Renzi-Napolitano, incontro al Colle

ROMA - E' un'altra giornata fitta di impegni per Matteo Renzi: il presidente del Consiglio ha ricevuto a Palazzo Chigi il premier ucraino Arseny Yatseniuk, subito dopo è salito al Colle per incontrare Giorgio Napolitano.

Al centro del colloquio i principali temi dell'agenda politica, dalle riforme al lavoro, all'indomani dello strappo di Silvio Berlusconi, che ha annunciato il suo scetticismo su Italicum e riforma del Senato, durante una puntata di "Porta a Porta". In serata al leader di Forza Italia arriva il messaggio di una fedelissima renziana, cioè dal ministro Maria Elena Boschi: "Andiamo avanti anche senza Forza Italia".

Giovedì il presidente della Repubblica aveva ricevuto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan per ottenere "ulteriori chiarimenti" e per "uno scambio di opinioni" sul decreto Irpef sottoposto alla firma del capo dello Stato. "Era un incontro di routine. Nessun giallo. Nessun mistero. Nessun chiarimento particolare" ha commentato poi Padoan. Per Renzi sabato sarà una giornata piena. Alle 10 di mattina riceverà il primo ministro ucraino Yatsenyiuk.

BOSCHI, 'AVANTI ANCHE SENZA FI' - L'auspicio è che il tavolo del Nazareno non salti ma il governo sulle riforme andrà avanti, anche senza Forza Italia. A 24 ore dall'affondo di Silvio Berlusconi, è il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, a rispondere a muso duro al leader di FI. Con parole che traducono il pensiero di tutto l'esecutivo e di buona parte del Pd, alla vigilia del rush finale per l'approvazione del testo base in commissione al Senato, prevista entro mercoledì.

'PATTI NON RISPETTATI DA PD' - "Nessuno osi pensare che Forza Italia non rispetta i patti. Chi non li ha rispettati fino ad oggi è il Pd", è la replica di Giovanni Toti. I toni, insomma, restano alti, con una Commissione Affari Costituzionali chiamata ad approvare un testo base entro mercoledì ma ancora segnata dalle divisioni e con il M5S che si conferma pronto a votare il ddl Chiti. Le proposte in ballo in prima commissione sono 51 più quella del governo con la stragrande maggioranza che, in modi diversi, prevede un Senato elettivo, elemento sul quale Renzi non vuole arretrare. Ma un punto di equilibrio andrà trovato: di questo il premier parlerà domani con il Capo dello Stato, e, martedì nella riunione con i senatori Pd. Al di là dell'ombra delle Europee la gestazione di un testo condiviso resta quindi in salita. E forse anche per questo Boschi frena sulla data X indicata da Renzi per l'approvazione in prima lettura in Aula: il 25 maggio? "Con una o due settimane in più non sarà un dramma".