Asilo degli orrori, imputati assolti anche in appello
ROMA - Abusi senza un colpevole. La Corte d'Appello di Roma ha confermato l'assoluzione per i cinque imputati nel processo sulle presunte violenze avvenute tra il 2005 e il 2006 nella scuola materna Olga Rovere di Rignano Flaminio. I cinque imputati, che si sono sempre dichiarati estranei ai fatti sono tre maestre, una bidella ed un ex autore televisivo: erano stati assolti anche in primo grado dai giudici del Tribunale di Tivoli.
L'accusa per tutti era di associazione per delinquere, atti osceni in luogo pubblico, maltrattamenti in famiglia, sottrazione di minore, sequestro di persona e violenza sessuale. Secondo il pm Marco Mansi, almeno 21 bimbi di età compresa tra i 3 e i 4 anni tra il 2005 e il 2006, sia nella scuola che fuori, erano stati oggetto di abusi sessuali e di "giochi erotici".
Il processo di primo grado iniziò il 27 maggio 2010 e si celebrò a porte chiuse. Il 2 aprile 2012 il pm Mansi chiese 12 anni di reclusione per tutti gli imputati e la trasmissione degli atti al suo ufficio per poter procedere contro altre due maestre.
Il 28 maggio del 2012, dopo nove ore di camera di consiglio, arrivò la sentenza di primo grado, che cancellava tutte le accuse e alla quale i genitori reagirono con urla contro i giudici e con calci e pugni alle porte dell'aula in cui si era appena concluso il processo.
L'accusa per tutti era di associazione per delinquere, atti osceni in luogo pubblico, maltrattamenti in famiglia, sottrazione di minore, sequestro di persona e violenza sessuale. Secondo il pm Marco Mansi, almeno 21 bimbi di età compresa tra i 3 e i 4 anni tra il 2005 e il 2006, sia nella scuola che fuori, erano stati oggetto di abusi sessuali e di "giochi erotici".
Il processo di primo grado iniziò il 27 maggio 2010 e si celebrò a porte chiuse. Il 2 aprile 2012 il pm Mansi chiese 12 anni di reclusione per tutti gli imputati e la trasmissione degli atti al suo ufficio per poter procedere contro altre due maestre.
Il 28 maggio del 2012, dopo nove ore di camera di consiglio, arrivò la sentenza di primo grado, che cancellava tutte le accuse e alla quale i genitori reagirono con urla contro i giudici e con calci e pugni alle porte dell'aula in cui si era appena concluso il processo.
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