Taranto, “Recuperare Città vecchia, gli strumenti ci sono”

TARANTO - “Condivido l'appello lanciato dalla rete di associazioni tarantine (Arci ‘Futurja’  Taranto, Aicc Taranto, Legambiente, Libera i Libri, Assoartisti, Ass. A. Moro, Nobilissima Taranto, Cantiere Maggese, Arca, Ass. Santa Maria della Scala), sottoscrivendone senso e contenuto del documento, convinta che la Città Vecchia riqualificata possa rappresentare il futuro economico e sociale di una città che al contrario, ciclicamente, tenta di spingersi verso est.. in costante e controproducente fuga dalla propria storia.
E' un errore sul piano urbanistico (Sircom o raddoppio Auchan, la musica non cambia) allargare a dismisura la maglia urbana, negando il senso di una perimetrazione opportuna (deliberata quattro anni fa dal Consiglio comunale) ma purtroppo in linea con la filosofia di quel Piano Salinella (altro programma di espansione edilizia) che mi vide fermamente, e pubblicamente, contraria anche a fronte di una posizione favorevole dell'allora gruppo consiliare Pd.
Emerge inoltre una contraddizione quando da una parte si affida a tecnici qualificati la redazione dei programmi propedeutici al nuovo piano regolatore - ritenuto superato in virtù di un'ipotesi urbana che la storia degli ultimi quarant'anni ha smentito seccamente (in termini di dimensione e servizi...) - e dall'altra si pensa a costruire nuovi insediamenti abitativi nonostante possibilità normative e fondi disponibili (vedi Regione, come giustamente ricordano le associazioni) per la riqualificazione dell'esistente: dalle case ai palazzi di pregio, passando per i beni culturali.
Su questo punto, nel luglio dell'anno scorso, con l'assessore Barbanente ragionammo, proprio in Città Vecchia - di fronte ad una platea vasta e molto interessata -  delle prospettive che la nuova legge sulla valorizzazione dei beni culturali offre in Puglia.
Per l'occasione, raccogliemmo una serie di proposte finite ovviamente sul tavolo del governo pugliese. Da quella traccia non intendiamo distrarci.
No dunque a logiche di espansione ad est, a programmi edilizi dannosi in termini ambientali e urbanistici.
Si, invece, a progetti di riconversione e tutela del patrimonio storico esistente,  affinché il Borgo non segua il destino della Città Vecchia e quest'ultima, a sua volta, possa realmente ritrovarsi al centro di mirate politiche di recupero.
Continuare a puntare ad oriente, dilatando il tessuto urbano, reitera un errore che Taranto sta già pagando dagli Anni Settanta”. A riferirlo in una nota la Consigliera regionale del Pd, Anna Rita Lemma.

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