di Andrea Stano - E’ stata una manifestazione in pompa magna quella che si è tenuta questa mattina allo Showville di Mungivacca dove le consuete locandine dei film in programmazione sono state spodestate dalle gigantografie dei cosiddetti “santini” dei candidati Massimo Cassano e Massimo Ferrarese. Alla convention nazionale del Nuovo Centrodestra presente un parterre d’eccezione con alcune figure istituzionali di spicco della destra pugliese e italiana.
Tra Ncd, Udc e Popolari per l’Italia sedevano tra le prime file personalità (parleranno più o meno tutti dinanzi alla folta platea) dal calibro dell’on.Totò Ruggeri, coordinatore regionale Udc, il sottosegretario all’Istruzione, la senatrice Angela d’Onghia, il coordinatore nazionale Ndc e sen. Gaetano Quagliariello, l’on. Lorenzo Cesa, il candidato sindaco Mimmo Di Paola, il ministro degli Interni Angelino Alfano, e poi, i candidati alle Europee, Caroppo, Melica, Di Pierro, Cera, Cassano e Ferrarese.
Nonostante la separazione burrascosa da Silvio Berlusconi, la partecipazione dei sostenitori dell’Ncd è vastissima. D’altronde Bari ha sempre ben accolto Alfano che soli quattro mesi fa si trovava a Bari per l’inaugurazione della sede regionale del partito. La sala 2 del mulcinema Showville (oltre 600 posti) è riempita quasi del tutto.
L’evento, preceduto dal simpatico e oramai immancabile HappyfromNcd ispirato al video della canzone di Pharrel Williams, e dal solito inno nazionale che apre ogni comizio di centrodestra del Paese, viene presentato dalla conduttrice Veronica PelLegrino.
Il primo a salire sul palco è l’amatissimo Massimo Cassano: “Siamo un piccolo partito che sta diventando grandissimo mentre i grandi partiti stanno diventando piccoli”, ma l’intervento più ricco di contenuti è quello di Quagliariello.
L’ex “saggio” comincia così: “Mi sento di questa terra e il mio partito interpreta la concretezza della Puglia e di Bari” per poi proseguire fiero e risoluto, “senza di noi ci sarebbe stata una crisi senza sbocchi con la caduta del governo”.
Quagliariello concentra gran parte del suo discorso sull’inestimabile valore della famiglia: “Luogo grazie al quale i giovani sono potuti andare avanti grazie ai sacrifici dei genitori, è l’eccezione italiana da difendere” e continua, “dobbiamo concedere privilegi fiscali a questa istituzione, dobbiamo realizzare una legge che dica che le spese della famiglia vengano dedotte, specie per l’educazione perché chi investe per l’istruzione dei propri figli, investe per il futuro del Paese”.
L’ex senatore del Pdl cita De Gasperi e Moro e si lascia andare a reminiscenze nostalgiche sul papà e sul padre di Di Paola con il quale è cresciuto assieme sin da quando i due cacciavano lucertole nel trullo acquisito dai genitori. “Suo padre - riferendosi a Di Paola - “contadino lavoratore, fu il primo ad intuire l’importanza della rete e del computer. Radici e futuro, questa dovrà essere la nostra alleanza”.
Quagliariello invita sul palco l’on. Cesa: “Abbiamo dato un’immagine dell’Europa negativa ma è una grande opportunità per tutti. Dobbiamo essere più concreti, non è possibile che il 42% dei giovani italiani sia disoccupato”.
Alle 12.30 arriva finalmente il momento di Angelino Alfano: “Sarà il battesimo elettorale di quello che sarà un grande partito”. Inizia così l’attuale ministro degli Interni in un intervento di circa mez’ora. “Abbiamo detto no a Vendola, alla patrimoniale, alla tassazione sui Bot, si allo smontaggio della riforma Foriero, si alla diminuzione delle tasse, si alla riforma del Senato” – e continua – “la nostra è una grandissima operazione al servizio dell’Italia, il nostro progetto è fare tutto ciò che serve al Paese e costruire una grande area moderata, popolare e riformatrice che possa battere la sinistra. Se non ti basta la protesta e non sei di sinistra, vota per noi”. Boato del pubblico in sala.
Il discorso di Alfano si spegne poi sull’argomento Europa: “Io e i miei figli non abbiamo conosciuto la guerra ma solo la pace che è il grande sogno realizzato dall’Europa e non vogliamo buttarla, cancellarla”, e inoltre, “ma cambiarla con le nostre quattro proposte”.
Da qui, l’elenco dei provvedimenti che saranno richiesti al Parlamento europeo: chiusura per uno dei due parlamenti (Strasburgo e Bruxelles), “ci danno lezione di austerity senza darci l’esempio”; più potere a Draghi per difendere l’euro e la nostra economia; costo del denaro uguale in tutta Europa per una sana competizione; difesa della frontiera per un Mediterraneo tutelato dall’Europa perché “noi siamo accoglienti ma non possiamo accoglierli tutti anche perché l’obiettivo degli extracomunitari non è quello di rimanere in Italia ma raggiungere nazioni come Svezia o Svizzera”.
Tra i momenti di certo più sentiti e suggestivi della mattinata, però, c’è quello in cui Alfano chiama a salire sul palco il candidato sindaco Mimmo Di Paola: “Tu eri un soggetto autonomo, estraneo alla politica e vincerai la sindrome della sconfitta”.
Di Paola parla per pochi minuti, sostenuto dai propri supporters elettorali: “L’emozione è molto forte. Abbiamo una finalità , mandare a casa questo centrosinistra che ha governato Bari per dieci anni e si sono visti i risultati”, e va avanti, “300 milioni di euro fermi per la cittadella della giustizia che attiverebbero il 15% dei disoccupati, mi chiedo il motivo di tante cose ferme in questa città ”.
Brevissimo, emozionato ma conciso Di Paola riconsegna la parola ad Alfano che chiuderà il comizio durato circa due ore con la dichiarazione: “Dalla Puglia ci aspettiamo un grande risultato”.
Tra Ncd, Udc e Popolari per l’Italia sedevano tra le prime file personalità (parleranno più o meno tutti dinanzi alla folta platea) dal calibro dell’on.Totò Ruggeri, coordinatore regionale Udc, il sottosegretario all’Istruzione, la senatrice Angela d’Onghia, il coordinatore nazionale Ndc e sen. Gaetano Quagliariello, l’on. Lorenzo Cesa, il candidato sindaco Mimmo Di Paola, il ministro degli Interni Angelino Alfano, e poi, i candidati alle Europee, Caroppo, Melica, Di Pierro, Cera, Cassano e Ferrarese.
Nonostante la separazione burrascosa da Silvio Berlusconi, la partecipazione dei sostenitori dell’Ncd è vastissima. D’altronde Bari ha sempre ben accolto Alfano che soli quattro mesi fa si trovava a Bari per l’inaugurazione della sede regionale del partito. La sala 2 del mulcinema Showville (oltre 600 posti) è riempita quasi del tutto.
L’evento, preceduto dal simpatico e oramai immancabile HappyfromNcd ispirato al video della canzone di Pharrel Williams, e dal solito inno nazionale che apre ogni comizio di centrodestra del Paese, viene presentato dalla conduttrice Veronica PelLegrino.
Il primo a salire sul palco è l’amatissimo Massimo Cassano: “Siamo un piccolo partito che sta diventando grandissimo mentre i grandi partiti stanno diventando piccoli”, ma l’intervento più ricco di contenuti è quello di Quagliariello.
L’ex “saggio” comincia così: “Mi sento di questa terra e il mio partito interpreta la concretezza della Puglia e di Bari” per poi proseguire fiero e risoluto, “senza di noi ci sarebbe stata una crisi senza sbocchi con la caduta del governo”.
Quagliariello concentra gran parte del suo discorso sull’inestimabile valore della famiglia: “Luogo grazie al quale i giovani sono potuti andare avanti grazie ai sacrifici dei genitori, è l’eccezione italiana da difendere” e continua, “dobbiamo concedere privilegi fiscali a questa istituzione, dobbiamo realizzare una legge che dica che le spese della famiglia vengano dedotte, specie per l’educazione perché chi investe per l’istruzione dei propri figli, investe per il futuro del Paese”.
L’ex senatore del Pdl cita De Gasperi e Moro e si lascia andare a reminiscenze nostalgiche sul papà e sul padre di Di Paola con il quale è cresciuto assieme sin da quando i due cacciavano lucertole nel trullo acquisito dai genitori. “Suo padre - riferendosi a Di Paola - “contadino lavoratore, fu il primo ad intuire l’importanza della rete e del computer. Radici e futuro, questa dovrà essere la nostra alleanza”.
Quagliariello invita sul palco l’on. Cesa: “Abbiamo dato un’immagine dell’Europa negativa ma è una grande opportunità per tutti. Dobbiamo essere più concreti, non è possibile che il 42% dei giovani italiani sia disoccupato”.
Alle 12.30 arriva finalmente il momento di Angelino Alfano: “Sarà il battesimo elettorale di quello che sarà un grande partito”. Inizia così l’attuale ministro degli Interni in un intervento di circa mez’ora. “Abbiamo detto no a Vendola, alla patrimoniale, alla tassazione sui Bot, si allo smontaggio della riforma Foriero, si alla diminuzione delle tasse, si alla riforma del Senato” – e continua – “la nostra è una grandissima operazione al servizio dell’Italia, il nostro progetto è fare tutto ciò che serve al Paese e costruire una grande area moderata, popolare e riformatrice che possa battere la sinistra. Se non ti basta la protesta e non sei di sinistra, vota per noi”. Boato del pubblico in sala.
Il discorso di Alfano si spegne poi sull’argomento Europa: “Io e i miei figli non abbiamo conosciuto la guerra ma solo la pace che è il grande sogno realizzato dall’Europa e non vogliamo buttarla, cancellarla”, e inoltre, “ma cambiarla con le nostre quattro proposte”.
Da qui, l’elenco dei provvedimenti che saranno richiesti al Parlamento europeo: chiusura per uno dei due parlamenti (Strasburgo e Bruxelles), “ci danno lezione di austerity senza darci l’esempio”; più potere a Draghi per difendere l’euro e la nostra economia; costo del denaro uguale in tutta Europa per una sana competizione; difesa della frontiera per un Mediterraneo tutelato dall’Europa perché “noi siamo accoglienti ma non possiamo accoglierli tutti anche perché l’obiettivo degli extracomunitari non è quello di rimanere in Italia ma raggiungere nazioni come Svezia o Svizzera”.
Tra i momenti di certo più sentiti e suggestivi della mattinata, però, c’è quello in cui Alfano chiama a salire sul palco il candidato sindaco Mimmo Di Paola: “Tu eri un soggetto autonomo, estraneo alla politica e vincerai la sindrome della sconfitta”.
Di Paola parla per pochi minuti, sostenuto dai propri supporters elettorali: “L’emozione è molto forte. Abbiamo una finalità , mandare a casa questo centrosinistra che ha governato Bari per dieci anni e si sono visti i risultati”, e va avanti, “300 milioni di euro fermi per la cittadella della giustizia che attiverebbero il 15% dei disoccupati, mi chiedo il motivo di tante cose ferme in questa città ”.
Brevissimo, emozionato ma conciso Di Paola riconsegna la parola ad Alfano che chiuderà il comizio durato circa due ore con la dichiarazione: “Dalla Puglia ci aspettiamo un grande risultato”.