ROMA - "Francamente non so risponderle, dovremmo guardare a quello che succederà nell'economia e non escludo che per il bene del Paese ci sia la possibilità di stare tutti insieme per prendere delle decisioni". Lo sostiene Silvio Berlusconi nel corso di Radio Anch'io alla domanda se dopo le Europee ci sia la possibilità di entrare in maggioranza.
"Nella situazione attuale credo che sia un passaggio indispensabile" ha poi detto l'ex premier parlando delle primarie.
"L'idea di uscire dall'euro mi pare avventurosa ma se non dovessimo riuscire a cambiare la politica della Bce e dell'Ue sarà la realtà ad imporre a noi, alla Francia, all'Irlanda e al Portogallo, l' uscita dall'euro per ritornare alla nostra moneta" ha sottolineato Berlusconi.
Intanto è più serrato che mai il confronto sulla riforma del Senato e del Titolo V che è approdata in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama: bisogna adottare un testo base per avviare il percorso del provvedimento. Lunedì sera un accordo ancora non c'era e i tempi restano stretti: l'obiettivo del governo è quello che la riforma venga votata dall'aula non oltre il 10 giugno.
Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ripete che la proposta del governo non va snaturata; si va verso un'intesa per aumentare il numero dei consiglieri regionali da inviare al nuovo Senato, ridurre i sindaci e per l'abolizione della quota fissa per le Regioni grandi e piccole, fino al ridimensionamento dei senatori nominati dal capo dello Stato (da 21 a 5). Ancora da chiarire in che modo apportare queste modifiche.
"Nella situazione attuale credo che sia un passaggio indispensabile" ha poi detto l'ex premier parlando delle primarie.
"L'idea di uscire dall'euro mi pare avventurosa ma se non dovessimo riuscire a cambiare la politica della Bce e dell'Ue sarà la realtà ad imporre a noi, alla Francia, all'Irlanda e al Portogallo, l' uscita dall'euro per ritornare alla nostra moneta" ha sottolineato Berlusconi.
Intanto è più serrato che mai il confronto sulla riforma del Senato e del Titolo V che è approdata in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama: bisogna adottare un testo base per avviare il percorso del provvedimento. Lunedì sera un accordo ancora non c'era e i tempi restano stretti: l'obiettivo del governo è quello che la riforma venga votata dall'aula non oltre il 10 giugno.
Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ripete che la proposta del governo non va snaturata; si va verso un'intesa per aumentare il numero dei consiglieri regionali da inviare al nuovo Senato, ridurre i sindaci e per l'abolizione della quota fissa per le Regioni grandi e piccole, fino al ridimensionamento dei senatori nominati dal capo dello Stato (da 21 a 5). Ancora da chiarire in che modo apportare queste modifiche.