di Vittorio Polito - Piero Fabris, noto scrittore, pittore, poeta e commediografo ha pubblicato in questi giorni per la collana “Palcoscenico” della FaLvision Editore, il volume “Inchiostrati sulla lama del rasoio – Monologhi obsoleti e qualche racconto impolverato, forse maschere per apparire nell’essere” (pagine 92 - € 10).
I primi tre monologhi sono interpretati da personaggi che al, mattino spiano la città e osservano le loro figure, contemplano la loro immagine allo specchio cercando se stessi, i loro sogni sbiaditi che affiorano, timidi, pallidi e impauriti. Sono personaggi in cerca di conferme e riconoscimenti. I personaggi dei testi dell’autore non sono altro che novelli e redivivi spiriti hegeliani che, nell’affermazione della ricerca di una identità perduta, lottano incessantemente contro un’alterità estraniante incarnata dalla cortina fumogena della concretezza.
Benedetto Pizzolla, docente di Storia e Filosofia, che firma la prefazione, scrive che è “Difficile condensare in poche righe il significato e lo spessore culturale di cui sono intrisi questi testi del poliedrico Piero Fabris. Il lavoro è denso per i temi che tocca e con maestria espressiva affida all’apparente quotidiana semplicità dei pensieri attorno a cui ruotano i monologhi dei personaggi”.
Fabris nella sua produzione trasferisce il frutto delle sue ricerche nel campo dei simboli. Appassionato di fiabe, miti e leggende ha al suo attivo diverse pubblicazioni (La masseria delle 50 lune, La Rosa dei venti e il segreto del Monte Rosso, Un seme di sole che divenne fiore di pietra, Testapersa e dialoghi con Rosaluna). Fabris è anche un estimatore di Hrand Nazariantz al quale ha dedicato il testo teatrale “Rosa Hrand…agio”.
L’autore ha al suo attivo anche numerosi riconoscimenti per le sue poesie in Concorsi nazionali. In sostanza Fabris trasferisce nella sua produzione il frutto delle sue ricerche appassionate nel campo dei simboli, delle favole e leggende del territorio pugliese, per cui oltre ad essere meritati i riconoscimenti che colleziona. Insomma Piero è bravo in tutto, è un autore poliedrico al quale non si può che augurare sempre maggiori successi nei campi culturali di cui si interessa.
Il volume si avvale dell’introduzione del regista teatrale Stefano Murciano.
In copertina schizzi dello stesso Fabris.
I primi tre monologhi sono interpretati da personaggi che al, mattino spiano la città e osservano le loro figure, contemplano la loro immagine allo specchio cercando se stessi, i loro sogni sbiaditi che affiorano, timidi, pallidi e impauriti. Sono personaggi in cerca di conferme e riconoscimenti. I personaggi dei testi dell’autore non sono altro che novelli e redivivi spiriti hegeliani che, nell’affermazione della ricerca di una identità perduta, lottano incessantemente contro un’alterità estraniante incarnata dalla cortina fumogena della concretezza.
Benedetto Pizzolla, docente di Storia e Filosofia, che firma la prefazione, scrive che è “Difficile condensare in poche righe il significato e lo spessore culturale di cui sono intrisi questi testi del poliedrico Piero Fabris. Il lavoro è denso per i temi che tocca e con maestria espressiva affida all’apparente quotidiana semplicità dei pensieri attorno a cui ruotano i monologhi dei personaggi”.
Fabris nella sua produzione trasferisce il frutto delle sue ricerche nel campo dei simboli. Appassionato di fiabe, miti e leggende ha al suo attivo diverse pubblicazioni (La masseria delle 50 lune, La Rosa dei venti e il segreto del Monte Rosso, Un seme di sole che divenne fiore di pietra, Testapersa e dialoghi con Rosaluna). Fabris è anche un estimatore di Hrand Nazariantz al quale ha dedicato il testo teatrale “Rosa Hrand…agio”.
L’autore ha al suo attivo anche numerosi riconoscimenti per le sue poesie in Concorsi nazionali. In sostanza Fabris trasferisce nella sua produzione il frutto delle sue ricerche appassionate nel campo dei simboli, delle favole e leggende del territorio pugliese, per cui oltre ad essere meritati i riconoscimenti che colleziona. Insomma Piero è bravo in tutto, è un autore poliedrico al quale non si può che augurare sempre maggiori successi nei campi culturali di cui si interessa.
Il volume si avvale dell’introduzione del regista teatrale Stefano Murciano.
In copertina schizzi dello stesso Fabris.
Tags
Libri