l'altro è un progetto per il progresso sociale sull’esperienza estetica delle immagini e sulla creazione di un centro mondiale di informazione per educare "alla vita" (cioè come aiutare se stesso, come aiutare gli altri e su cosa riposa la complessità del mondo).
E proprio su questo progetto che l’autore, co-fondatore di AWA un Organizzazione Non Governativa (NGO) for educational images a Berlino, Germania, ha riunito intorno a questa visione professionisti internazionali per diffondere un ideale di bellezza e di educazione alla vita.