Scuola, il diritto alla gioia
di Maurizio Parodi - "Non è il premio individuale materiale e vano lo stimolo psichico che spinge
in alto le espansioni molteplici della vita umana: esso deturpa nella vanità la
grandezza della coscienza e la costringe nei limiti dell’egoismo. Lo stimolo
degno dell’uomo è la gioia che egli prova sentendo ingrandire se stesso". Maria
Montessori
Proprio alla gioia dello stare a scuola, presente e non procrastinata, Georges
Snyders dedica la sua riflessione, certo che sia doveroso e possibile
sperimentarla, anche se può apparire (persino) una contraddizione in termini -
lo stesso autore riferisce che quando entrava nelle classi per spiegare che la
ricerca nella quale era impegnato riguardava la gioia a scuola, trovava sempre
qualcuno che mormorava: «È fuori di testa», o espressioni simili.
La scuola non procura ai giovani una gioia capace di legittimare gli sforzi
che pretende da loro. Ma allora - si domanda Snyders - cosa possiamo fare per
trasformarla? Dieci anni di obbligo scolastico dovrebbero essere dieci anni di
gioia culturale: Lo scopo è quello di essere felici; il momento per essere
felici è questo; il luogo in cui essere felici è qui.
Vero è che non tutti gli studenti sono infelici e nauseati. Alla stragrande
maggioranza di loro la scuola appare come una necessità, che non si discute;
non si aspettano né drammi né gioie: una fatalità, più o meno penosa. Ma non è
per questo meno importante suscitare la gioia negli alunni, che deve essere
ricercata nel gioco, nei metodi accattivanti, nelle relazioni piacevoli tra
insegnante e alunno…, ma soprattutto in ciò che la scuola offre di peculiare,
di insostituibile: fortunata la scuola che abbia l’audacia di scommettere fino
in fondo sulla gioia della cultura elaborata, delle istanze culturali più
elevate, di un’estrema ambizione culturale. Si tratta, dunque, di costruire, di
creare un «sapere» proponibile a qualsiasi età (per un bambino, la cultura
consiste nell’elaborazione delle sue esperienze, dei suoi stupori, dei suoi
interrogativi... come del suo linguaggio), consapevoli che la cultura investe
tutti i campi dell’attività umana, e che, perciò, ogni individuo può trovarvi
la propria, giusta collocazione.
La gioia scaturisce dal contatto diretto con i capolavori dell’ingegno umano,
dai grandi poemi d’amore fino alle più ardite realizzazioni tecniche e
scientifiche; dalla tensione verso le opere più complesse; dalla partecipazione
ai movimenti organizzati che permettono agli uomini di migliorare il proprio
tenore e stile di vita. Amare un testo, capire come funziona un motore,
comprendere cosa sono il capitalismo, il socialismo, la globalizzazione, il
pacifismo… non è solo utile, è anche «bello».
"Non dovremmo consentire all’insufficienza della nostra comprensione di
alimentare l’ansia e così il bisogno di controllo. I nostri studi potrebbero
piuttosto ispirarsi a una motivazione più antica, anche se oggi appare meno
rispettabile: la curiosità per il mondo di cui facciamo parte. La ricompensa
per questo lavoro non è il potere, ma la bellezza". Gregory Bateson.
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Cultura e Spettacoli