ROMA - L'apertura del premier Matteo Renzi ai senatori 'dissidenti' del Pd sulla riforma del Senato si trasforma in minaccia: "O si trova punto in comune o vado a casa", le parole del premier nel corso dell'assemblea del gruppo.
"Non accetto che qualcuno chiami autoritario chi non la pensa come lui - rincara - noi fare tutti gli sforzi fino all'ultimo giorno per trovare un punto in comune e se non si trova io sono pronto a fare un passo indietro". L'intesa è anzitutto sulle modifiche costituzionali riguardanti l'assemblea di Palazzo Madama che il ddl Chiti vorrebbe, tra le altre cose, mantenere come elettiva. Renzi, poi, giustifica la necessità di mantenere l'asse aperto con il partito di Berlusconi.
"Tenere dentro Forza Italia è doveroso - spiega - significa dire agli italiani che ci stiamo scrivendo le regole da soli". Poi sulla tenuta del governo ribadisce: "Procediamo con questa legislatura fino alla scadenza naturale".
"Non accetto che qualcuno chiami autoritario chi non la pensa come lui - rincara - noi fare tutti gli sforzi fino all'ultimo giorno per trovare un punto in comune e se non si trova io sono pronto a fare un passo indietro". L'intesa è anzitutto sulle modifiche costituzionali riguardanti l'assemblea di Palazzo Madama che il ddl Chiti vorrebbe, tra le altre cose, mantenere come elettiva. Renzi, poi, giustifica la necessità di mantenere l'asse aperto con il partito di Berlusconi.
"Tenere dentro Forza Italia è doveroso - spiega - significa dire agli italiani che ci stiamo scrivendo le regole da soli". Poi sulla tenuta del governo ribadisce: "Procediamo con questa legislatura fino alla scadenza naturale".
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