Zone Franche Urbane, Lecce vuol trasformare San Sabino e Stadio

LECCE - C’è tempo fino alle ore 12 del 12 giugno per presentare domanda per insediamenti commerciali nelle Zone Franche Urbane di Lecce. Si potrà accedere ad agevolazioni fiscali e previdenziali a favore di nuove attività economiche, soprattutto piccole e micro imprese costituite a partire dal 1° gennaio 2008. L’apposito bando - emanato lo scorso 18 aprile dal Ministero dello sviluppo economico - è stato illustrato oggi in una conferenza stampa a Palazzo Carafa. Per ottenere informazioni si potrà far riferimento al sito del governo (www.mise.gov.it) e a quello del Comune di Lecce www.comune.lecce.it . Per la città di Lecce l’ambito territoriale interessato è quello della Zona 167, ed in particolare dei rioni San Sabino e Stadio, compreso esattamente nel perimetro già individuato per i Contratti di Quartiere. Le imprese delle aree urbane potranno ottenere uno sconto significativo sulle tasse. I fondi aiuteranno a "tagliare" Irpef, Irap, imposte comunali e contributi previdenziali per i dipendenti. Le ZFU sono state individuate all’interno dei Comuni, scelti nel 2007 in base all’Ids, l’indice di disagio socio-economico. Per i prossimi 14 anni il sistema sarà in vigore e nel caso di le richieste dovessero superare le somme a disposizione, ogni istanza sarà rideterminata. Le domande per il bando saranno esclusivamente on-line e per aderire servirà la Pec (posta elettronica certificata). Le somme destinate sono tutte regionali. Le risorse provengono dal fondo ex Fas, il fondo Coesione e Sviluppo: il sistema delle ZFU infatti è disciplinato a livello nazionale dal Ministero dello Sviluppo Economico, ma con dotazioni di provenienza delle Regioni. In Puglia ci sono 58,8 milioni a disposizione di 11 comuni. Per Lecce è prevista una dotazione finanziaria, al netto dei costi per assistenza tecnica (2%), di 4.827.959,70 euro. Al bando possono partecipare le imprese di micro e piccola dimensione, già costituite e regolarmente iscritte nel Registro delle imprese alla data di presentazione dell’istanza. Per alcuni comuni sono in parte ammesse anche le imprese di nuova o recente costituzione, imprese femminili o sociali. Ciascun soggetto può beneficiare delle agevolazioni fino al limite massimo di 200mila euro, o di l00mila euro per le imprese del settore del trasporto su strada. Le imprese devono trovarsi nel pieno e libero esercizio dei propri diritti e non essere in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali. Sono "microimprese" le imprese che hanno meno di 10 occupati e un fatturato, o un totale di bilancio annuo, inferiore ai 2 milioni di euro; mentre sono "piccole imprese" le imprese che hanno meno di 50 occupati e un fatturato annuo, o un totale di bilancio annuo, non superiore a 10 milioni di euro. Possono accedere alle agevolazioni anche gli studi professionali e, più in generale, i professionisti purché svolgano la propria attività in forma di impresa e siano iscritti, alla data di presentazione dell'istanza di agevolazione, al Registro delle imprese. Le imprese ammissibili alle agevolazioni devono svolgere la propria attività all’interno del territorio della ZFU, disponendo, alla data di presentazione dell'istanza, di un ufficio o locale destinato all’attività, anche amministrativa, ubicato all'interno del territorio. Sono "ufficio o locale" le sedi legali, amministrative, produttive o qualsiasi altra sede secondaria o unità locale dell'impresa, così come risultante dal certificato camerale. Per le imprese che svolgono attività non sedentaria è, inoltre, richiesto che: - presso l’ufficio o locale sia impiegato almeno un lavoratore dipendente a tempo pieno o parziale che vi svolga la totalità delle ore lavorative; ovvero - almeno il 25% del volume di affari dell'impresa sia realizzato da operazioni effettuate all'interno del territorio della ZFU. Secondo il decreto, sono considerate non sedentarie le attività esercitate prevalentemente al di fuori di un ufficio o locale aziendale e svolte principalmente, se non esclusivamente, direttamente presso la clientela dell'impresa o in spazi pubblici. In tal senso, ad esempio, sono considerate attività di tipo: • non sedentario, i venditori ambulanti, le imprese di costruzione, gli idraulici e i parrucchieri che svolgono la propria attività prevalentemente presso l'abitazione dei clienti; • sedentario, le attività manifatturiere svolte all'interno di uno stabilimento produttivo, gli esercizi commerciali, i ristoranti, i saloni di parrucchiere. Non sono ammesse alle agevolazioni del Decreto le "imprese in difficoltà", ma una micro o piccola impresa che si è costituita da meno di tre anni non è considerata un'impresa in difficoltà per il periodo interessato. “L’obiettivo - ha sottolineato il sindaco di Lecce, Paolo Perrone - è quello di valorizzare un’area che ha avuto una grandissima espansione sul piano demografico non accompagnata, tuttavia, da un equilibrato insediamento dei servizi. ma non solo. “Intendiamo favorire la presenza sul territorio di attività commerciali in aree che dal punto di vista del libero mercato non sono attraenti. Si tratta di un progetto che – associato a quello della Trax road – servirà a completare il riammagliamento dei due quartieri al fine di contribuire a trasformare le 167 da quartiere dormitorio a parte viva della nostra città”. “E ora - ha aggiunto l’assessore all’Innovazione Tecnologica, Alessandro Delli Noci - speriamo di poter vedere nascere nuove imprese in un territorio difficile. Per Lecce sono previste due riserve finanziarie di scopo, una per imprese di nuova o recente costituzione (15%) e una per imprese sociali (15%). Il nostro auspicio è quello di dar vita alle Zone Franche dell’Innovazione”. “L’obiettivo della Regione – ha sottolineato Loredana Capone, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia - è sostenere le imprese in questo momento di grave congiuntura economica che ha ricadute pesantissime e preoccupanti sull'occupazione e sulla vita sociale dei singoli cittadini. Le Zone Franche Urbane aggiungono oggi un ulteriore e importante tassello. I fondi aiuteranno a ‘tagliare’ Irpef, Irap, imposte comunali e contributi previdenziali per i dipendenti. E’ importante, però, che l’informazione su questo strumento sia il più capillare possibile, ed è altrettanto importante che a questo segua un intervento da parte del Comune che miri a rendere accoglienti le aree interessate perché se si trattasse di interventi spot per le singole imprese si otterrebbero risultati certamente minori rispetto a quelli attesi. E fondamentale, invece, che non solo l’impresa nasca ma che trovi un ambiente favorevole in cui crescere". Soddisfatto anche il dirigente del settore Programmazione Strategica del Comune di Lecce, Raffaele Parlangeli: “Abbiamo sempre creduto in questo progetto, anche quando nessuno ci credeva. Siamo stati pronti e attenti seguendo passo dopo passo un iter amministrativo durato sette anni. Il progetto abbraccia le zone censuarie dei contratti di quartiere”. Il percorso amministrativo Le Zone Franche Urbane (ZFU) sono aree infra-comunali di dimensione minima prestabilita dove si concentrano programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese. Obiettivo prioritario delle ZFU è favorire lo sviluppo economico e sociale di quartieri ed aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale, e con potenzialità di sviluppo inespresse. La proposta progettuale della Città di Lecce, approvata dal CIPE in data 8 maggio 2009, riguarda le zone caratterizzate da un elevato indice di disagio socio-economico e prevede incentivi ed agevolazioni fiscali e previdenziali a favore delle nuove attività economiche. Tale dispositivo normativo non ha trovato concreta applicazione in questi anni a causa della mancata emanazione del decreto del Ministero dell’Economia per la determinazione delle condizioni, dei limiti e delle modalità di applicazione delle agevolazioni fiscali previste. Nell’ ottobre 2012, con l’art. 37 del D.L. n. 179/2012, sono state riprogrammate le agevolazioni fiscali e contributive previste dalla Legge 296 del 2006 per le Zone Franche Urbane prevedendo a favore delle piccole e micro imprese localizzate nelle Regioni Convergenza, l'esenzione dal pagamento delle imposte sui redditi, dell’Irap, dell’IMU e dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente. Il 19 marzo 2013 il Ministro dello Sviluppo Economico ha approvato il Decreto attuativo delle Zone Franche Urbane individuando complessivamente 44 aree, di cui 11 pugliesi, compresa la ZFU di Lecce e rimandando la concreta attuazione del dispositivo al reperimento tempestivo delle risorse necessarie a finanziare i bandi. Il 10 aprile 2013, lo stesso Ministero, di concerto con quello dell’Economia e delle Finanze, con decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 161 dell’11 luglio 2013, ha definito condizioni, limiti, modalità e termini di decorrenza delle agevolazioni fiscali e contributive per 33 Zone delle regioni Calabria, Campania e Sicilia, e in via sperimentale, del territorio dei comuni della provincia di Carbonia-Iglesias escludendo nell'elenco allegato al Decreto le 11 Zone Franche Pugliesi in quanto la Regione Puglia aveva all'epoca rappresentato la volontà di finanziare gli interventi nelle ZFU ricadenti nel territorio regionale con propri strumenti. Con la circolare esplicativa del 30 settembre 2013, n. 32024 il Ministero dello Sviluppo Economico ha stabilito le modalità di funzionamento degli interventi di cui al citato decreto interministeriale 10 aprile 2013 e, facendo seguito alla successiva proposta della Regione Puglia di utilizzare per l'attuazione degli interventi lo strumento agevolativo nazionale, il Ministero si è impegnato a procedere alla modifica del decreto del 10 aprile, al fine di consentirne l'applicazione anche alle ZFU pugliesi, subordinatamente all'aggiornamento del PAC stesso e alla relativa informativa al CIPE.

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