Il premier Matteo Renzi è determinato ad andare avanti sulle riforme e in una dichiarazione rassicura i suoi. "Sono sereno. Siamo a un passo dal chiudere positivamente la partita" avrebbe detto il premier ai suoi dopo l'incontro con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un colloquio durato oltre un'ora.
Un faccia a faccia che, secondo alcune fonti, rientra nella normale dialettica parlamentare. Certo è che il patto sulle riforme attraversa un momento molto delicato.
Ma il premier si è detto tranquillo e ha definito le fibrillazioni "pulsioni elettorali" in vista delle europee. “L'orizzonte dell'azione di governo – ha garantito il premier - resta il 2018". Fibrillazioni scatenate dalle dichiarazioni del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che nel corso della trasmissione “Porta a porta”, aveva definito "forse incostituzionale" l'Italicum mentre "la riforma del Senato non è votabile entro il 25 maggio". Non solo l'ex premier aveva anche sottolineato che non c'è nessun impegno di Fi sullo stop all'elezione diretta dei senatori, per poi fare marcia indietro e precisare: "Sì al Senato non elettivo".
Ma il Presidente del consiglio va avanti per la sua strada e ribadisce ai suoi: "Abbiamo davvero troppo da fare, troppo da cambiare per lasciarci distrarre da chi vorrebbe che non cambiasse mai nulla in questo Paese".
Renzi è impegnato su due fronti. In primo luogo deve affrontare i dissidenti del Pd e mettere in sicurezza il Senato delle Autonomie. Per questo lunedì vedrà sia Anna Finocchiaro sia Luigi Zanda, per poi affrontare personalmente i senatori e capire se ci può essere una mediazione in vista della presentazione mercoledì del testo base in commissione.
Nel frattempo tende la mano e lascia aperto il dialogo con Forza Italia. Anche se a distanza i ministri Maria Elena Boschi e Angelino Alfano ribadiscono: "Sulle riforme possiamo andare avanti da soli, sta a Berlusconi decidere".
Un faccia a faccia che, secondo alcune fonti, rientra nella normale dialettica parlamentare. Certo è che il patto sulle riforme attraversa un momento molto delicato.
Ma il premier si è detto tranquillo e ha definito le fibrillazioni "pulsioni elettorali" in vista delle europee. “L'orizzonte dell'azione di governo – ha garantito il premier - resta il 2018". Fibrillazioni scatenate dalle dichiarazioni del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che nel corso della trasmissione “Porta a porta”, aveva definito "forse incostituzionale" l'Italicum mentre "la riforma del Senato non è votabile entro il 25 maggio". Non solo l'ex premier aveva anche sottolineato che non c'è nessun impegno di Fi sullo stop all'elezione diretta dei senatori, per poi fare marcia indietro e precisare: "Sì al Senato non elettivo".
Ma il Presidente del consiglio va avanti per la sua strada e ribadisce ai suoi: "Abbiamo davvero troppo da fare, troppo da cambiare per lasciarci distrarre da chi vorrebbe che non cambiasse mai nulla in questo Paese".
Renzi è impegnato su due fronti. In primo luogo deve affrontare i dissidenti del Pd e mettere in sicurezza il Senato delle Autonomie. Per questo lunedì vedrà sia Anna Finocchiaro sia Luigi Zanda, per poi affrontare personalmente i senatori e capire se ci può essere una mediazione in vista della presentazione mercoledì del testo base in commissione.
Nel frattempo tende la mano e lascia aperto il dialogo con Forza Italia. Anche se a distanza i ministri Maria Elena Boschi e Angelino Alfano ribadiscono: "Sulle riforme possiamo andare avanti da soli, sta a Berlusconi decidere".