Nuovi guai giudiziari per Claudio Scajola. La Dia di Reggio Calabria ha arrestato l'ex ministro. L'arresto è avvenuto in un noto albergo della capitale.
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Otto i provvedimenti complessivamente eseguiti stamani. Tra gli arrestati, figurano persone ritenute legate al noto imprenditore reggino ed ex parlamentare Amedeo Matacena, anch'egli colpito da provvedimento restrittivo insieme alla moglie Chiara Rizzo ed alla madre Raffaella De Carolis. Matacena è latitante, dopo una condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa.
L'ex ministro Scajola è stato arrestato perché avrebbe aiutato l'ex parlamentare Amedeo Matacena a sottrarsi alla cattura. A riferirlo il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho. L'inchiesta che ha portato all'arresto è nata nell'ambito di una indagine su tutt'altro argomento. "Amedeo Matacena godeva e gode tuttora di una rete di complicità ad alti livelli grazie alla quale è riuscito a sottrarsi all'arresto", ha afermato De Raho.
Scajola, secondo l'accusa, avrebbe aiutato Matacena a sottrarsi alla cattura in virtù dei rapporti che ha con la sua famiglia. Matacena è un noto imprenditore, non solo calabrese, figlio dell'omonimo armatore, noto per avere dato inizio al traghettamento nello Stretto di Messina e morto nell'agosto 2003.
In corso numerose perquisizioni in Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Calabria e Sicilia, oltre a sequestri di società commerciali italiane, collegate a società estere, per un valore di circa 50 milioni di euro.
"Sono addolorato per Scajola", il primo commento del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. "Non avevo sentore di questa inchiesta".
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Scajola, secondo l'accusa, avrebbe aiutato Matacena a sottrarsi alla cattura in virtù dei rapporti che ha con la sua famiglia. Matacena è un noto imprenditore, non solo calabrese, figlio dell'omonimo armatore, noto per avere dato inizio al traghettamento nello Stretto di Messina e morto nell'agosto 2003.
In corso numerose perquisizioni in Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Calabria e Sicilia, oltre a sequestri di società commerciali italiane, collegate a società estere, per un valore di circa 50 milioni di euro.
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