Governo-Forza Italia, è scontro aperto

Arriva a stretto giro di posta la replica del premier Matteo Renzi, dopo il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, all'aut aut di Forza Italia sulle riforme.

"Non accettiamo ultimatum da nessuno meno che meno da Brunetta. Se stanno al gioco delle riforme bene se no, al Senato, ce la facciamo", attacca Renzi rivolgendosi al capogruppo azzurro alla Camera.

L'ex sindaco poi smentisce un faccia a faccia con Berlusconi che preme per l'approvazione dell'Italicum prima delle modifiche su Palazzo Madama. "Non mi risultano incontri", taglia corto il presidente del Consiglio.

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NEL MIRINO DEL PREMIER GLI 'ENTI INUTILI' - Riprende vigore la spending review del Governo. Via enti inutili e organismi inefficienti e costosi. La "forbice" di Renzi punta ora su tutti quei "santuari rimasti nell'ombra". Il premier incontra, alla vigilia della presentazione del Documento di economia e finanza, il commissario alla spending review Carlo Cottarelli per definire i prossimi tagli alla macchina statale. Sotto tiro le spese e gli sprechi delle imprese municipalizzate, con tutte le loro poltrone e incarichi, e quegli enti-doppioni che spesso hanno funzioni identiche e costi altissimi.

Per compensare lo sgravio fiscale annunciato dal governo - i famosi 80 euro in più in busta paga - servono nuovi tagli per 6,6 miliardi di euro. Nel mirino del premier ecco quindi che finiscono ad esempio anche l'Aci e la Motorizzazione Civile, che potrebbero essere fusi in un solo organismo, o i Consorzi di Bonifica, cioè quegli enti pubblici spesso costosi e inefficienti che gestiscono le opere idriche, finanziate da proprietari dei terreni e dai Comuni. Dovrebbero essere colpite anche le Camere di Commercio, attraverso l'eliminazione dell'obbligo di iscrizione al Registro delle imprese.

Tornando al Def e al decreto per finanziare gli sgravi fiscali Renzi dovrà vedere anche il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan. Già definiti i grandi numeri: la crescita economica prevista dal governo sarà dello 0,8% per quest'anno con un rapporto deficit/Pil al 2,6%. Per quanto riguarda le imprese la riduzione dell'Irap prevista dovrebbe essere solo del 5% nel 2014, non ancora esclusa l'ipotesi di una riduzione dei contributi Inps per aiutare anche i redditi bassissimi, cioè quelli che non pagano le tasse.

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